CASANDRINO / GRUMO NEVANO – Nella mattinata odierna, la Squadra Mobile di Napoli ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 6 cittadini bengalesi ritenuti, a vario titolo responsabili dei delitti di cui agli artt. 416 cod. pen. e art. 3 e 4 L. 16 marzo 2006 n. 146; agli artt. 81 cpv., 110 e 603 bis co. 1, 2 e 3 c.p.; agli artt. 81 cpv. c.p., 110 c.p. e 12 commi 3, 3 bis e 5 D.lgs. 286/98 e succ. modif ..Le indagini, coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, grazie al decisivo contributo di alcuni coraggiosi cittadini bengalesi – già lavoratori alle dipendenze degli indagati – che hanno sporto denuncia contro i loro ex datori di lavoro, hanno consentito di disvelare l’ esistenza, nella provincia di Napoli, di un sodalizio criminale posto in essere da cittadini bengalesi, da tempo residenti nella provincia di Napoli, dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, finalizzata allo sfruttamento lavorativo caratterizzato dal reclutamento di operai dal Bangladesh indotti a venire in Italia con mendaci promesse di lavoro finalizzate di fatto allo sfruttamento del lavoro stesso, con conseguente intermediazione illecita. Si è accertato, infatti, che i titolari di tre opifici tessili, di cui due ubicati a Casandrino ed uno a Grumo Nevano, avvalendosi di compartecipi in Bangladesh (in corso di individuazione), reclutavano numerosi connazionali che venivano convinti a venire in Italia con la promessa di un lavoro ben remunerato, contro il pagamento di somme oscillanti tra i 10/12.000 Euro che versavano all’organizzazione, la quale in cambio procurava loro nulla osta per l’ingresso ed il lavoro stagionale in Italia ottenuti mediante false dichiarazioni (in riferimento cioe ad imprenditori agricoli che mai sarebbero divenuti datori di lavoro), favorendo, di conseguenza, la permanenza degli stranieri sul territorio della Stato al fine di sfruttarne l’attività lavorativa. Si è inoltre acclarato, infine, che i cittadini bengalesi, ottenuto il visto di ingresso per lavoro subordinato, e giunti con normale vola di linea in Italia, venivano prelevati all’ aeroporto da un complice dell’ organizzazione che li conduceva a Casandrino, ove alloggiavano in appartamenti procurati dall’organizzazione stessa. Ivi giunti, finalmente i lavoratori bengalesi apprendevano le condizioni di lavoro: avrebbero dovuto lavorare alle dipendenze dell’ organizzazione, nelle predette aziende tessili, ove venivano impiegati con turni massacranti (sino a 13/14 ore al giorno) ottenendo in cambio retribuzioni bassissime (circa trecento euro al mese). I lavoratori venivano costretti a lavorare ininterrottamente e, alle rimostranze degli stessi per la grave situazione lavorativa e per la mancata consegna del permesso di soggiorno promesso in patria, venivano minacciati di essere rispediti nel paese di provenienza ovvero di essere immediatamente licenziati. Venivano riscontrate, nel corso di un controllo effettuato dalla Squadra Mobile di Napoli 10 scorso 12 giugno 2014, con il concorso di numerosi altri organi di PG specializzati in indagini sui luoghi di lavoro, Ie carenze igienico- sanitarie all’interno degli opifici riferibili agli indagati, nonchè l’impiego della manodopera straniera. Nel corso delle indagini, venivano accertate anche la sproporzione tra la quantità e qualità del lavoro prestato e la retribuzione versata nonchè la sistematica violazione della normativa relativa all’ orario di lavoro, al riposo settimanale ed alle ferie. Contestualmente all’ esecuzione del provvedimento cautelare il GIP ha disposto il sequestro preventivo di tre opifici tessili, ove lavoravano gli operai.
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