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PIEDIMONTE MATESE – Operai schiacciati, chiese e lavori post terremoto: emerge lo scandalo. 4 cantieri su 7 bloccati. Il Vescovo sapeva. Anche i tecnici

PIEDIMONTE MATESE – Chiese e lavori post terremoto, emerge lo scandalo: 4 cantieri su 7 sono bloccati. Il Vescovo Valentino Di Cerbo sapeva tutto. Anche i tecnici erano a conoscenza. L’ufficio tecnico comunale aveva avvisato (almeno verbalmente) i tecnici che i lavori di quattro cantieri (sui sette in paese) dovevano essere fermati. Poi, il responsabile dell’area tecnica del comune di Piedimonte Matese, avrebbe inviato la comunicazione ufficiale, tramite posta, a tutti i destinatari (fra cui lo stesso vescovo, i tecnici e i responsabili delle imprese). Alcuni, fra cui il vescovo Di Cerbo, avrebbe materialmente ricevuto la raccomandata postale; altri invece, avrebbero trovato l’avviso nella buca delle lettere.

Lo scandalo
I cantieri sarebbero stati fermati per l’assenza di importanti requisiti da parte delle imprese aggiudicatrici degli appalti. A questo potrebbe aggiungersi una forte carenza di evidenza pubblica data all’intera procedura. Una eidenza che va data quando si gestiscono soldi pubblici. Sarebbe stata utilizzato il giornale della diocesi come unico strumento divulgativo. Bastava chiedere a tutti i municipi della diocesi di pubblicare sui propri albi pretori i bandi per dare la massima evidenza alle procedura. Questo non è avvenuto. Perché? Forse per poter “gestire” meglio il tutto? Per evitare l’arrivo di ditte “sgradite”? Insomma, anche la macchina della chiesa sembra agire, a volte, come quella della politica. Eppure si trattava di gestire fondi europei, non di fondi privati.

La decisione dell’ufficio tecnico
Le imprese non avrebbero i requisiti previsti dalla normativa vigente per eseguire quel tipo di lavoro.  Quattro le strutture sacre di Piedimonte Matese interessate dall’ordinanza emessa dall’ufficio tecnico comunale. Alla base del blocco dei lavori ci sarebbe il mancato rispetto di alcune prescrizioni dettate dalla Soprintendenza. L’ufficio tecnico del comune di Piedimonte Matese sarebbe intervenuto, principalmente, per l’assenza di specializzazione, in materia di restauro, delle imprese aggiudicatarie degli appalti. Una condizione che la Soprintendenza aveva ben sottolineato per evitare “disastri” maggiori di quelli prodotti dal terremoto del dicembre 2013.

In ballo 2 milioni di euro (che ora potrebbero essere persi)
Il rischio di perdere i finanziamenti è, ora, molto concreto. In ballo ci sono circa 2 milioni di euro per il recupero di chiese. Le chiese interessate dai lavori, solo nel comune di Piedimonte Matese, sono sette: Ave Gratia Plena, Santa Maria Maggiore, Madonna del Carmine, Cappella Seminario, San Michele, San Tommaso D’Aquino e San Rocco. I fondi impegnati – attraverso un finanziamento europeo –sono poco meno di 2 milioni di euro. Dei sette cantieri avviati, quattro sono stati bloccati dall’ordinanza dell’ufficio tecnico del municipio di Piedimonte Matese. Il blocco dei cantieri, per la Diocesi, rappresenta un problema molto serio; infatti entro la fine del prossimo dicembre è necessario la rendicondazione degli interventi per poter ottenere il finanziamento previsto. Quindi il rischio di perdere i finanziamenti, dopo il blocco dei cantieri, appare molto concreto.

La tragedia
Due operai schiacciati dal ponteggio sul quale lavoravano. Probabilmente l’ancoraggio dello stesso non era stato eseguito a regola d’arte. Così un colpo di vento più forte ha strappato via due vite. Saranno i carabinieri della compagnia del Matese, guidati dal capitano Giovanni Falso – coordinati dal pubblico ministero Carlo Fucci della Procura di Santa Maria Capua Vetere – a fare piena chiarezza sulla vicenda. Perde la vita un operaio edile di Gioia Sannitica, Albino Tammaro di 48 anni, e il suo collega  Antonio Atzeri di 56 anni di Casoria. Lasciano moglie e figli. Tammaro e Atzeri lavoravano per la Alma Service srl di San Potito Sannitico, aggiudicataria dell’appalto gestito dalla Diocesi di Alife Caiazzo.

L’indice è puntato contro i tecnici:
Cristina Volpe, Linda Petrella, Livio Di Buccio e Gaetano D’Alessio
. Sarebbero loro i tecnici, responsabili, a vario titolo, del cantiere e quindi della sicurezza. Una sicurezza che probabilmente non è stata rispettata tanto che un colpo di vento, poco più forte del normale, ha scaraventato giù l’impalcatura sulla quale stavano lavorando i due sfortunati operai. A loro, in sostanza, la diocesi si è rivolta per la progettazione, la direzione dei lavori, la gestione della sicurezza sui cantieri e per ogni altra incombenza tecnica. La tecnica sembra essere stata quello dell’interscambio dei ruoli.

Le indagini
Se tutto questo troverà concreto riscontro nelle indagini che il procuratore Carlo Fucci – dellaProcura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – sta svolgendo dopo la morte dei due operai, schiacciati ieri dal ponteggio sul quale lavoravano, allora emergeranno gravi responsabilità.

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IL VIDEO DELLA TRAGEDIA:

 

 

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5 commenti

  1. Speriamo la paghino veramente cara……
    quei padri di famiglia chiedono vendetta !!!!

  2. Sprucido Traverso

    CAAAAAAANTONEEEEEEEEEEEEEEEEEEE…..PENSACI TU!

    A sue flautolenza il vescovo vorrei dire: MA NT MITT SCUORN? MO JA PAVA’!

  3. Ing. Pietro Cipriani

    Ormai si può parlare di CUPOLA dei tecnici. Le calamità naturali sono già disastri in se, ma diventano un’apocalisse quando questi fetenti, fatte salve le solite eccezioni incominciano ad essere coinvolti nelle ricostruzioni e ad accedere ai relativi finanziamenti. E allora, politici, tecnici, semplici cittadini e prelati diventano un corpo unico finalizzato al malaffare, come successe nell’80, quando qualche tecnico che si occupava di frazionamenti e camminava con le pezze al culo e la 850 fiat si ritrovò all’improvviso con la Porche in garage, la villa e ringiovanito di 30 anni.
    Oggi non è diverso. Infatti, quando ci fu quella ridicola scossetta, si vedevano solo tecnici che letteralmente trascinavano per mano dozzine di cittadini verso la tenda dove venivano accolte le segnalazioni dei danni e se la sorridevano in prospettiva dei soldi che avrebbero-rubando-intascato.
    Se avessimo un governo serio, istituzioni degne di questo nome e organi di controllo non corrotti come quelli che abbiamo, si provvederebbe alla militarizzazione degli eventi, a cominciare dai settori chiave: lavori pubblici, urbanistica e contabilità, cambierebbe il personale storico (quello piu pericoloso), sospenderebbe i sindaci temporaneamente sostituendoli con qualcuno in uniforme e radierebbe dall’albo i tecnici trovati con il sorcio in bocca. Altrimenti, dalla morsa di questa gentaglia, non ne usciamo più e di certo non in modo pacifico e civile. Perchè è assurdo che in un supermercato ci sia un vigilantes che controlli affinchè qualche pensionato non rubi una mela e nelle pubbliche amministrazioni il controllo è affidado agli stessi che dovrebbero essere controllati, già sapendo a priori che sono un’accozzaglia di ladri spesso recidivi.
    Prima o poi il tappo scoppierà, perchè la stragrande maggioranza della gente non ne può piu di nugoli di prepotenti spalleggiati dalla poltica e ignorati da chi dovrebbe reprimerli.

  4. Concordo pienamente con l’Ing Cipriani. Ma non mi limito a ciò. Esistono degli organi addetti alla verifica e controllo, tra cui la polizia urbana o i cosidetti vigili, gli uffici tecnici, ed altri e se vogliamo gli stessi sindaci. E’ un loro sacrosanto dovere guardare e controllare, conoscendo i luoghi e le situazioni non necessitano del giudice per farsi una passeggiata sui cantieri e controllare. Per me che lavoro con le persone è stato richiesto un corso sulla sicurezza nei luoghi pubblici ed un corso di sicurezza e antincendio avanzato con tanto di prova pratica ed esame, quindi deduco che negli stessi uffici che ho menzionato venga richiesta la stessa cosa. Per cui neanche a dire che “non conosco la normativa, non saprei non capirei”. Di fatto tale menefreghismo, anche da parte dei proprietari degli immobili ha portato alla morte due persone. E non venitemi a dire che lassù non dovevano andarci, sappiamo come funziona se ci si rifiuta, e Albino e parlo di Albino quale mio amico, aveva da mantenere una famiglia, altri in tonaca non avevano e non hanno da mantenere nessuno. Mi auguro e lo spero dal profondo del cuore che venga fatta giustizia per i due padri di famiglia. Addio Albino spero da lassù tu possa godere della giustizia divina più di quella degli uomini.

  5. E io concordo con lei gentile Presutt. Infatti ho appena inviato un commento su C.R. relativo alla vacuità delle ordinanze d sospensione lavori nei casi in cui gli addetti ai controlli (polizia municipale) non vengano messi al corrente del provvedimento, o se, in caso contrario risultano omissivi.Ma conoscendo la proverbiale serietà ed efficienza dell’Ing. Terreri avrà sicuramente demandato con apposito atto l’azione di controllo ai vigili urbani, dandone riscontro anche ai mezzi d’informazione, visto che trattasi di atti pubblici. Ma siamo tutti certi che la Magistratura procederà con dovizia e meticolosità nel valutare le singole posizioni ed eventuali responsabilità.

    Caro Presutt, mi unisco alle due considerazioni e alla sua indignazione, oltre che nell’abbraccio per i due operai morti che seppur non conoscevo personalmente sento come miei fratelli.