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ROMA – Finanziamento pubblico ai partiti. la casta trova il modo per tenersi i fondi. Serve una rivolta popolare

ROMA – Ancora una volta la casta dei parassiti della nostra società riesce a fare molto bene i propri interessi stracciando un emendamento che tentava di fare chiarezza sui rimborsi elettorali. Ancora una volta i parassati della nostra società dimostrano di non pensare ad altro che ai propri interessi. Mentre il popolo è sempre più in ginocchio la casta – incapace di governare il paese tanto da ricorrere a tecnici freddi e calcolatori – dimostra spudoratamente di curare solo i propri interessi. Le speranze della povera gente sono riposte unicamente nella magistratura, l’unica capace di poter cambiare qualcosa. Sservirebbe magari iniziare la preparazione di una vera rivolta popolare. Una rivoluzione autentica che partendo dal basso riesca a fare puliza di una classe dirigente e politica ormai logora e marcia sotto ogni aspetto. Bisogna fare in fretta però, prima che la casta riesca a mortificare ulteriormente il futuro del popolo. Bisogna far presto pensando seriamente di passare, se serve, dalla rivolta dei forconi a quela dei lanciafiamme. Questa classe politica, questo sistema di parassiti diventati poi casta, non faranno mai una riforma che possa nuocere a loro stessi. I polli nel forno non entrano, mai, da soli.

LO SCANDALO di oggi: Finanziamento ai partiti, il pasticciaccio di “Abc” per tenersi i fondi. L’emendamento sulla trasparenza dei bilanci annunciato dai segretari della maggioranza è stato dichiarato inammissibile. Ma Idv e Lega si sarebbero comunque messi per traverso a un’approvazione rapida. Ancora più lontana la riforma del sistema dei “rimborsi”. Bindi: “Senza ultima tranche del 2008 a rischio le campagne elettorali”

L’emendamento sulla trasparenza dei partiti che doveva inserire l’accordo raggiunto da Alfano, Bersani e Casini nel decreto fiscale? Dichiarato inammissibile. Il disegno di legge presentato subito dopo dai medesimi 3 e per la quale si richiede l’approvazione lampo in sede legislativa in Commissione Affari costituzionali, senza il passaggio in Aula? Appesa al filo di una maggioranza schiacciante, che appare quanto meno improbabile. E soprattutto, il rinvio dell’ultima rata dei rimborsi elettorali ai partiti, quei 100 milioni in arrivo il 31 luglio? Una promessa orale, di cui non si trova una traccia scritta.

None è durato nemmeno 24 ore l’accordo trovato nel vertice dell’altro ieri tra i segretari dei tre partiti di maggioranza. L’emendamento a firma di Gianfranco Conte (Pdl) presentato nella Commissione Finanze di Montecitorio sulla cui ammissibilità persino lo stesso relatore aveva immediatamente espresso seri dubbi, viene dichiarato inammissibile dalla presidenza della Camera. Perché “estraneo” al decreto fiscale. Ammetterlo sarebbe stato una forzatura, che Gianfranco Fini non si è sentito di fare visto che Idv e Lega avevano espresso parere contrario. E avrebbe pesato la contrarietà del Quirinale, riespressa ieri, a trasformare i decreti in “leggi omnibus”

Ma non era una questione prevedibile? “Si è fatto un ennesimo gran pasticcio”, ammette il centrista Roberto Rao, vero braccio destro di Casini a Montecitorio. Un’ennesima impasse. A un certo punto della giornata Pier Luigi Bersani ieri aveva cominciato a dichiarare che si farà “un decreto” in materia. Non sarebbe stato male, evidentemente, dare la patata bollente nelle mani del governo.

Quello che invece viene presentato, di nuovo dai tre partiti della maggioranza, è una proposta di legge che ricalca l’emendamento. E dunque affronta solo la questione trasparenza. Prevedendo tra l’altro che i partiti si affidino a società di revisione esterne per la valutazione dei bilanci; che venga istituita una Commissione composta dal presidente della Corte dei Conti, dal presidente del Consiglio di Stato e dal primo presidente di Corte di Cassazione per vigilare su eventuali irregolarità (ma se queste emergeranno starà ai Presidenti di Camera e Senato applicare le sanzioni); che i i partiti debbano rendere pubbliche le donazioni da parte di privati superiori a 5000 euro.

Il Pdl richiede l’approvazione “in legislativa” in Commissione Affari costituzionali. Un iter lampo, sulla carta. Un percorso più che a ostacoli nella realtà. Per dare il via in legislativa a una legge, infatti, serve o l’approvazione all’unanimità da parte dei capigruppo, o quella dei quattro quinti dei suoi componenti. La prima non c’è, visto che l’Idv ha già dichiarato che si tratta di “una riformicchia” e che la Lega nicchia. Anche perché a dover essere esaminati saranno anche i bilanci del 2011. Per il Carroccio le irregolarità evidentemente sono più di un rischio. E dunque, le sanzioni pure.

A bloccare la norma, poi, bastano 9 deputati della Commissione: Idv e Lega ne contano 7, 8 col Radicale Maurizio Turco (il quale ha già dichiarato “voterò contro”). Ne basta solo un altro. E ieri, per esempio, il democratico Salvatore Vassallo ha criticato nel merito il fatto che venga prevista una “simil-Autorità” presieduta da tre personalità “che non avranno tempo per svolgere anche quel compito”. Rao assicura che a questo punto, venuto meno l’”alibi” di inserire la norma nel decreto fiscale, si parlerà anche di tagli ai rimborsi e si correggeranno le norme non troppo convincenti. Ma siamo sempre al tempo futuro.

Al tempo presente, di rinunciare a un euro neanche si parla. E nero su bianco non è scritto da nessuna parte quello che Abc avevano assicurato l’altroieri: ovvero che ci sarebbe stato il “rinvio” dell’ultima tranche del rimborso elettorale. Di Pietro torna a chiedere che l’ultima rata dei rimborsi 2008 sia restituita al governo e denuncia: “La proposta di questa pseudomaggioranza va in tutt’altra direzione”. E la Bindi dice che il re è nudo: “Senza l’ultima rata, a rischio campagna elettorale”.

La posizione dell’Idv è spiegata dal leader Antonio Di Pietro: “Non importa lo strumento tecnico con cui intervenire per porre freno all’indebito finanziamento dei partiti. Sia esso un decreto, l’approvazione in sede legislativa o un percorso agevolato”. Il leader dell’Italia dei Valori contesta piuttosto il merito del provvedimento. E rilancia: l’ultima rata dei rimborsi elettorali del 2008 “venga assegnata al ministro Fornero perché si occupi degli esodati o di chi non arriva fino a fine mese”. Per l’Italia dei Valori, dice ancora, “ci vuole una riduzione drastica dei rimborsi e un controllo esterno dei bilanci come puo’ essere quello della Corte dei Conti”.

Giorgio Merlo del Pd mette in guardia da una riforma del finanziamento che consenta di fare politica “solo ai ricchi e ai lobbisti”. Va bene “la trasparenza dei bilanci interni ai partiti, la certificazione affidata a società esterne e la diminuzione dei rimborsi. Ma “chi, come quelli che propongono referendum per abolire definitivamente i rimborsi ai partiti, coltivano un solo obiettivo: la politica la devono fare solo i ricchi o i lobbysti. Obiettivo che resta alternativo a chi continua a credere in una politica democratica, popolare e partecipativa”.

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