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 VAIRANO PATENORA – Estorsione e usura, i Di Sano completamente liberi

VAIRANO PATENORA – Estorsione e usura, i Di Sano completamente liberi. Lo ha stabilito il giudice, accogliendo le richieste dei difensori dei due indagati. I due potranno attendere il probabile processo a piede libero. Vincenzo Di Sano e suo figlio Giovanni respingono ogni accusa. Nessuna usura insomma, le somme richieste alle due presunte vittime – hanno assicurato i Di Sano – erano dovute per altre ragioni. Questa in estrema sintesi la linea della difesa affidata agli avvocati Vincenzo Cortellessa e Anita Petrone. Una difesa che appare sicura di poter dimostrare, nel prosieguo dell’indagine, e dell’eventuale processo, l’innocenza dei propri assistiti. Intanto Vincenzo e Giovanni Di Sano restano in carcere, in attesa della fissazione del riesame che dovrà rivalutare la misura cautelare applicata a loro carico.
Le accuse della Procura:
Contro di loro, un’ordinanza spiccata dal GIP di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della sezione criminalità economica della procura sammaritana (retta dal procuratore Raffaella Capasso e dall’aggiunto Antonio D’Amato). I carabinieri della stazione di Vairano Scalo, nel novembre 2014, raccolsero la denuncia di una casalinga di 49 anni di Vairano Patenora. La donna raccontò che a marzo, a causa di una serie di problemi economici che attanagliavano la sua famiglia, aveva chiesto un prestito di 2.300 euro ai Di Sano e di avere pattuito con i due la restituzione della somma con interessi mensili del 10 per cento. Nel tempo, la donna riuscì a sborsare circa 6mila euro ma, come sempre in questi casi, il debito fu tutt’altro che estinto in quanto la somma lievitava continuamente a causa degli interessi. Quando non potè più pagare, fu minacciata ripetutamente e i Di Sano – riferì la donna – le dissero anche che se non avesse saldato il debito avrebbero fatto del male ai suoi figli, entrambi piccoli. Fu questo a spingere la casalinga a rivolgersi ai carabinieri. Nel corso delle indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni, è stata poi identificata una seconda vittima della attività usuraria dei Di Sano. Si tratta di una casalinga del posto di 34 anni. La donna non ha sporto denuncia.

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