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Claudio Salini

CASERTA / ROMA – Testimone chiave contro i casalesi, si schianta con l’auto tre giorni prima del processo. Scatta l’indagine

CASERTA – Potrebbe essere stata sabotata la Porsche del costruttore Claudio Salini, morto in un incidente stradale su via Cristoforo Colombo, a Roma, domenica scorsa. E’ l’ipotesi avanzata dai legali e dalla famiglia dell’imprenditore di 46 anni, ripresa oggi dal “Corriere della Sera”. Al momento non ci sono elementi precisi per poter corroborare la tesi e l’ipotesi prevalente resta quella dello schianto contro un albero a causa della forte velocita’ e dell’asfalto sconnesso, ma si attendono le verifiche affidate ai carabinieri e ai vigili urbani. Salini, esponente di una famiglia storica di costruttori romani, avrebbe dovuto testimoniare il 16 settembre nella prima udienza contro tre casertani vicini ad ambienti camorristici – riferisce il quotidiano – che aveva fatto arrestare lo scorso anno per tentata estorsione. I tre pretendevano un risarcimento di 1,8 milioni di euro perche’ Salini gli aveva tolto il sub appalto per lavori al polo museale di Bergamo e al nuovo centro affari di Arezzo. Il terzetto casertano aveva anche organizzato un sequestro lampo del costruttore. I tre, due casertani e un napoletano, furono arrestati nel dicembre 2014: Federico Laugeni, 52 anni titolare della Cogel, ditta di impiantistica, Luigi Ceci, 45 anni di Marcianise e Gennaro Pisano, 40 anni di Afragola. I tre minacciavano l’imprenditore: “Se non paghi ti rompiamo le ossa, ti facciamo una paliata”. Da qui i timori di Salini che li denunciò e li fece arrestare. La procura di Roma ha delegato ai carabinieri gli accertamenti sulla vicenda: da stabilire con chi abbia parlato Salini prima di mettersi in auto e anche durante il percorso finito poi con l’incidente mortale

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