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CASERTA – Rifiuti, ecco il piano De Luca: né discariche né termovalorizzatori. Serve filiera intermedia. Urgente il compostaggio

CASERTA – Rifiuti, varato il nuovo piano con cui la giunta De Luca intende superare le criticità fornendo, contestualmente, una valida risposta alle accuse mosse dall’Unione Europea.  Compostaggio e digestione anaerobica sono gli impianti su cui De Luca punta la propria scommessa.
Non sono previste nuove discariche né altri termovalorizzatori. La Campania ha bisogno di una filiera di impianti intermedi da realizzarsi quanto prima per rendere efficace ed efficiente la raccolta, il riciclo e il riuso di grandi quantità dei nostri scarti domestici. Ed è negli impianti di compostaggio e digestione anaerobica che, in primis, il nuovo governatore della Campania individua ciò che è più urgente e necessario da realizzare.
Si chiama “Indirizzi per l’aggiornamento del piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani in Campania” il  documento che la Regione ha inviato all’Unione Europea, in risposta alla sentenza del 16 luglio scorso che ha condannato l’Italia a pagare una multa di 20 milioni di euro, oltre ad una penalità di 120mila euro per ogni giorno di ritardo nella realizzazione dell’impiantistica necessaria a rendere la nostra Regione totalmente autosufficiente sul fronte della gestione e dello smaltimento dei rifiuti.
Il nuovo piano rifiuti in Campania, punta all’Incremento della raccolta differenziata fino al 65%. Il raggiungimento dell’obiettivo di raccolta differenziata sarà perseguito mediante: il ricorso privilegiato a raccolta domiciliari;  la promozione di centri di raccolta; l’implementazione di sistemi di incentivazione per gli utenti del servizio; la predisposizione di linee-guida per uniformare le raccolte sul territorio; la formazione e l’informazione degli utenti. Il Finanziamento e realizzazione di impianti di trattamento aerobico della frazione  organica a servizio di consorzi di Comuni; Identificazione di aree da riqualificare morfologicamente al fine di realizzare siti di  smaltimento delle frazione umida tritovagliata a seguito di un processo di adeguata  stabilizzazione.
Per quanto riguarda gli impianti di trattamento biologico della frazione organica, il deficit  identificato dalla Corte di Giustizia Europea è sottostimato in ragione dell’effettiva  composizione merceologica del rifiuto urbano della Campania.
Allo stato attuale, sebbene la presenza di nuovi impianti di trattamento biologico della  frazione organica dei rifiuti sia un elemento basilare della strategia d’azione che la Regione Campania adottare, è evidente come il conferimento fuori Regione, adottato nelle more di garantire l’idonea dotazione impiantistica, rappresenti comunque una modalità di promozione del recupero di materia da un flusso di rifiuti selezionato alla fonte. Il rifiuto organico prodotto  in Regione Campania, infatti, subisce processi di stabilizzazione volti alla produzione di  compost di qualità in contesti territoriali dove tale prodotto trova effettiva applicazione  come ammendante e ha, dunque, un mercato.
Il vecchio piano rifiuti della giunta Caldoro prevedeva la costruzione di nuove discariche e l’aumento dei volumi del 15% di quelle esistenti. Un piano, quello del 2012, che è rimasto inapplicato sia sulle nuove discariche così come sui nuovi inceneritori.

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