Foto di repertorio

VAIRANO PATENORA – Lavori all’acquedotto, le ombre sulla Green Impresit arrivano fino in Parlamento

VAIRANO PATENORA – Lavori all’acquedotto, le ombre sulla Green Impresit (la ditta che ha vinto l’appalto vairanese dopo una “rocambolesca” procedura) arrivano fino in Parlamento attraverso una interrogazione a firma di Filiberto Zaratti, indirizzata al Ministro dell’economia e delle finanze. I fatti sono relativi alla costruzione di un deposito momentaneo di rifiuti atomici presso la centrale di Latina. Inoltre, non mancherebbero diverse inchieste della Procura di Santa Maria Capua Vetere che punta la lente sull’attività della Green Impresit e di altre aziende, secondo gli investigatori, riconducibili ai fratelli Caprio. Proprio uno di loro è spesso a Vairano, ad osservare e vigilare sui lavori in corso per l’ammodernamento delle condotte idriche nel territorio del comune di Vairano Patenora. La Green Inpresit è finita sotto inchiesta anche per fatti legati al Consorzio Unico dei Rifiuti, l’accusa è di aver incassato soldi senza effettuare mai alcuna prestazione. “Creando il falso presupposto della necessità di eseguire lavori» sottolineano i giudici, venivano affidati appalti per il nolo a caldo o a freddo (e cioè, con o senza operatore) di trattori, escavatori, bob cat, e persino semplici decespugliatori (con operatore). Un trattore costava 500 euro al giorno più Iva. Due decespugliatori 250 euro al giorno più Iva ed altri 250 ogni operatore. Il bob cat 350 euro più Iva. L’escavatore 480 euro. Le società affidatarie erano sempre le stesse: la Edil Eco Sud Srl (di cui Pirozzi era amministratore unico e Luigi Caprio amministratore di fatto) e la Green Impresit (di cui Santilli era legale rappresentante e Francesco Caprio amministratore di fatto)”.

Il documento (4-05107):
premesso che in data 30 maggio 2014 sul quotidiano Il Manifesto è stato pubblicato un dettagliato dossier relativamente alla costruzione del deposito provvisorio di scorie nucleari della centrale atomica di borgo Sabotino a Latina che ha destato nell’opinione pubblica e negli addetti ai lavori viva preoccupazione per quanto denunciato, relativamente all’intreccio societario di società ripetutamente fallite eppure titolate alla costruzione di un edificio tanto delicato sul piano della salute pubblica e ambientale;
la Sogin è la società partecipata al 100 per cento dal Ministero dell’economia e delle finanze delegata allo smantellamento degli impianti nucleari e alla messa in sicurezza dei rifiuti nucleari nel nostro Paese;
in data 4 luglio 2006 l’allora commissario straordinario per l’emergenza rifiuti nucleari già presidente della stessa Sogin, il generale Carlo Jean, in virtù dei poteri commissariali attribuitigli dal Governo, autorizzò la realizzazione di un deposito per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti provenienti dallo smantellamento della centrale nucleare (reattore Magnox) sita in località Borgo Sabotino nel comune di Latina;
l’appalto per la realizzazione dell’impianto, al cui bando furono invitate a partecipare 4 ditte con procedura negoziata, fu assegnato in data 24 settembre 2008 al consorzio stabile AEDARS Scarl con sede in via Alessandria 12 a Roma;
dall’esito della gara risulta che tale consorzio agiva in nome e per conto delle consorziate FRACLA Srl con sede a Roma, CEA Elettric Srl con sede a Montalto Uffugo (Cosenza) e VICAR Srl con sede a San Giuseppe Vesuviano (Napoli);
all’epoca dei fatti la FRACLA Srl risultava essere l’azionista di maggioranza del consorzio stabile AEDARS con oltre il 65 per cento delle azioni. In quel periodo era a sua volta controllata dalla Finnat Fiduciaria SpA;
a tale consorzio erano associate quasi cinquanta società, alcune di dimensioni internazionali aventi capitali sociali di gran lunga superiori a quelli della FRACLA (10.400 – il minimo per costituire una Srl); la gran parte di queste società di minoranza deteneva, così come oggi, lo 0,52 per cento del capitale sociale di AEDARS;
da cronache giornalistiche risulta che i lavori per il deposito temporaneo di Borgo Sabotino siano stati poi subappaltati a tre imprese residenti a Santa Maria Capua Vetere (Caserta); la Green Impresit Srl, la SILCEI Srl e la Società Consortile Latina a responsabilità limitata (quest’ultima aveva inizialmente sede a Roma);
la Green Impresit Srl, a sua volta consorziata con lo 0,52 per cento delle quote al Consorzio AEDARS, risulta attualmente indagata e sottoposta a misure di sequestro preventivo dei beni da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito dell’inchiesta relativa al CUB: il Consorzio unico di bacino per lo smaltimento dei rifiuti urbani nelle Province di Caserta e Napoli;
sempre dalle cronache giornalistiche risulta che le altre due subappaltate per la costruzione dell’immobile, la SILCEI Srl e la Società Consortile Latina a responsabilità limitata risulterebbero avere uno stretto legame parentale tra i loro proprietari: i signori Angelo e Antonio Salzillo, residenti entrambi a Cancello ed Arnone (Caserta), sarebbero infatti fratelli;
da visure camerali e altro materiale documentale si è riscontrato inoltre che i lavori per la realizzazione del deposito non siano stati ultimati, risultando interrotti per molti mesi, per poi essere ripresi e ultimati a seguito di un secondo bando indetto dalla Sogin per la finitura degli interni e la chiusura di micro fessure presenti nel manufatto;
il consorzio stabile AEDARS è stato raggiunto da un’interdizione antimafia emesso dalla prefettura di Roma nello scorso mese di settembre a causa del fatto che la sua maggiore azionista, la FRACLA Srl risultava nel frattempo esser divenuta di proprietà di un membro incensurato del clan Mollica e di una non meglio precisata sua parente. Il provvedimento interdittivo della prefettura di Roma, va precisato, è stato recentemente annullato dal TAR del Lazio;
la SILCEI Srl ha dichiarato di avere una sua unità locale nel comune di Gallarate (Varese); nello stesso Comune risulta esser stato obbligato a dimora, fino a poco tempo prima del suo assassinio, l’affiliato, al clan camorristico e pluri-pregiudicato Antonio Salzillo, ucciso a Cancello ed Arnone (CE) il 6 marzo 2009, fatto rispetto al quale giova ricordare come quest’ultimo soggetto fosse il nipote di Ernesto e Antonio Bardellino, rispettivamente il «cervello» e il «fondatore» del clan dei Casalesi, secondo le testimonianze del pentito di camorra Carmine Schiavone e che per tale omicidio risulta esser stato arrestato, tra gli altri, Nicola Schiavone, figlio di Francesco (detto Sandokan), ritenuto dagli inquirenti il mandante del delitto –:
se ai Ministri interrogati risulti se la Società Consortile Latina a responsabilità limitata sia stata effettivamente incaricata dal Consorzio Aedars del sub appalto dei lavori per la realizzazione del deposito provvisorio di Borgo Sabotino, e se la SILCEI Srl, appartenente al 50 per cento ciascuno ad Angelo e Antonio Salzillo, abbia incorporato nel 2011, cioè quando i cantieri di Borgo Sabotino erano ormai stati abbandonati dai subappaltati, la Società Consortile Latina a responsabilità limitata; quale ruolo di controllo abbiano svolto la Sogin e i Ministeri rispetto a quanto in premessa.

 

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8 commenti

  1. Edmond Dantés

    Adesso si spiegano tanti perché. Si spiega come mai, a seguito della semplice diffida di un legale, l’amministrazione Cantelmo ha annullato l’aggiudicazione alla società MCP Contractors SRL di Curti (CE). Si spiega il perché di subappalti affidati da quest’ultima a ditte locali legate a doppio filo al solito e famigerato studio tecnico che sta dietro a tutte le grandi operazioni di appalti ed urbanistiche dell’amministrazione Cantelmo.

    Se si considera che questa amministrazione non ha mai retrocesso di un millimetro sulle decisioni assunte anche quando andavano palesemente contro legge, appariva veramente strano un dietrofront senza colpo ferire, ossia che avesse deciso di annullare l’aggiudicazione di una gara tanto importante a seguito di una mera diffida, manco si fosse trattato di ottemperare ad una sentenza.

    E chi lo dice – si sono chiesti in molti – che quanto asserito dall’avvocato Luigi Maria D’Angiolella nell’interesse della ditta GREEN IMPRESIT SRL fosse conforme a legge?

    Ma, contrariamente all’orientamento sempre seguito in precedenza, questa volta è bastata una semplice diffida per convincere l’amministrazione Cantelmo che la GREEN IMPRESIT SRL era nel giusto e per annullare l’aggiudicazione alla MCP Contractors SRL e affidare alla prima i lavori per il rifacimento della rete idrica.

    Tutto molto sospetto. Qualcuno ha pensato: come mai il sindaco, il dirigente Di Nocera, gran consigliere occulto, nonché cortigiano e gran ciambellano, ed il gran maggiordomo di corte, il r.u.p. Ernesto Natale, sempre così restii a recepire inviti e diffide, si sono subito convinti che quel che ha scritto l’avv. D’Angiolella era oro colato?

    Ed ecco venir fuori la chiave di lettura di tutto il misterioso arcano. Si chiama: F.LLI FRANCESCO E LUIGI CAPRIO, di cui il primo è l’amministratore di fatto della GREEN IMPRESIT SRL, ditta sulla quale è puntata la lente d’ingrandimento della Procura di Santa Maria Capua Vetere per attività non proprio chiare riconducibili proprio ai fratelli Caprio di cui uno dei due fratelli è spesso presente qui in paese per controllare i lavori oggetto di appalto. La Green Impresit è finita sotto inchiesta anche per fatti legati al Consorzio Unico dei Rifiuti, l’accusa è di aver incassato soldi senza effettuare mai alcuna prestazione. Ma per l’amministrazione Cantelmo tutto è a posto relativamente alla GREEN Impresit e, difatti, si è subito affrettata a consegnarle i lavori per far trovare tutti di fronte al fatto compiuto.

    Ma adesso Cantelmo-Di Nocera-Natale dovranno fare i conti con gli sviluppi giudiziari della vicenda perché sia la Magistratura penale che l’Autorità anticorruzione vogliono vederci chiaro su questo appalto, mentre pende anche ricorso al TAR che potrebbe ordinare la sospensione dei lavori per la palese illegittimità del RIAFFIDAMENTO.

    TUTTE COSE CHE SOLO L’AMMINISTRAZIONE CANTELMO NELLA SUA S—————— E SI POTEVA AZZARDARE A FARE.

  2. Come mai i boccuti, le cipolle, i fedeli, i matematici, i cinque watt (ops stelle) i sinistri, i destri i futuri onorevoli, sindaci e pallisti vari di Vairano su questo argomento stanno zitti? Concordo con il Sig. Izzo su questo.
    Presto mi calerò sulla conquista della giustizia. e vi sputtanerò uno ad uno mi avete stancato con le vostre chiacchiere da bravi …..imparate a governare le vostre corna…… A presto
    Zorro

  3. Edmond Dantés

    Soci di fatto – di cui uno addirittura amministratore di fatto dell’appaltatrice GREEN IMPRESIT SRL – con l’interdittiva antimafia che controllano e vigilano sui lavori di rifacimento della rete idrica di Vairano Patenora eseguiti con fondi del U.E..
    E il Sindaco cosa dice? E il segretario comunale cosa fa? E il super dirigente, super laureato, super avvocato, super pagato, con indennità da capogiro che si autoliquida, cosa ne pensa? E il r.u.p. Ernesto Natale? … vabbè lui è come l’asino in mezzo ai suoni serve solo per assumersi le responsabilità altrimenti lo caccerebbero a calci nel sedere.
    E tutte le teste d’uovo, gli intellettuali, e il centro anti racket e per la legalità di Costantino Zoglio che ha messo come paladino Vincenzo Orabona non ha nulla da ridire su questo scandalo? Lui che ha fatto manifestazioni con magistrati, prefetto, militari, vescovi, sacerdoti, non dice nulla su questa cosa?
    E l’opposizione di Lino Martone cosa fa, è ancora concentrata su Diego Caputo o può dire qualche parola in più su questa innegabile elusione della normativa antimafia in materia di appalto pubblico?
    Gradirei qualche risposta da tutti questi benpensanti che sanno solo riempirsi la bocca di LEGALITÀ ma nei fatti se ne guardano bene dal combatterla e dall’estirparla.

  4. Vergognoso!!!!Centro anti racket? Un altro buon motivo per mettersi in mostra! Di Zoglio, Orabona, Fargnoli, Compagnone-Martino, tutta acqua che serve al loro mulino chi per un motivo chi per un altro! Grande Edmond Dantes

  5. Il signor Gianpiero Martone con il suo solito linguaggio scurrile, volgare e colorito, che è proprio ormai del suo personaggio, assume che sin da aprile scorso avrebbe segnalato anomalie nella procedura di gara per l’affidamento dei lavori di rifacimento dell’acquedotto, pubblicando all’uopo una nota prot. 3443 del 22/4/2015 a supporto di quanto sostiene.
    Abbiamo letto attentamente questo documento che contiene una serie di segnalazione sulle concorrenti SITECO e GREEN IMPRESIT relative a precedenti negativi che hanno riguardato le anzidette ditte, ma nulla di più.
    In altri termini, il Martone non ha denunciato alcunché in ordine alla procedura di gara, non ha fatto nessuna istanza di annullamento degli atti per palese violazione di legge o della lex specialis, ma si è semplicemente limitato a far presente agli organi preposti -r.u.p. e commissione giudicatrice – le anomalie pregresse riguardanti le due menzionate ditte, il che, ovviamente, non è stato preso minimamente in considerazione da nessuno così come meritava perché tanto il r.u.p. che i componenti la commissione giudicatrice non sono tenuti ad esaminare e valutare i precedenti delle ditte concorrenti a meno che non si tratti di interdittive antimafia, ovvero denunce precise afferenti la gara in svolgimento.
    Quindi, tutto quello che ha scritto quella grande mente di GIANPIERO MARTONE non ha messo ne ha levato nulla alla procedura proprio perché quanto ha scritto in quella nota non contestava nulla di anomalo nella procedura posta in essere dalla stazione appaltante che, invece, presentava gravissime anomalie che il Martone non è stato in grado di cogliere, ne ha richiesto che la gara venisse annullata.
    Questa sarebbe stata la grande segnalazione di cui il nostro si vanta di aver fatto sin dall’aprile scorso e di non essere stato ascoltato perché, in realtà, ha detto tutte cose inutili che non avevano nessuna incidenza sulla gara in essere.
    Così è stato ignorato, così come vengono ignorati coloro che aprono bocca solo per far prendere aria alle fauci o sanno solo offender.
    Un suggerimento allora al nostro giovane consigliere: caro GIANPIERO MARTONE cerca di essere più umile in quello che dici e in quello che fai e renditi conto dei tuoi limiti (intellettivi, di apprendimento, intuitivi ed espressivi) che sono notevoli, per cui ti conviene essere più modesto e di non ergerti troppo ad aquila, perché aquila non sei, non sei neanche un gabbiano e men che meno una rondine, sei un modesto coniglio che va a rimorchio di un padre, a sua volta, molto poco credibile dopo molti disastri cagionati a Vairano con la sua Torre di cui è stato fondatore con i Santagata, i Di Sisto, i Geremia, i Di Muccio.
    Ormai noi VAIRANESI vi teniamo pesati entrambi per cui non vi date molte arie perché come dicono a Napoli: rafaniè fatte accattà a chi nun te sape.
    E ci siamo capiti … a buon intenditor …

  6. Se dici di aver scritto all’Autorità anticorruzione via p.e.c. sin dall’aprile 2015 e non c’è stato alcun esito alla tua denuncia ciò significa – per tua stessa ammissione – che neanche Cantone ti ha preso sul serio (per non dire altro, non volendo usare il tuo stesso linguaggio, capisc’a me).
    Ti ho già invitato a renderti conto dei tuoi limiti (di apprendimento, intellettivi, intuitivi ed espressivi), hai già raggiunto un traguardo che (se non fosse stata per quella vecchia ma ormai spompata volpe di tuo padre) mai un individuo con le tue doti avrebbe potuto sognare di raggiungere.
    Forse il TSO potrebbe andar bene proprio per uno come te che non riesce a stare seduto in consiglio neanche per cinque minuti continui, che si alza in continuazione per incontinenze varie.
    Ma, ripeto, non intendo scendere ai tuoi bassi livelli da trivio, sei un politico inconcludente e credo che la poltrona che stai riscaldando da oltre tre anni non la riscalderai più.
    Convinciti, allora, caro martoncino, quel documento che hai pubblicato e che ti glori di aver scritto prima di ogni altro è una storiella che rappresenta solo la scoperta dell’acqua calda, che NESSUNO ha preso in considerazione, né il r.u.p., né la commissione giudicatrice, né l’Anac di Cantone, per cui, a distanza di cinque mesi, di quel documento cartaceo fanne un uso più utile e produttivo.
    Ciao martoncino e ti prego se devi scrivere dalle pagine della tua Rinascita, cerca di rinascere tu, utilizzando anzitutto un linguaggio più civile e facendo uno sforzo per usare concetti che intellettivamente siano un tantino al di sopra della mediocrità.
    Ahh un’ultima cosa … ma non hai notato che ormai sulla tua pagina FB non vi risponde più nessuno?
    Vi replicate tu, tuo padre, tuo padre e tu, e qualche volta il tuo parente giornalista (!?!).
    Insomma, ve la cantate e ve la suonate da soli … complimenti, siete già sul viale del tramonto!

  7. very normal pipol

    Ma qualcuno può spiegare a me e a tanti altri, ma proprio tanti altri, a cosa serve questa Associazione Antiracket ??????

  8. Ad avere qualche finanziamento pubblico e a farsi un po di pubblicità come paladini di una falsa legalità.
    In realtà, si tratta solo di ipocrisia perché nei fatti sono tutti contenti di conservare lo status quo.