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ALIFE – Cipolla alifana, nasce una fiera per il rilancio. E’ l’idea di un gruppo di agricoltori

Alife (comunicato stampa) – Riscoperta e rilancio della cipolla alifana per ritornare agli antichi fasti dell’agricoltura che in passato ha rappresentato uno dei settori più importanti del territorio matesino attraverso una Fiera ad hoc che si terrà il prossimo 10 Agosto in occasione della tradizionale festa di San Sisto.  L’iniziativa questa volta viene dalla base, ossia da un gruppo di produttori di Alife che ancora continuano a coltivare la Cipolla Alifana che nel 2013 è entrata a far parte dei Prodotti Tradizionali della Regione Campania, non a caso proprio sul sito della Regione possiamo trovare le descrizioni più appropriate del prodotto che rendono subito l’idea della sua particolarità: “La cipolla “Alifana” presenta caratteristiche organolettiche particolarmente apprezzate soprattutto sui mercati della provincia di Caserta e del Basso Lazio; il colore è ramato intenso, la forma è sferoidale fortemente schiacciata ai poli; pezzatura media (peso medio 200 gr fino a 400 gr); ha sapore dolce, intenso, aromatico ma non acre; ottima consistenza, polpa croccante e soda, bianca con sfumature violacee; ha spiccata attitudine alla conservazione nelle caratteristiche “‘nzerte” La città di Alife vanta una tradizione millenaria legata alla cipolla, sorprendente l’iscrizione sepolcrale del I sec. d.C., rinvenuta in località Pizzone, poco lontana dal Volturno, dove viene citata una Ceparia Archene. Il nome caeparia deriva da caepa, cipolla, perciò caeparius era il venditore di cipolle. Questo particolare ortaggio veniva usato dai Romani come medicamento. Passando per il Medioevo ed arrivando fino al secolo scorso la cipolla ha sempre fatto parte dell’economia del paese, maggiori riconoscimenti sono arrivati proprio in questo periodo, nel 1939 il sig. Sasso Luigi fu vincitore di un “diploma con medaglia”, per la bontà delle cipolle inviate alla Fiera Campionaria Internazionale di Milano. La cipolla alifana si differenzia dalle altre per il suo equilibrato carattere organolettico: sapida, callosa, dolce al punto giusto e non pungente.
Molto apprezzata da ristoratori di alta gastronomia e ristoranti italiani che l’hanno inserita nei loro menù.

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