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*** ESCLUSIVA *** TEANO – Ruba l’incasso in un ristorante, arrestato Aletto. Lui confessa: ero disperato per il battesimo di mia figlia

*** ESCLUSIVA *** TEANO – ALETTO Gianluca, trentenne originario del teanese, ma da anni stabilitosi a Sant’Antimo, qualche giorno fa è stato tratto in arresto dai Carabinieri di Villaricca, poiché colto in flagrante tentativo di furto alle tre di notte ne “Il Ristorantino”, noto locale della zona. I Carabinieri erano stati allertati dai proprietari che, erano stati avvertiti da dei vicini che avevano sentito dei rumori nel locale in piena notte. I titolare del ristorante, giunti sul posto, notavano la porta semiaperta e, non sapendo chi potesse esserci all’interno, chiamavano i Carabinieri. I militi della Stazione di Villaricca prontamente giungevano sul posto e, fatta irruzione all’interno, coglievano l’Aletto nel tentativo, nello stesso preciso istante, di abbandonare il locale con arnesi di scasso addosso (piede di porco, etc.) e parte della refurtiva (monitor, tv, etc.) adagiata a terra, nei pressi della porta di uscita, pronta ad essere prelevata da ipotetici complici che lo attendevano all’esterno, in via di identificazione. Il giovane aveva addotto anche una somma di danaro, schede sky, pen drive, oggetti che i proprietari del locale riconoscevano come di loro.
Il G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord, Dott. ssa FERRARA, innanzi al quale l’ALETTO è comparso per la convalida dell’arresto, accogliendo la richiesta in tal senso formulata dal difensore del trentenne, Avv. Ida LANZONE, rigettava la richiesta di applicazione della misura cautelare detentiva avanzata dal P. M. e disponeva nei confronti del medesimo la semplice misura dell’obbligo di soggiorno nel comune di residenza (Sant’Antimo).  Le indagini frattanto proseguono nel tentativo di identificare gli ipotetici complici e di qui a breve l’ALETTO valuterà con il suo difensore, Avv. Ida LANZONE, la possibilità di definire il procedimento cin taluno dei riti alternativi previsti dal codice di procedura penale, cercando così una mitigazione della propria posizione, alla luce anche della sua particolare precaria situazione economica. Difatti, il giovane innanzi al G.I.P. si è riconosciuto responsabile del fatto contestato ed ha detto al Giudice che a compiere tale gesto lo ha condotto la disperazione di non aver altri mezzi per far fronte alle più elementari esigenze del proprio nucleo familiare, composto, oltre a lui, dalla moglie e da una bambina da pochi mesi nata, che di qui a poco avrebbe dovuto celebrare il battesimo .

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