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CASERTA / PIEDIMONTE MATESE — Inchiesta Medea, uno smacco alla Dda: annullata anche l’ordinanza per Sarro

CASERTA / PIEDIMONTE MATESE — Inchiesta Medea, uno smacco alla Dda:  annullata anche l’ordinanza di arersti per Carlo Sarro.  Dopo la decisione di disporre la scarcerazione dell’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, il Tribunale del Riesame di Napoli ha annullato anche l’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari, che era stata inoltrata alla Camera dei Deputati con la richiesta di autorizzazione all’arresto, nei confronti del deputato di Forza Italia e componente della Commissione Antimafia, Carlo Sarro. Il Tribunale ha accolto la richiesta dell’avvocato Vincenzo Maiello, difensore del parlamentare.  La decisione del Riesame chiude di fatto la procedura avviata dalla Camera per decidere se autorizzare o negare l’arresto del deputato. «Non si è dimostrato come fosse stata alterata questa gara – ha commentato il deputato in relazione all’accusa di turbativa d’asta che gli veniva mossa – la mia immagine e la mia reputazione sono state massacrate a livello nazionale in maniera immotivata». Sarro, ex componente della Commissione Antimafia (si è dimesso dopo la richiesta di arresto), è accusato di aver turbato lo svolgimento della gara di appalto per i lavori di manutenzione idrica nel territorio dell’Ato3 Sarnese-Vesuviano al fine di aggiudicarla alle società di due imprenditori ritenuti vicino al clan capeggiato dal boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria; in particolare, si legge nel provvedimento firmato dal Gip di Napoli Egle Pilla, i lavori banditi dalla Gori Spa di «manutenzione, pronto intervento, rifunzionalizzazione, ricostruzione e riabilitazione delle reti idriche e fognarie per un importo stimato di 31 milioni e 710mila euro» sarebbero andati alle imprese di Lorenzo Piccolo (Idroeco srl) e Antonio Fontana (Consorzio Stabile Grandi Opere Scarl).  Ad accusare Sarro è stato uno degli imprenditori coinvolti nell’inchiesta beneficiario di sostanziosi lavori pubblici, Luciano Licenza, che racconta di come Franco Zagaria, morto nel 2011, cognato del boss Michele Zagaria di cui era l’uomo di fiducia negli enti pubblici per gli appalti, avesse come riferimento politico proprio Sarro, che «infatti venne al suo funerale» ricorda Licenza. Altro personaggio centrale nell’inchiesta è l’imprenditore Giuseppe Fontana, ritenuto uomo di Zagaria, che più volte, emerge dal provvedimento, prova ad ottenere da Sarro, ricorrendo anche a Giovanni Cosentino, fratello dell’ex sottosegretario del Pdl, appalti nel settore idrico, fino a minacciare di denunciare il deputato per aver preso, a suo dire, una tangente di 2,5 milioni di euro. Ed è proprio intercettando Fontana che i carabinieri hanno iniziato a indagare anche sull’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, accusato di aver preso proprio da Fontana 30mila euro prima delle elezioni comunali del 2011, poi vinte. Più grave la posizione di Tommaso Barbato, accusato di associazione mafiosa, e ritenuto l’anello di congiunzione, insieme a Franco Zagaria, tra il clan Zagaria e gli imprenditori che vi gravitano attorno; per la Dda, l’ex senatore, quando era responsabile del settore idrico della Regione Campania, tra il 2001 e il 2005, avrebbe affidato gran parte dei lavori di manutenzione per milioni di euro a numerose ditte di Casapesenna, controllate da Michele Zagaria.

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