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ROCCAMONFINA – Fondazione “Nicola Amore per Roccamonfina”, Petrillo: ecco al verità

ROCCAMONFINA (di Antonio Migliozzi) – Nei mesi scorsi si è tanto chiacchierato sul modo di gestire la Fondazione “Nicola Amore per Roccamonfina” ONLUS, presieduta dalla prof.ssa Emma Petrillo e quant’altro ne è conseguito con le volontà di alcune dimissioni di determinati componenti del CdA, cosa mai portata a realizzazione, la stessa presidente ci ha inviato una missiva proprio per chiarire alcuni punti fondamentali:

“La campagna elettorale è ufficialmente finita, ma a Roccamonfina continua a spaccare il paese e, cosa ancora peggiore dei crocchi da bar, in via telematica viaggiano le cose più ignobili.  Umberto Eco ha definito il computer “il cretino ad altissima velocità che ha sdoganato milioni di cretinia media e bassa velocità”. Non bisognerebbe confondere i mezzi con i fini né dover giungere “per quietare estremi imbecilli ad estremi rimedi.  Perciò parliamo con cognizione di causa.  La Fondazione “Nicola Amore per Roccamonfina ONLUS” è nata da poco. Ilprimo anno di gestione interamente sotto tale veste giuridica è stato il 2014.  Essersi prodigati per estendere benefici non crediamo sia stato un difetto o tanto meno un errore.  Consapevoli che la perfezione non è di questo mondo, siamo stati aperti a suggerimenti e a collaborazioni che, purtroppo, non sono giunte perché questo avrebbe significato pensare e disporsi a lavorare, attività che non possono essere svolte in piazza.  Bisogna chiarire che la Fondazione è un ente di diritto privato AUTONOMO ed è sottoposta al controllo della Regione attraverso l’Ufficio Enti Locali.Da statuto, è competenza del Sindaco pro tempore,su delega del C.C., la nomina dei membri del CdA, essi durano in carica cinque anni e possono essere sostituiti solo se dimissionari. Parliamo dei criteri con cui si scelgono i nominativi. Ho sempre pensato che la scelta dovrebbe essere dettata dalla ricerca di persone che possano sostenere un ruolo in cui vengono richieste delle capacità e delle competenze oltre che una base culturale, che possano portare degnamente l’onere di rappresentare il paese in veste diversa da quella politica.  I percorsi che si propongono, sulla traccia dello statuto, sono paralleli o intersecanti con quelli dell’Amministrazione, avvalorati dall’unico obiettivo: migliorare le condizioni dei cittadini di Roccamonfina e, attraverso di loro, il paese e viceversa.  Ogni cittadino di Roccamonfina dovrebbe essere orgoglioso di tale istituzione nonché grato al fondatore ed a chi non solo l’ha sdoganata, salvandoladalla possibilità, assai concreta, di essere fagocitata dalla Regione perché ente inattivo sul territorio, ma l’ha coinvolta a tutto tondo nel welfare in un momento in cui l’Ente comunale non poteva permettersi nemmeno l’acquisto della carta per le fotocopiatrici.  Oggi è possibile realizzare progetti tangibili per rilanciare il sociale, ma piuttosto che perdere energie in mille rivoli, è opportuno una oculata pianificazione anche su più annualitàdove raggiungere obiettivi concreti. Il dialogo con le istituzioni è necessario e ineludibile anche perché le pianificazioni pretendono un confronto di tutti gli Enti impegnati nel sociale che agiscono nel Territorio.  Si mette in discussione il CdA perché di nomina di diversa amministrazione, ma questo è uno dei mali più deleteri della politica italiana, quella becera e cieca: lo statuto tutela il direttivo dando un quinquennio di operatività, interrotta solo dall’eventualità di dimissioni volontarie.  La Fondazione è una cosa troppa seria per poterci giocare a piacimento su spinte umorali del momento.  Piuttosto che ricorrere ad una satira infantile, bisognerebbe comportarsi da persone che amano questo paese, coscienti che le azioni hanno sempre effetti e che distruggere è semplice, ricostruire o cercare di recuperare quanto perso è molto difficile.  Il flop delle borse di studio che la Fondazione ha disposto fa comprendere che bisogna ancora lavorare molto sulla comunicazione e la partecipazione, perché nessuna opportunità possa essere sprecata.  La democrazia non sarà mai compiuta se non si parte tutti dallo stesso starter e quanto più è avanzato culturalmente il punto di partenza, tanto più un paese potrà competere e vincere le sfide economiche e sociali che la modernità ci impone.  Colgo l’occasione per ricordare che, per qualsiasi informazione riguardante della Fondazione, si può consultare il sito “fondazionenicolaamore.org”.”

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