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VAIRANO PATENORA – Gestione ville comunali, salta la gara. Tutto da rifare fra sospetti e “curiosità”

VAIRANO PATENORA – Gestione delle ville comunali, la gara è saltata. Tutto da rifare fra sospetti e qualche “curiosità”. Ieri, infatti, al momento dell’apertura delle buste la commissione ha escluso l’unica ditta che aveva partecipato per la gestione della villa comunale di Patenora. Secondo alcune indiscrezioni l’esclusione sarebbe stata motivata dalla mancanza di un documento. Sempre secondo indiscrezioni pare che l’impresa interessata all’appalto “vanti” rapporti di vicinanza con l’attuale governo cittadino. Per la villa di Vairano Scalo, invece, non è stata presentata alcuna offerta. Nemmeno l’attuale gestore, sembra interessato al rinnovo della concessione. Forse perché questa volta bisognerà pagare una discreta somma mensile?
Così il dirigente responsabile del procedimento dovrà rifare tutta la procedura e indire nuova gara per tentare di affidare le due strutture. Nel frattempo Aldo Fargnoli, attraverso il proprio legale, l’avvocato Raffaele Moreno, fa sapere che sulla vicenda ha presentato esposto denuncia alla Procura: “ La stazione appaltante ha ritenuto di ignorare l’atto di invito e diffida ad annullare d’ufficio la gara inoltrato il13 luglio u .s. – giorno fissato dal bando per l’apertura delle buste – e ciò malgrado fossero state evidenziate viola zioni di legge (art. 73 del Codice degli appalti) e dello stesso bando di gara che, per consolidata giurisprudenza, è lex specialis della procedura concorsuale che vincola non solo i concorrenti ma la stessa amministr·azione che non può esimersi dall’osservarla una volta che sia stata emanata (cfr. Consiglio di Stato, sez. V, 3/9/1998 n. 591; sez. V, 21/6/2002 n. 3404; sez. V, 7/11/2008 n. 5547). In proposito, il bando stabiliva che le buste andavano aperte il giorno 13 luglio 2015 alle ore 10:30 e per tale ultima data doveva già essere stata costituita la commissione giudicatrice. Ed invece è accaduto che a tale data, per oscuri motivi tecnici, non solo la commissione non era stata costituita ma non sono state neanche aperte le buste. Da qui la diffida che ha anche evidenziato una carenza di trasparenza e di rispetto della par condicio perché la determina che ha bandito la gara (la n. 85) è stata emanata il 14 maggio 2015 neanche il bando è sta to affisso all’albo pretorio il 10 giugno 2015 e, quindi, circa un mese dopo, con termine per la presentazione della domanda entro e non oltre le ore 12:00 dell’8 luglio 2015. Un lasso di tempo sospetto quello tra la emanazione della determina e la pubblicazione del bando che, anziché essere pubblicato subito, è rimasto nel cassetto del responsabile dell’ufficio tecnico circa un mese, e questa condotta è indice di scarsa trasparenza amministrativa e di possibile violazione della par condicio perché non può escludersi che il bando di gara abbia potuto avere una visione anticipata o essere fotocopiato da qualche interessato.  In ogni caso, c’è il fatto incontestabile che vi è stata una violazione del termine minimo per la presentazione delle domande nell’ambito delle procedure aperte, come quella di specie, fissato in cinquantadue giorni dall’art. 73del D.Lgs. 163/ 2006 (mentre ne sono stati concessi ventotto), e della violazione del termine (inderogabile) per l’apertura delle buste fissato dal bando, fissato per il 13 luglio 2015 ore 10:30. Stante le suddette gravi violazioni, la stazione appaltante ha ritenuto comunque di procedere con la costituzione della commissione e con l’apertura dell’unica busta il 14 luglio 2015 a termine scaduto, commettendo, ad avviso di chi scrive, un illecito penalmente rilevante, per cui il mio assistito presenterà esposto-denuncia contro tu tti i responsabili (sindaco, r.u.p. e membri della commissione giudicatrice) affinché la competente A.G. verifichi se nella condotta degli anzidetti pubblici funzionari si rinvengano estremi di reato.

 

 

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