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FONTEGRECA / DRAGONI / ALVIGNANO – Camorra, affari e politica, Claudio Schiavone potrebbe raccontare fatti e di “misfatti”. Tremano in tanti

FONTEGRECA / DRAGONI / ALVIGNANO – Camorra, affari e politica, Claudio Schiavone potrebbe raccontare ai giudici una marea di cose, di fatti e di “misfatti”. Secondo alcune indiscrezioni – che al momento non trovano la conferma delle autorità competenti – l’imprenditore di Casal di Principe, arrestato alcuni giorni fa, starebbe parlando con i giudici sui fatti che a lui vengono contestati. Schiavone starebbe spiegando, insomma, come funzionava “il sistema” degli appalti pubblici e perché in alcuni comuni alcune imprese riescono a monopolizzare ogni tipo di intervento. Non è difficili immaginare che i possibili racconti di Schiavone potrebbero mettere in difficoltà una serie di figure (fra politici, amministratori, funzionari e tecnici) che per lunghi anni hanno avuto stretti rapporti con le imprese di Schiavone. Se Schiavone dovesse decidere di raccontare, nei minimi dettagli, certi “affarucci”, allora un altro terremoto politico potrebbe essere già in fase di “preparazione”. Intanto, dopo l’arresto dell’imprenditore, l’Antimafia ha sequestrato la D’Angelo Costruzioni. Ora sarà un amministratore nominato dal tribunale a gestire le sorti dell’azienda. Il sequestro dell’azienda di cui è socio Claudio Schiavone – arrestato l’altro giorno dell’Antimafia di Napoli – ha monopolizzato per lunghi anni, fino a giorni nostri, i lavori pubblici in molti comuni dell’Alto Casertano e del Matese, dimostrando, nel tempo, di aver “conquistato” sul campo buone relazioni con sindaci e amministratori locali. Numerosi gli appalti vinti dall’impresa – ritenuta dalla Procura di Napoli uno strumento della Camorra – in alcuni comuni come Alvignano, Dragoni, Fontegreca. Importanti appalti vinti anche a Pietramelara e in altri centri della zona.
Oltre all’impresa D’Angelo Costruzioni, la procura ha sequestrato la ditta “Corso Trieste 223 srl di cui Schiavone è socio al 97%. Sono state poi sequestrate quote societarie (40%) dell’impresa Tecno Archetil srl e della C&A Costruzioni srl (100%). Sono finiti poi sotto chiave terreni e immobili. Il tutto per un valore stimato in 44 milioni di euro. Un impero.

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