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PIGNATARO MAGGIORE / DRAGONI / ALVIGNANO – Gas e camorra, sei arresti. Ci sono anche Claudio Schiavone e Pasquale Matano

PIGNATARO MAGGIORE / DRAGONI / ALVIGNANO – Gas e camorra, sei arresti. Ci sono anche Claudio Schiavone e Pasquale Matano. Durissimo colpo dell’Antimafia ai clan della camorra e alle imprese che dalla stessa traggono linfa vitale. Nel blitz di oggi sono stati arrestati due imprenditore: Claudio Schiavone e Antonio Piccolo. Sono ritenuti imprenditori al servizio dei clan per conto dei quali assumevano appalti pubblici. Il nome di Claudio Schiavone è ricorrente negli appalti pubblici in molti comuni della zona; in particolar modo nei comuni di Alvignano, Dragoni e Fontegreca. Comuni che hanno continuato il rapporto di lavoro con l’impresa di Schiavone nonostante le vicende giudiziarie e le interdittive antimafia.  Altro arresto (ai domiciliari) clamoroso è quello di Pasquale Matano, di Pignataro Maggiore responsabile della distribuzione, per conto della Cpl Concoprdia, del gas metano.
Le altre persone finite in carcere sono Roberto Casali, ex presidente della Cp Concordia; Giuseppe Cinquanta, presidente del Consorzio Nazionale Servizi. Ai domiciliari finisce Giulio Lancia, sindaco di un paesino in provincia de L’Aquila e dirigente della CPL Concordia

In data odierna, i Carabinieri del N.O.E. di Caserta, a seguito di una articolata attività di indagine hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di Misure Cautelari in carcere ed agli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 6 persone indagate per associazione di stampo camorristico e concorso esterno in associazione mafiosa e del divieto di dimora e sospensione dai pubblici servizi nei confronti di due persone per delitti contro la pubblica amministrazione. Come evidenziato dal GIP nell’ordinanza, le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dai Carabinieri del NOE di Caserta in relazione alle opere di metanizzazione eseguite dalla “CPL CONCORDIA Soc. Coop.” nel Bacino Campania 30 (costituito dai Comuni di Casal di Principe, Villa Literno, Casapesenna, San Cipriano d’Aversa, Villa di Briano, San Marcellino e Frignano) e risalenti ai primi anni 2000, si sono giovate in misura determinante delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio!OVINE, elemento di vertice del clan dei casalesi dal 1998 alla guida dell’organizzazione insieme con ZAGARIA MICHELE. Nel ricostruire la complessa vicenda il GIP evidenziava l’importanza sia delle attività di intercettazione che delle dichiarazioni rese dai numerosi indagati coinvolti nella vicenda imprenditoriale più rappresentativa della strategia del clan dei casalesi di controllo delle risorse e delle opere pubbliche realizzate nel territorio casertano e nazionale. Un coacervo di elementi, quelli valutati dal GIP, da cui emergevano gravi indizi nei confronti di vari imprenditori con stabili funzioni operative all’interno del sodalizio mafioso, in qualità di referenti per la conduzione di attività imprenditoriali nell’interesse del clan, rispettivamente per le fazioni ZAGARIA, !OVINE e SCHIAVONE, e, quindi, diretta espressione dei capi clan ZAGARIA Michele,  IOVINE Antonio e SCHIAVONE Francesco inteso “Sandokan”.
Le articolate indagini, protrattesi per circa un anno, hanno disvelato i rapporti tra la società cooperativa la CONCORDIA CPL di MODENA e vari imprenditori legati all’organizzazione casalese, alcuni dei quali già impegnati in pregressi lavori per la citata società modenese e hanno consentito di ricostruire la vicenda sin dalla sua fase genetica ricostruendo un vero e proprio accordo raggiunto a monte dei lavori di metanizzazione tra la dirigenza della CPL CONCORDIA ed il clan dei Casalesi, attraverso l’intermediazione di PICCOLO Antonio. Un accordo con il quale i soggetti coinvolti con la finalità di garantirsi un vantaggio patrimoniale di rilevante entità si impegnavano, ciascuno per la parte di rispettiva competenza a compiere una serie di attività che andavano dall’iniziale intervento intimidatorio nei confronti dell’originaria concessionaria dei lavori di metanizzazione, la “Consorzio Eurogas”, con la conseguente cessione a titolo gratuito della concessione in favore della CPL CONCORDIA due mesi prima della promulgazione della Legge 266/97, con la quale venivano stanziati ingenti contributi pubblici per la metanizzazione del mezzogiorno; dall’affidamento diretto dei lavori, attraverso la lottizzazione e la stipula di contratti sotto soglia atti ad aggirare la normativa sui subappalti, ad imprese indicate alla cooperativa modenese dal clan dei casalesi ed a questo riconducibili in modo da incassare, non solo una parte della tangente già inserita dalla CPL CONCORDIA nel prezzo dei lavori ( 1O mila lire sulle 75 mila previste da contratto per metro lineare), ma anche e soprattutto una grossa fetta dei contributi pubblici pari a circa 23 milioni di euro al netto dell’IVA; dall’assunzione, nella compagine locale della CPL CONCORDIA, di soggetti organici al clan, uno dei quali indicato come autista addetto agli spostamenti dell’allora latitante! OVINE Antonio e dall’ affitto di locali, utilizzati come uffici CPL della sede di San Cipriano d’Aversa, di proprietà di affini di!OVINE Antonio, all’affidamento, al termine delle opere di metanizzazione e fino all’epoca attuale, dei lavori di allaccio alla rete del gas, manutenzione, reperibilità e pronto intervento a società riconducibili ad Antonio PICCOLO. Il GIP ha, altresì, riconosciuto il ruolo di assoluto rilievo svolto nella vicenda dall’allora senatore DIANA LORENZO, membro della Commissione Parlamentare Antimafia e membro della Commissione Parlamentare Lavori Pubblici, nonché Consigliere Comunale del Comune di San Cipriano d’Aversa, quale facilitatore della realizzazione delle opere nel Bacino. Un ruolo tradottosi in intervento diretto sulla Prefettura di Caserta per quei Comuni compresi nel Bacino ed all’epoca sottoposti a commissariamento per infiltrazioni mafiose per ottenere le delibere di approvazione della concessione e dei progetti presentati dalla CPL nei tempi previsti per accedere ai finanziamenti pubblici in favore della cooperativa modenese, ed attuato nella consapevolezza della esistenza dell’accordo per l’affidamento diretto dei lavori ad imprese riconducibili al clan dei casalesi, e, quindi, di particolare vantaggio per lo stesso sodalizio mafioso. Le indagini hanno permesso di accertare anche l’affidamento di lavori nel comune di San Cipriano d’Aversa, attraverso l’intervento di PICCOLO Antonio e su indicazione dell’allora Sindaco ANGELO RAFFAELE RECCIA e di LORENZO DIANA , ad una società i cui titolari, già politicamente impegnati a livello locale, risultavano legati da vincoli parentali con il RECCIA, con la finalità, per i due politici di garantirsi il loro appoggio nelle competizioni elettorali e per l ‘ imprenditore il vantaggio economico derivante dalla realizzazione dei lavori per un corrispettivo di circa un milione di euro. Emergeva, altresì, che nell’ambito dei rapporti di reciproco vantaggio la CONCORDIA CPL assumeva, nel periodo 2006/2007, il figlio di DIANA Lorenzo con compiti non meglio precisati.
Nella ordinanza il GIP, nel valutare il cop10so materiale indiziario prodotto a sostegno della richiesta cautelare, si soffermava anche nel descrivere l’accordo tra CPL CONCORDIA e Michele ZAGARIA sulla base del quale la società cooperativa su sollecitazione di PICCOLO ANTONIO, affiliato al clan ZAGARIA, dopo aver accertato manomissioni di contatori e mancati pagamenti di forniture di gas, condonava la somma di 47 mila euro in favore di una quindicina di soggetti riconducibili alla cerchia di familiari e stretti collaboratori del boss Michele ZAGARIA, omettendo di procedere nei loro confronti con azioni di risarcimento.
Diversa ordinanza, interdittiva e applicativa divieto di dimora nella regione Campania, è stata emessa a carico di DIANA Lorenzo e dell’Avvocato Manolo IENGO in relazione a consulenze professionali affidate dal CAAN (di cui il DIANA era divenuto presidente) come gratifica di un favore ricevuto dal DIANA. In particolare lo IENGO, Sostituto Procuratore Federale della FIGC, nello scorso mese di dicembre, attraverso la dirigenza della squadra “Nerostellati Frattese” di Frattamaggiore (NA) militante in serie D, riusciva a procurare al DIANA una falsa attestazione da cui risultava che il figlio di DIANA, Daniele, aveva svolto attività di Collaboratore Tecnico Organizzativo in seno a quella società sportiva, finalizzata all’ammissione ad un corso per Dirigenti Sportivi organizzata dalla FIGC e propedeutico all’iscrizione del giovane ad un Master della FIFA. I successivi accertamenti disvelavano come il DIANA per ricambiare il favore ricevuto, nella sua qualità di Presidente del CDA del CAAN, affidava con propria delibera, incarichi professionali allo IENGO per circa 1O mila euro.

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