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Eugenio Ferrucci, sindaco di Marzano Appio

MARZANO APPIO – Carenza idrica, decine di famiglie senza acqua da molti giorni. E l’arsenico per Ferrucci è solo una “questione” naturale

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MARZANO APPIO – Carenza idrica nelle frazioni di Macini e Caringi. Probabilmente la rotture di alcune condotte potrebbe essere alla base dei disagi a cui sono sottoposte le famiglie che abitano nei due piccoli centri. Disagi che pesano da almeno sette giorni. L’amministrazione comunale, guidata da Eugenio Ferrucci si sarebbe limitata a sollecitare il gestore del servizio, il Consorzio idrico. L’assenza di acqua nelel due frazioni si aggiunge ai disagi patiti dall’intera popolazione della zona a causa dell’aumento di arsenico nelle condotte. Ai cittadini che chiedono una soluzione del propblema, il sindaco di Marzano Appio, Eugenio Ferrucci, avrebbe risposto che si tratta di un fenomeno naturale contro il quale non si può far niente. Detto da un medico diventa disarmante. Il problema dell’inquinamento da arsenico nell’acqua potabile riguarda moltissimi comuni italiani, distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Tossicità e cancerogenicità
Gli effetti tossici dell’As sono correlati con lo stato di ossidazione dell’elemento (Hughes, 2002; WHO, 2001). Le specie trivalenti sono più tossiche rispetto a quelle pentavalenti, anche se i meccanismi non sono completamente definiti. Le specie trivalenti reagiscono direttamente con i gruppi sulfidrilici delle proteine alterandone la struttura quaternaria. L’arsenato (As inorganico pentavalente), possiede proprietà simili rispetto al fosfato e è in grado di sostituirlo in processi biochimici “critici”, determinando effetti tossici. Negli animali gli effetti avversi, non cancerogeni, di As inorganico includono tossicità embrionale e fetale, teratogenicità, genotossicità (attraverso meccanismi di danno indiretto a DNA e cromosomi) e tossicità  cardiovascolare. Nell’uomo la DL50 orale è stata stimata pari a 1-2 mg/Kg. L’esposizione cronica ad As inorganico può portare ad effetti cutanei, dello sviluppo, ematologici, riproduttivi e vascolari  e causare anomalie specifiche alla nascita. Esistono le notevoli variazioni inter-individuali nel metabolismo dell’As che possono essere dovute alla presenza di polimorfismi dei geni che codificano enzimi coinvolti nella metilazione dell’arsenic.

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La presenza dell’arsenico nei suoli e nelle acque è rilevabile in diverse regioni italiane ed è generalmente dovuta a fenomeni naturali, anche se sono stati evidenziati casi di contaminazione antropica. In Italia è stata evidenziata la presenza di concentrazioni anomale di As in diverse regioni tra cui Lombardia, Toscana, Lazio, Sardegna, Campania e Trentino (Dall’Aglio, 1996). Il D. Lgs. 31/01, entrato in vigore nel dicembre 2003, ha stabilito che l´arsenico rappresenta uno dei parametri critici per la qualità dell´acqua potabile (vedi tab. 3), in accordo con le decisioni dell´OMS sulla tossicità di alcune forme di arsenico nelle acque potabili. Dati relativi ai valori di arsenico in Italia ci informano che essi sono frequentemente superiori a 50 ìg/L. Inoltre l’aggiornamento sullo stato qualitativo delle acque sotterranee risulta difficoltosa a causa della copertura disomogenea delle reti di monitoraggio regionali. Ciò nonostante sono disponibili dati sulle acque sotterranee di molti comuni di Emilia Romagna e Lombardia (Zavatti et all., 1995), del Mediobrenta (Veneto) (Baldantoni  e Ferronato, 1996), e della provincia di Mantova (Prandi, 1998); sulle acque di sorgente e dei laghi del Lazio settentrionale e sulle acque sotterranee dei Campi Flegrei (Napoli) (Dall’Aglio, 1995). Tra  le aree maggiormente inquinate la Piana di Scarlino, nel Grossetano (Toscana), presenta una combinazione  di fattori, naturali e antropici che ha determinato, in alcune località, un accumulo di arsenico  nei suoli fino a concentrazioni di 1000 mg/kg. Le cause che hanno determinato questo inquinamento sono state attribuite sia alle alluvioni del Fiume Pecora, particolarmente ricco di sali di arsenico insolubili depositati ed inglobati nei sedimenti argillosi (Nuova Solmine, 1999), sia alle attività industriali per la lavorazione della pirite ed alle attività paleo-industriali (Arpat, 2001). La concentrazione di As nei suoli della zona mediana della Piana è compresa tra i 20 mg/kg e i 50 mg/kg. Anche in Sardegna, nell’area mineraria del Furtei, è stata accertata la presenza di questo elemento in una miniera d’oro ricca di arsenico dove la contaminazione riguarda le acque di falda, che affiorano all’interno degli scavi, con concentrazioni di arsenico intorno a 5 mg/kg. In Piemonte elevate concentrazioni di As si trovano soprattutto nella Valle Anzasca, dove sono presenti miniere aurifere già dall’epoca romana. Concentrazioni elevate di questo elemento sono state riscontrate nei suoli, nei sedimenti della Valle, e nelle acque superficiali e di falda. In Italia manca ancora una raccolta sistematica delle informazioni relative alla presenza di arsenico nelle acque utilizzate come approvvigionamento per usi potabili e di quelle distribuite in rete.

 

 

 

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