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PIEDIMONTE MATESE – Politiche sociali, D’Abbraccio punta l’indice contro l’immobilismo del Comune

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PIEDIMONTE MATESE – Politiche sociali ancora una volta nel caos. Questa volta, a puntare l’indice contro l’immobilismo della macchina amministrativa è Alfonso D’Abbraccio. “Non chiedo lavoro al sindaco, ma una casa dove poter vivere dignitosamente”. L’uomo, che si occupa della gestione parcheggi presso l’ospedale civile del capoluogo matesino, dice di aver sollecitato in più occasioni il sindaco segnalandogli il proprio disagio senza tuttavia ricevere alcuna risposta concreta. Allo stesso modo, della sua vicenda non sembra essersi minimamente interessata la funzionaria comunale Raviele. Non è la prima volta che il comune pedemontano finisce nel mirino della polemica per la gestione delle politiche sociali. Una circostanza questa evidenziata dallo stesso D’Abbraccio nel corso dell’intervista. Già in passato, altri cittadini hanno infatti lamentato la gestione non proprio equa dei fondi mettendo in evidenza un’anomalia che a Piedimonte sembra essere diventata purtroppo una consuetudine: il comune per ciò che attiene le politiche sociali sembra prendersi cura soltanto di pochi eletti. Mentre altri cittadini continuano a restare figli di un Dio minore.

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un commento

  1. Mandiamoli a casa.

    E’ una vergogna! Servizi essenziali (assistenza domiciliare disabili ed anziani) sospesi da oltre un mese. Dei contributi economici per famiglie disagiate a beneficiarne continuano ad essere sempre gli stessi amici del sindaco e della Raviele. Centro della famiglia soppresso per “insufficienza di fondi”; assistenti sociali mandate a casa sempre per ragioni economiche. Ma intanto c’è chi continua ad intascare cifre da capogiro, con un sistema remunerativo alquanto discutibile, in un ufficio di piano per niente trasparente, e tutto questo avviene sotto l’indifferenza di tutti: Sindaci, opposizioni ed organi di controllo. E’ proprio una grande vergogna!