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PIETRAMELARA – Omicidio Saviano, arrestato l’assassino

PIETRAMELARA – Arrestato il presunto assassino di Antonio Saviano. Secondo l’accusa l’autore dell’eferato crimine sarebbe Dasca Lu Petrus Florin. Il 34enne subito dopo l’omicidio sarebbe ripartito alla volta della Romania dove, alcuni giorni fa, è stato individuato, arrestato ed estradato già in Italia. Il caso è stato risolto anche grazie all’ottima azione investigativa dei carabinieri della locale stazione, guidati dal maresciallo Pasquale Mariano

Il bottino

Il povero Saviano (conosciuto da tutti con il dimunitivo di Ninuccio) sarebbe stato ucciso per circa 10mila euro. Una morte atroce, avvenuta dopo innumerevoli sofferenze. L’assassino oltre a colpire ripetutamente la vittima alla testa, gli avrebbe procurato anche diverse fratture alle costole, impedendo così al torace di contrarsi per respirare.

La cronaca di quella terribile domenica di dicembre

Legato, imbavagliato e picchiato nella sua casa. Il paese è attonito, incredulo, preoccupato. L’ipotesi più probabile appare quella di una rapina finita, poi, nell’orrore. La vittima è Antonio Saviano, conosciuto come Nino, 75 anni, ex dipendente comunale e subagente di una compagnia assicurativa. L’ultima volta è stato visto, nella zona centrale di Pietramelara, sabato sera intorno alle ore 19e30. A ritrovarlo, ieri, domenica, alle ore 13e30 è stato il nipote, Franco. Dovevano pranzare insieme e il ritardo di Antonio ha insospettito il nipote. Franco, dopo aver chiuso l’attività commerciale che gestisce nel centro del paese, si è recato a casa dello zio. Appena ha scorto il portone della villa semiaperto e scheggiato dall’azione dei malviventi, ha intuito il potenziale dramma. Pochi istanti dopo la terribile conferma: Nino era su una sedia, in camera da letto, legato con il suo stesso pigiama. Il volto tumefatto. Privo di vita. E’ immediatamente scattato l’allarme che ha portato sul posto i carabinieri della locale stazione, guidati dal maresciallo Pasquale Mariano. Altre militari sono giunti dalla compagnia di Capua, sotto la direzione del capitano De Risi. In campo, gestire la viabilità e per preservare il luogo del delitto, anche i caschi bianchi della città, coordinati dal capitano Giuseppe Izzo. Sul posto è giunta anche un’unità del 118 che ha constato il decesso del 75enne. L’incrocio fra la prima traversa di via San Giovanni e via Sanniti è stato transennato. Tantissimi i curiosi e numerosi i parenti della vittima che si sono recati sul posto per seguire da vicino l’evolversi della situazione. Appare credile l’ipotesi che Antonio  sia rimasto vittima di una rapina durante la quale i malviventi lo avrebbero legato, imbavagliato e picchiato, forse, per fargli confessare il nascondiglio dove l’uomo custodiva il contante. Per entrare i rapinatori avrebbero forzato il portone d’ingresso dell’abitazione, nel cuore della notte fra sabato e domenica scorsa. Sul posto sono arrivati i militari dell’arma della scientifica che, per diverse ore, hanno setacciato tutta l’area in cerca di indizi capaci di indirizzare le indagini sulla pista giusta. Successivamente il corpo dell’anziano è stato trasferito presso il centro di  medicina legale di Caserta dove si svolgerà l’esame autoptico che dovrà stabilire quali le cause alla base della morte. Antonio potrebbe essere stato ucciso da un malore, causato, forse, dalle percosse subite o dalla tensione accumulata durante la rapina.  L’uomo non era sposato e viveva solo,  anche se circondato dall’affetto di amici e parenti. Stava bene, era un uomo simpatico, intelligente e vivace. Fu uno dei  primi impiegati del comune di Pietramelara e per circa quaranta anni ha lavorato all’ufficio anagrafe. Dopo la pensione ha continuato a gestire una piccola subagenzia assicurativa che contava numerosi clienti. Per le faccende domestiche si avvaleva, da molti anni, della collaborazione di una domestica del posto.  Gianni Del Monte

Le ipotesi sul delitto

Chi ha agito conosceva bene l’uomo e le sue abitudini, la sua casa. Chi ha compiuto quella rapina e quel delitto potrebbe essere del posto; oppure, potrebbe essere una banda di malviventi giunta da fuori che, però, non avrebbe potuto fare a meno dell’aiuto fornito da qualche basista locale. Il colpo, quindi, sarebbe stato studiato nei minimi dettagli e attuato il sabato notte per alcune ragioni precise. Chi ha agito sapeva che la notte a cavallo fra il sabato e la domenica era il giorno ideale per colpire quella in quella villa e per trovarci, magari, un bottino più ricco. Questo per diverse ragioni

I soldi – Il sabato, ad esempio, l’uomo avrebbe potuto custodire le somme incassate dalle polizze assicurative e che avrebbe potuto depositare in banca o all’ufficio postale. Quindi agire il sabato notte poteva garantire, ai criminali,  un bottino più ricco.

Il fornaio chiuso – Di fronte alla villa dell’uomo assassinato si trova ubicata l’attività di un fornaio che però è chiusa la domenica mattina. Quindi la notte precedente l’artigiano riposa e questo potrebbe essere stato un particolare valutato importante dai malviventi. Infatti, se il fornaio avesse lavorato di notte, allora avrebbe potuto infastidire l’azione del rapinatori.

Lo studio legale – Di fronte alla villa di Nino, si trova anche lo studio legale di un noto avvocato del paese. Lo studio resta chiuso il sabato. Mentre l’appartamento sopra lo studio legale è vuoto.

Le telecamere – Poco lontano dalla casa di Nino abita il figlio di un importante  imprenditore la cui casa è dotata di telecamere. Secondo alcune indiscrezioni però le telecamere  non avrebbero inquadrato nulla di interessante perché coprirebbero solo il perimetro della proprietà.

Le indagini –A spiegare il delitto saranno le indagini dei carabinieri che hanno sentito i vicini dell’uomo per tentare di raccogliere indizi utili. Importante anche il lavoro della scientifica che per ore ha lavorato all’interno della casa  alla ricerca, fra le altre cose,  di eventuali impronte digitali lasciate dagli assassini.

Il precedente: Pietramelara come Vairano Patenora

L’omicidio di Antonio Saviano – avvenuto l’altra notte a Pietramelara – ricorda, terribilmente, l’assassinio di Bartolomeo Casparrino, nella notte a cavallo fra l’undici e il dodici agosto del 2009, a Vairano Patenora.  Anche in quel caso una rapina si concluse con la morte di un uomo, legato e picchiato. Per quell’omicidio  sono stati arrestati una decina di romeni, ritenuti colpevoli di quel delitto.  Il processo di primo grado, contro i presunti assassini di Casparrino, potrebbe emettere il verdetto già nei prossimi mesi.

Il delitto Casparrino (2009)

Venne massacrato e ucciso da una bada di balordi durante una rapina, l’anziana madre ferita.
Bartolomeo Casparrino – 50 anni – venne spogliato e legato con alcune fascette di plastica. Le mani e i piedi dietro la schiena gli impedivano qualsiasi movimento. Ripetutamente gli aggressori lo picchiarono con calci e pugni per farsi consegnare soldi e gioielli. Bartolomeo cercò disperatamente di resistere non rivelando ai rapinatori il nascondiglio del denaro. Le urla e il rumore prodotto dai ladri
svegliarono la madre (Lucia, di settanta anni) che dormiva in un’altra stanza. Sarebbe stata lei, nel tentativo di salvare il suo unico figlio dal massacro, a rivelare ai rapinatori il luogo dove erano
custoditi circa 50mila euro in contanti. Ai malviventi però la somma non bastava: erano certi che in casa era nascosto altro denaro, altri valori. Le violenze contro l’uomo continuarono fin quando il 50enne non si   accasciò privo di sensi sul letto, con il viso riverso sul cuscino. A questo punto i rapinatori spinsero la madre a terra e scapparono. La donna lanciò l’allarme che portò sul posto
l’ambulanza del 118 e una pattuglia di carabinieri della locale stazione. Purtroppo per Bartolomeo non c’era più nulla fare; non aveva resistito alle percosse e il suo cuore aveva smesso di battere.
Per  entrare nella casa di Casparrino i rapinatori scavalcarono diversi tetti per arrivare  poi su quello della casa giusta. Tolsero alcune tegole quasi in perfetta corrispondenza di una botola che dava accesso al  primo piano dell’abitazione. Attraverso quell’apertura sono piombarono  nell’appartamento della famiglia Casparrino sorprendendola nel sonno.

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3 commenti

  1. la notizia dell’arresto di quell’individuo dall’istinto animalesco che è stato l’autore di quell’orrendo crimine che ha visto vittima il caro “Ninuccio”, finalmente è arrivata,personalmente ero fiducioso nelle forze dell’ordine.

  2. Eccoci! Passato il periodo di stupore e poi quello della rabbia e sdegno risentito difronte ad un atto orrendo e rivoltante quale il delitto SAVIANO, ecco la risposta alle tante sperate implorazioni di giustizia! Complimenti alle forze dell’ordine, sperando ora, che la giustizia segua con determinazione e la stessa efficacia questo doloroso capitolo della nostra cronaca pietramelarese. Ma, anche se il tutto si risolva con un corso legale esemplare nel migliore dei modi, saremo veramente appagati e soddisfatti? Appena al corrente della tragedia, ‘corum populus’ tutta Pietramelara era piena di sdegno e e implorava giustizia; Tutto il nostro essere rivoltato non nutriva oltro pensiero. Ma ora, una volta sopita questa fase psicologica collettiva, siamo veramente soddisfatti? Veramente no! Un vuoto interiore, ed un amaro in bocca ha sostituito la rabbia, quella rabbia, che credevamo se appagata, risolvesse tutto e facesse piena giustizia. Invece constatiamo in cuor nostro una ben grama soddisfazione.È si`, per quel che si faccia, Ninuccio non tornera ne` per i suoi cari , ne` per i suoi amici. Ecco perche`se di giustizia si vuol parlare, il giudizio dovrebbe, essere aldila`della vendetta, ad un gesto quanto piu`efferato esso sia,dovrebbe corrispondere una reazione ferma, severa, pero illuminata`ed esemplare, che insegni , corregga e scoraggi eventuali, future scelleratezze. Solo cosi, non solo la societa` otterrebbe piu`giustizia`, ma anche la vittima non cadra`nell’ oblio ed il suo sacrificio non restera`vano, bensi`il suo spirito continuera`a vivere in una societa`migliorata e umana, redenta dal sacrificio! E cosi`che vogliamo ricordare, il caro Ninuccio, assieme a tante altre sfortunate, povere vittime di questo moloch che sta`diventando la nostra societa`! LUCCA PIETRO

  3. Pietro Lucca
    Non volevo toccare questo tasto per non essere frainteso e tacciato di reazionario. Ma sento il dovere di intervenire, anche a costo di apparire ampolloso e pedante. Oggi che tanto ci si gargarizza con parole quali: liberta’ democrazia e “volemose bbene” vari, oggi, mai come oggi, la massa e’ cloroformizzata resa gregge ed alla merce’ di media sofisticati, controllati e strumentalizzati da gente senza scrupoli non nata ieri, ma che da secoli dietro le quinte si e’ resa responsabile di guerre, crisi, rivoluzioni e terrorismo. Questi maledetti dettano al pianeta in quali valori credere, come vestire, mangiare e divertirsi; le cose piu’ assurde che ieri erano inconcepibili oggi sono all’ordine del giorno. I valori, se si puo’ ancora parlare di valori sono o invertiti o giudicati sorpassati e assurdi. Tutto cio’ che potrebbe ostacolare la loro brama di potere, cioe’: concetto di famiglia, nazione,religione, autorita’, societa’ ben distinte e sovrane, tutto questo e’osteggiato, criticato, ridicolizzato se non subdolamente combattuto. Hanno creato falsi miti e false esigenze, hanno di proposito tabuizzato certe parole e soggetti in squallidi, assurdi luoghi comuni, ridicolizzando,o peggio criminalizzando chi osa uscire fuori certi parametri pensando col proprio cervello. Perche? per soddisfare il loro sogno millenario: una repubblica universale con un grande gregge che non pensa, che bela in coro e consuma! E non ci sono quasi riusciti? Ma perche’ parlo di questo ? Perche’ tra’ gli inutili e la maggior parte degli interventi, scorrendo i vari commenti, circa il caso SAVIANO mi ha sorpreso e toccato la spontaneita’ ed il coraggio del giovane MATTIA GUADAGNO, che nei suoi due interventi, parla con sincerita’ e consapevolezza quasi volendo scuotere i suoi concittadini alla realta’: AGIRE!!!!! far qualcosa………quel qualcosa si chiama reazione e leggittima difesa…parla di dover” essere patriottici…e difenderci noi italiani”.Son parole che sembrano ingenue, ma che nascondono la realta’ del momento e una logica. La logica naturale dei termitai, degli alveari che quando vengono minacciati : si difendono . Pero’ attenzione! Reagendo in tal modo, cioe’ scacciando o filtrando i forestieri si e’ giudicati razzisti ed e’ cio’ che frena il nostro MATTIA. E’ il tabu’ creato dai padroni del sistema che e’ la parola razzismo che timidamente MATTIA vuol addirittura evitare di pronunciare. Ma cosa significa questa “maledetta” parola? Vuol dire odiare? Vuol dire sentirsi superiori? Vuol dire sentirsi differenti anche a costo di essere inferiori? Vuol dire difendere la sua gente? Vuol dire voler sopravvivere? Non si sa’ perche’ e’ vietato pensarci! Pensare vuol dire ragionare col proprio cervello, e non si puo’.Non e’ “politically correct”, non e’ di moda, non fa’ “chic”pensare altrimenti. Io so’ solo una cosa, che Aristotile ed il suo maestro Platone affermavano che “la natura ha orrore del vuoto e non commetterebbe mai l’errore di ripetersi creando due cose uguali”. Provate a parlar di democrazia e razzismo ai parenti delle vittime. Reagire, bisogna! Un sano intervento che freni delinquenza, furti, soprusi, angherie e omicidi. Se tutto questo tipo di reazione risulterebbe come razzismo per certi santoni…..allora qualcosa non va’. Allora essere antirazzisti vuol dire esser suicidi ! E noi vogliamo vivere!!! Un’ altro luogo comune, anche questo saltato fuori in questa rubrica,(non nomino la persona per non far polemiche) e’ che anche noi siamo stati emigranti! Si e’ vero, pero’ chi partiva dall’Italia era gente selezionata medicalmente,socialmente e con tanto di visto da parte del paese di accoglienza. Paragonare l’ emigrante italiano a quelli che l’Italia riceve oggigiorno e’ un’offesa all’immane sacrificio affrontato dai nostri padri, veri pionieri del braccio e della mente. Hanno costruito ponti,ferrovie,aeroporti, canali, interi quartieri e citta’; era gente laboriosa che non viveva a spese della societa’ che li aveva accolti. L’emigrato italiano ha sempre rispettato la gente, le istituzioni, gli usi e costumi di chi li ha accolti. Come si fa’ a paragonarci a certi mostri nell’ambito di un si’ crudo delitto? E quel che e’ peggio che e’ stato affermato che anche noi emigrati abbiamo fatto la stessa cosa….MA QUALE COSA!!!!! E smettiamola con questi interventi da santoni senza saper cosa si va’ dicendo, fidiamoci piuttosto alla spontaneita’ ed al buon senso della nostra gente, in cui voglio sperare ! Lucca Pietro