Caserta – Abusivismo e degrado da “favelas” a pochi metri dai mercatini di Natale celebrati dal sindaco Del Gaudio

Caserta (di Nando Silvestri).  Solo dieci minuti a piedi separano piazza Vanvitelli da Rione Tescione, eppure sembra una distanza chilometrica. A poche centinaia di metri dal sito dedicato a bancarelle e mercatini di Natale di esiguo interesse culturale si estende un’area dedicata allo sversamento abusivo di rifiuti. Quando lo scrivente la definì “discarica a cielo aperto” sul quotidiano “CasertaIn” la scorsa primavera, suscitò subito l’ira e il disappunto del sindaco Del Gaudio. Egli, avvalendosi della sua autorità, tentò di influenzare negativamente la reputazione dell’autore nella mentalità di redattori e direttori di testate, senza peraltro riuscirvi minimamente. L’area adibita allo sversamento di rifiuti e al deposito di deiezioni canine si trova in via Buozzi e sembra appartenere al demanio, pur essendo accessibile dalla pubblica strada. Non esistono vigili urbani che si degnino una tantum di vigilare sull’area depressa in oggetto sanzionando di tanto in tanto i trasgressori, nonostante alcuni di essi abitino nelle immediate vicinanze. Nonostante il loro stipendio. Non esistono neppure impedimenti di sorta che possano in qualche modo scoraggiare attività illecite in loco. Neppure la pulizia superficiale di sterpaglie e rovi che il sindaco Del Gaudio ha predisposto ogni 13 mesi basta a limitare lo squallore, tenuto conto che molti rifiuti sono ancora sotterrati e occultati. Giuristi e avvocati interpellati per l’occasione dichiarano che il degrado di via Buozzi si potrebbe evitare con un atto di coscienza ed una giuridica presa di posizione da parte del primo cittadino. Difatti il Tuel (Testo Unico degli Enti Locali) statuisce che il sindaco, quale locale rappresentante di governo, è l’unico responsabile della salute dei cittadini, quella salute minata quotidianamente dagli sversamenti abusivi, dalle esalazioni maleodoranti e dalla sporcizia accumulata illustrata dalle foto. Del resto basterebbe un cancello sul suolo comunale per inibire l’accesso dell’area degradata in questione a malintenzionati e zotici. Non solo mancano deterrenti, ma anche la regolamentazione amministrativa è lettera morta. Nel tempo, difatti, lo stradone menzionato adibito a discarica è stato oggetto di annessioni illegali da parte di trasgressori i quali, grazie a burocrati consenzienti e prezzolati, se ne sono serviti per assicurarsi comode vie aggiuntive di accesso alle loro abitazioni private. Segno questo che la discussione sugli innumerevoli abusi sdoganati,  recentemente imbastita dallo scrivente con il consigliere Paolo Farina che l’ha proposta per primo sui social networks ha una ratio degnamente fondata. Una serie di buche micidiali si affastellano, inoltre, a pochi metri da via Buozzi e dalla discarica succitata. Si tratta di piccoli crateri nei quali malcapitati, anziani e bambini delle vicine scuole elementari di piazza Cavour ruzzolano quotidianamente ferendosi sistematicamente. Come si intende facilmente anche dalle immagini i raccapriccianti scenari descritti delineano un quadro molto meno idilliaco di quello che il sindaco Del Gaudio vorrebbe proporre alla locale popolazione. Uno sfondo disdicevole e vergognoso non solo per la cittadinanza, ma anche per la vicina Scuola di Polizia, rinomata in tutta Italia. Il parere di gran parte dei cittadini che lo scrivente racconta con sommo piacere è che la città è sempre meno fruibile e interdetta agli stessi contribuenti che pagano profumatamente servizi indivisibili inaccessibili o inesistenti. Alla luce dei fatti sufficientemente illustrati, il predetto tentativo del primo cittadino di negare l’evidenza e di bandire dall’informazione una nomenclatura formalmente scomoda non brilla certo per rigore logico. “Allora, cosa ce ne faremo di qualche bancarella e 4 festoni, egregio sindaco?”