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ALVIGNANO – POLITICA E CAMORRA, IL SINDACO DI COSTANZO AL MATRIMONIO CON ANGELO GRILLO. LA PRECISAZIONE DI DI COSTANZO: IO HO SOLO OFFICIATO

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ALVIGNANO – Politica e camorra, il sindaco di Alvignano – Angelo Di Costanzo, attuale consigliere regionale di Forza Italia  – è stato “immortalato”   mentre posa con Angelo Grillo. La cerimonia si sarebbe svolta qualche anno fa a Villa Otensia. E’ chiaro che ai matrimoni si invitano parenti e amici stretti. Angelo Grillo, imprenditore nel campo dei rifiuti era un uomo potente, capace anche gestire grossi blocchi di voti. Forse non c’entra nulla ma alle ultime regionali Angelo Di Costanzo nella città di Grillo – Marcianise – riuscì a raccogliere tantissime preferenze (pare oltre 500). Grillo è stato tratto in arresto alcuni mesi fa con accuse pesantissime da parte dell’Antimafia. Con lui sono finiti in carcere Angelo Polverino, Giuseppe Grillo, Lazzaro Luce, Giuseppe Grillo, Antonio Pascarella e Antonio Rinaldi.

LA PRECISAZIONE DI DI COSTANZO:
Io ho sposato ad Alvignano Luca Martino de Carles e Irma Willem, quindi questo è il loro matrimonio. Grillo era un invitato e nella foto è presente con la sorella della sposa che peraltro non si è mai sposata quindi non è la moglie di Grillo. A Marcianise alle elezioni regionali ho raccolto solo 125 preferenze e non come falsamente recita l’articolo 500.

Le accuse contro Grillo
Sono accusati, a vario titolo, di reati di concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso, abuso d’ufficio e turbata libertà degli incanti, avvalendosi del metodo mafioso e, comunque, al fine di agevolare associazione camorristica (sodalizi “Belforte” di Marcianise e “dei Casalesi”), nonché quello di corruzione. L’attività investigativa – sviluppatasi attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, riprese video, servizi di osservazione e pedinamenti nonché attraverso acquisizioni di natura documentale – ha permesso di raccogliere a carico degli indagati un grave quadro indiziario in ordine ai reati ascritti, che attengono a vicende riguardanti un giro d’affari milionario, derivante dall’illecita aggiudicazione di gare di appalto per la gestione dei servizi di pulizie nelle strutture sanitarie locali. In particolare, gli illeciti erano attinenti alle vicende concernenti l’affidamento, senza una regolare gara d’appalto, del servizio di pulizie ad un’azienda, che si ritiene vicina al sodalizio “Belforte”, nonché nell’arbitraria proroga per ulteriori tre anni del contratto in questione, proroga avvenuta un anno e mezzo prima della naturale scadenza del contratto. Quando poi la stessa ditta veniva colpita da interdittiva antimafia, l’incarico veniva revocato soltanto dopo sei mesi dalla comunicazione del provvedimento interdittivo. Successivamente, a seguito della revoca l’appalto passava, per i successivi tre anni, ad una ditta riconducibile, secondo la ricostruzione accusatoria, al sodalizio “dei Casalesi”. Alla scadenza di quest’ultimo appalto, l’imprenditore della prima azienda, ritenuto vicino al gruppo “Belforte”, tentava in ogni modo di aggiudicarsi nuovamente la nuova gara, utilizzando una ditta con sede nell’Italia settentrionale, ma in effetti sempre a lui riconducibile. Il presidente della commissione per l’aggiudicazione della gara veniva, infatti, indotto, tramite minaccia armata, a favorire la predetta ditta: intimorito, tuttavia, dalle minacce a lui rivolte dai marcianisani, questi denunciava l’accaduto, riferendo però i fatti in maniera evasiva. Contemporaneamente si accordava con la ditta ritenuta vicina al sodalizio “dei Casalesi”, al fine di far aggiudicare a quest’ultima la gara.  Nel corso delle indagini emergeva inoltre la forte ingerenza dei politici nell’amministrazione degli appalti pubblici, concretizzatasi nel segnalare ai dirigenti ASL, da loro stessi nominati, le ditte a cui far aggiudicare le gare.

Grillo “amava” il Matese
Lo scandalo Asl che ha portato in carcere, fra gli altri, Angelo Polverino e l’imprenditore Angelo Grillo dimostra diverse cose. Dimostra ad esempio come, davanti agli “affari” non esiste “razzismo politico”; non esiste distinzione fra destra e sinistra, fra rossi e neri, fra onesti e disonesti. Esiste solo l’affare. Non molti anni fa l’imprenditore Angelo Grillo frequentava il Matese. Veninva, incontrava sindaci (di ogni colore politico), cenava con loro, discuteva gare e vinceva appalti, regalava qualche posticino di lavoro e chissà ….. cos’altro ancora. Angelo Grillo, 63 anni, coinvolto nella indagine della Dda di Napoli che ha portato al terremoto giudiziario e agli arresti di qualche mese fa, è un imprenditore di lungo corso che si è interessato anche di politica oltre che di sport essendo stato il presidente della locale squadra di calcio. Fu eletto consigliere comunale della Margherita nel 2006 avendo avuto anche un trascorso in altri partiti: dai Popolari ai Socialisti, dalla Lega Nord all’Italia di Mezzo. Insieme ad altri consiglieri comunali si dimise provocando la caduta dell’amministrazione comunale di centrosinistra guidata dall’ex sindaco Filippo Fecondo nel febbraio del 2008. Nello stesso anno aveva fondato un partito tutto suo: “Liberi nella Libertà. L’imprenditore del settore delle pulizie e, successivamente, gestore della ditta Cesap, controllava anche la Ecosystem 2000, colta poi da interdittiva antimafia.

 

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2 commenti

  1. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei!Conosciamo i soggetti.

  2. Dove sono i commenti del ridicolone che si autodefinisce capo dei 5stelle di Piedimonte, quello che su facebook spara palle e fa il gradasso rivoluzionario e qui tace. BUFFONE SENZA PALLE!