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CAPRIATI A VOLTURNO – Giustizia per Giuseppe Iacovone, la sorella alla Vita in Diretta

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CAPRIATI A VOLTURNO – La fmaiglia Iacovone chiede giustizia per Giuseppe, il poliziotto morto durante un inseguimento. Domani (21 ottobre 2014) negli studi della trasmissione “La Vita in Diretta”, in onda dalle 16:00 alle 18:45, condotta da Cristina Parodi e Marco Liorni, sarà presente la sorella di Giuseppe, l’agente della Polizia di Stato, Sonia Iacovone.  Alla luce dell’approvazione alla Camera dei Deputati della legge delega per il nuovo codice della strada si parlerà di come Giuseppe ha perso la vita in servizio, il 23 marzo 2012, mentre inseguiva un’auto sulla strada statale 85 venafrana.
Nei mesi scorsi ilprocesso sul caso del poliziotto morto durante un inmseguimento, l’ex presidente dell’Ept di Isernia, Pietro Campellone, è stato dichiarato non colpevole.   Probabile ci sarà il ricorso in appello. A carico dell’ex presidente dell’EPT Pietro Campellone era stata chiesta una condanna di tre anni con l’interdizione dai pubblici uffici. Di tutt’altro avviso i difensori del noto dermatologo di Isernia, i quali, dopo aver scelto il rito abbreviato, avevano chiesto (ed ottenuto) l’assoluzione del loro assistito. Nella vicenda il Ministero dell’Interno si è costituito parte civile.  Giuseppe lacovone, 28 anni, morì in servizio nel marzo del 2012, mentre inseguiva un Suv lungo la Statale 85 Venafrana, all’altezza di Macchia d’Isernia. L’agente, di Capriati al Volturno, era in forza alla questura di Isernia. Secondo una prima ricostruzione dell’accusa, Campellone, alla guida di un Suv Audi Q7, con la sua condotta di guida attirò l’attenzione della pattuglia della polizia stradale in servizio in quella zona. La volante scattò all’inseguimento, ma durante la corsa andò a schiantarsi contro un Tir che proveniva dalla direzione di Venafro. Iacovone morì sul colpo, mentre il suo collega rimase ferito. Campellone, e i giudici gli hanno dato ragione, si è sempre dichiarato innocente sostenendo di non essersi nemmeno accorto della presenza dei poliziotti. Resta, pesante, l’amarezza dei familiari della vittima.

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