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PIGNATARO MAGGIORE – Rapina al banco di Napoli, arrestati i due rapinatori. Bottino 90mila euro

rapinatore

PIGNATARO MAGGIORE – Il 6 ottobre scorso, il G.I.P presso il Tribunale di Nola, su richiesta di quella Procura, all’esito di udienza di convalida, ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di:

  • VESTOSO Bruno, nato a Napoli il 14.5.1988
  • BACIO TERRACINO Francesco, nato a Napoli il 24.1.1965

nei cui confronti la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva emesso un provvedimento di fermo, eseguito il precedente 4 ottobre nella circoscrizione, appunto, del Tribunale di Nola.  A carico del VESTOSO e del BACIO TERRACINO, a seguito di lunghe e approfondite indagini svolte dalla Compagnia dei carabinieri di Capua e coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, si erano evidenziati gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di rapina aggravata perpetrato il 6 marzo 2014 all’interno della filiale del Banco di Napoli di Pignataro Maggiore. La rapina era stata denunciata dal direttore dell’istituto di credito, ALTIERI Michele. Costui aveva riferito che il 6 marzo scorso, alle ore 14.45 circa, mentre faceva rientro nei locali della banca insieme con alcuni dipendenti, dopo la pausa pranzo, era stato sorpreso da due soggetti armati di pistola che si trovavano già all’interno della banca. Costoro gli avevano intimato di consegnar loro il denaro custodito nello sportello di cassa e nella cassaforte temporizzata. I malviventi, in attesa dell’apertura della cassaforte, avevano isolato in una stanza, chiudendole a chiave, tutte le persone in quel momento presenti, e cioè il direttore, i dipendenti, il vigilante e alcuni clienti, dopo averle private dei cellulari. Quindi, dopo essersi impossessati della somma contante di circa 88.050 euro, nonché di valuta estera per un controvalore di 2920,72 euro, e, infine, della pistola in dotazione al vigilante, si erano dati alla fuga, non prima di aver segregato tutti i presenti all’interno dell’archivio, per impedire loro di azionare l’allarme.  Dei rapinatori uno calzava guanti e aveva il volto travisato, mentre l’altro aveva agito a volto scoperto. Le attività investigative, durate alcuni mesi, hanno consentito di identificare nei suindicati indagati gli autori materiali del fatto criminoso.

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