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foto di repertorio

CASERTA – Annurca, fiore all’occhiello della melicoltura campana

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CASERTA – La mela annurca continua ad essere, ieri come oggi, il fiore all’occhiello della melicoltura campana.  Rappresenta una varietà molto antica, tanto da essere riconoscibile in alcuni dipinti pompeiani, ed in particolare in quelli della Casa dei Cervi, ad Ercolano. Essa è originaria dell’agro puteolano; da qui la coltivazione si è diffusa in gran parte della nostra regione. L’Annurca leader della produzione regionale fino alla seconda guerra mondiale, è passata negli anni 50 ad un ruolo del tutto marginale, fino ad essere quasi dimenticata negli anni 60-70, quando presero il sopravvento le cpltivazioni americane. Da diversi anni, tuttavia, grazie alla capacità di alcuni produttori che hanno saputo anticipare le nuove tendenze in campo alimentare, rivolte alle cose genuine e tradizionali, e conciliare tradizione e innovazione tecnologica, l’Annurca sta tornando agli antichi splendori che merita.

Non è fotogenica:
L’unica colpa dell’annurca sembra essere la sua scarsa bellezza. A prima vista, chi non l’ha mai gustata, non la sceglierebbe in mezzo ad altre varietà di mela più appariscenti e lucide. quelle che insomma sono più fotogeniche, quelle che si vedono in tanta pubblicità. Questo, in una società che vive sempre più d’apparenze è davvero, purtroppo un grave handicap.

Un frutto salutare:
Questa mela, l’annurca, è anche un’ottima medicina per la nostra salute. Ricca di fruttosio, con un tasso di cellulosa dello 0,9%, concentrato per lo più nella buccia, esalta le qualità digestive graduando l’assorbimento del glucosio è di grande beneficio per i diabetici. Abbassa il colesterolo nel sangue perchè ostacola il suo assorbimento mediante il fitosterolo e la pectina che rendono il colesterolo alimentare inassimilabile. L’Annurca si presenta come un concentrato di vitamine B1, B2, PP, C, unitamente ad elementi minerali quali fosforo, ferro, manganese, zolfo e soprattutto potassio. Ad essa sono attribuite azioni positive a carico dell’apparato muscolare e nervino, effetti antireumatici, diuretici e dissetanti, una certa azione ipocolesterolemica e antimicrobica intestinale. Studi recenti hanno dimostrato, infatti, che la mela annurca è ricca di sostanze capaci di conferirle un elevato potere antiossidante. Per cui essa potrebbe avere un ruolo decisivo nella prevenzione del cancro. La ricchezza in fibra poi, la rende particolarmente adatta a ripulire le arterie dal colesterolo e quindi a prevenire le malattie cardiovascolari.

La Regina che arriva da lontano:
Definita la “regina delle mele”, soprattutto per la spiccata qualità organolettica dei suoi frutti, l’Annurca ha da sempre caratterizzato la melicoltura campana. La sua raffigurazione nei dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano ed in particolare nella Casa dei Cervi, testimonia l’antichissimo legame dell’Annurca con la Campania felix. Luogo di origine sarebbe l’agro puteolano, come si desume dal “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio (Como 23 d.C. – Stabia 79 d.C.). Proprio per la provenienza da Pozzuoli, sede degli Inferi, Plinio il Vecchio la chiama “Mala Orcula” in quanto prodotta intorno all’Orco (gli inferi). Anche Gian Battista della Porta, nel “Suae Villae Pomarium”, nel descrivere le mele che si producono a Pozzuoli riferisce come queste siano volgarmente dette orcole. Da qui i nomi anorcola e annorcola utilizzati successivamente, fino a giungere al 1876 quando il nome “Annurca” compare ufficialmente nel Manuale di Arboricoltura, la descrizione del prodotto.

La rossa del Sud:
L’Annurca, anche nel mutante “Rossa del Sud”, è famosa per la polpa croccante e compatta, gradevolmente acidula e succosa, aromatica e profumata, di buone qualità gustative. Il frutto si presenta del tipico colore rosso con epidermide liscia, cerosa, mediamente rugginosa nella cavità peduncolare. Uno degli elementi di tipicità che certamente caratterizzano questa coltura è l’arrossamento a terra delle mele nei cosiddetti “melai”. L’Annurca è coltivata in tutte le provincie campane anche se le aree più produttive e tradizionalmente legate alla sua produzione sono: nel napoletano quella Giuglianese-Flegrea; nel casertano: il maddalonese, l’aversana, il teanese ed il vairanese. Mentre le valli Caudina e Telesina nel beneventano si caratterizzano per la presenza dell’Annurca tradizionale.

Ogni anno 90.000 tonnellate:
L’Annurca rappresenta oltre il 50% della produzione regionale di mele e il 5% circa di quella nazionale. Le qualità di questa mela, fino ad oggi apprezzate particolarmente dai consumatori campani e laziali, stanno progressivamente conquistando sempre maggiori spazi anche nei mercati dell’Italia centro – settentrionale, grazie anche all’ingresso nei canali della grande distribuzione organizzata. La mela Annurca ha caratteristiche estetiche ed organolettiche che contribuiscono fortemente a delinearne la tipicità. Il frutto è piccolo, con un peso medio di poco superiore ai 100 grammi. La forma è appiattita o rotondeggiante con epidermide rosso-striata, mentre la cavità peduncolare presenta una caratteristica area rugginosa. La polpa è di un colore bianco, di consistenza compatta, dolce e succosa. La consistenza del frutto si mantiene quasi del tutto inalterata anche dopo mesi di conservazione.

 

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