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MIGNANO MONTE LUNGO – SI RIAPRE LA VIAFRANCIGENA NELL’ALTA TERRA DI LAVORO

Via-Francigena

MIGNANO MONTE LUNGO  (di Rachele Izzo) – La Via Francigena o Francesca, cioè dei Franchi, è menzionata, per lo più quale confine di grandi appezzamenti di terra donati a monasteri benedettini, in documenti di età longobarda-carolingia dal IX secolo al XII sec. d. C.

Documenti antichi e toponimi superstiti testimoniano la Via Francigena a cavallo delle Alpi: a Lione, in Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia. È dunque una via prettamente italiana .
A sud di Roma secondo alcuni studiosi la Francigena avrebbe seguito l’Appia sino a raggiungere Capua, Benevento e la Puglia, ma questa è solo una congettura poco probabile poiché l’Appia impaludò precocemente e rare e tarde sono le menzioni di viaggiatori che la seguirono.
Ed in effetti il reale percorso della strada è sull’asse, e talora in coincidenza, con la Via Latina o Casilina, che congiungeva Roma a Capua lungo le valli del Sacco e del Liri. Il tracciato è documentato da toponimi o antiche pergamene a Veroli, Mignano Montelungo, Galluccio, Conca della Campania, Roccamonfina, Vairano Patenora, Pietravairano, ai piedi del Matese, verso Benevento e del Montemaggiore a Roccaromana e Dragoni e verso Capua e Napoli, sino in Calabria.
Laddove mancano indicazioni puntuali è possibile ricostruire il tracciato integrandolo con i percorsi di sovrani itinerari di pellegrini ad esempio utilizzando le a tappe di San Nilo, San Willibaldo, o del re Filippo II Augusto.

La Francigena tra Garigliano e Volturno

I Comuni di Caianello, Conca, Francolise, Galluccio, Marzano Appio, Pietravairano, Raviscanina, Roccamonfina, Vairano Patenora, su iniziativa e con l’assistenza tecnico-scientifica del Centro Studi sul Medioevo di Terra di Lavoro hanno sottoscritto un protocollo di intesa per la riscoperta e valorizzazione della Via Francigena nell’Alta Terra di lavoro, o Campania Felix, vale a dire il territorio dominato dal massicci del Matese, Roccamonfina e Montemaggiore, terra campana ma di antichissima tradizione sannitica come dimostrano le poderose cinte megalitiche arroccate sui monti. Sulla base dei documenti antichi sono stati individuati recuperati e segnalati i percorsi dell’antica Via Francigena.

Il 4 maggio 2014 nella VI Giornata Nazionale dei Cammini Franchigeni in tutta Italia vine percorsa la prestigiosa arteria medievale. Per la prima volta la Campania partecipa grazie all’ Intesa Francigena tra 10 comuni che su iniziativa e con l’assistenza del Cantro Studi sul Medioevo di Terra di Lavoro, guidato dall’ Avv. Domenico Caiazza, hanno recuperato e segnalato circa 36 Km di antichi percorsi. Sui basoli romani della Via Latina o su lastricati medievali tra boschi e castagneti sarà possibile scoprire i più suggestivi panorami, borghi e castelli opere d’arte luoghi di vita di personaggi famosi. Verranno scoperti cippi di pietra col simbolo del pellegrino che segnano il percorso dell’ antichissima arteria e saranno visitabili i monumenti più importanti. Il percorso sarà inaugurato dai ciclisti del MBT Treking Volturno e dagli alpinisti del CAI del Matese, oltre ceh da gruppi di rievocazione come storica come la Compagnia della rosa e della spada e il Gruppo Catrum Vairani, un concerto di musica medievale al santuario dei Lattani alle ore 19 chiuderà la Giornata Franchigena che intende promuovere la riscoperta del territorio sul filone del turismo lento motivato intelligente.

Percorso:

Da Mignano a Galluccio a Roccamonfina.
Mignano un piccolo abitato medievale che conserva ancora il castello che fu dei Fieramosca, dei quali è famoso Ettore eroe della Disfida di Barletta.
attraverso porta Fratte si procede in direzione di Sessa Aurunca sino a raggiungere Campo frazione di Galluccio e poi la frazione Vaglie .Presso la chiesa di San Giacomo sita sulla provinciale si imbocca il sentiero che valicando il Peccia su un antico ponte porta a Galluccio, paese che ha avuto la ventura due ospitare due papi: innocenzo II e Giulio II. Si visita la bellissima Colleggiata di Santo Stefano. Si prosegue verso San Clemente , oggi capoluogo del paese, superato il quale è la capella rurale della Madonna del Sorbello , che sovrasta la Francigena qui testimoniata da un documento vulturnense.
Una mezzora di percorso sulla Francigena tra castagneti porta a rasentare una copiosa sorgente dopo la quale è un bel tratto col lastricato medievale. Nei pressi sulla sinistra la deviazione per Vezzara frazione di Conca della Campania.
Dominato da un castello quattrocentesco sorto a fianco di una fortificazione normanna Conca ha belle chiese con affreschi. Proseguendo sulla Francigena si raggiunge Pratolungo località di Roccamonfina menzionata con Conca e Sepicciano e la Francigena in un documento altomedievale. Poco oltre è il bellissimo Santuario gotico di Maria SS dei Lattani sorto presso una scaturigine sacra già in epoca sannitica edificato nel 400, forse su impulso di San Berardino da Siena e San Giacomo della Marca.
Bellissimo il panorama. Per la Frazione Gallo dove è un’antica chiesa di San Michele si scende a Roccamonfina stazione climatica rinomata per le castagne.
Si prosegue tra splendidi castagneti per la Frazione Garofali e si imbocca la strada che rasenta l’eremo di Monte Atano, che aveva un portico per i pellegrini e si scende al distrutto castello di Caianello. Ai piedi della rupe
correva la Via Latina che collegava Roma a Capua. Ne restano basolati integri sui quali passò Filippo II augusto nel Medioevo tornando dalla crociata, proveniente da Maddaloni e Capua e diretto a Roma.
Sulla Stradella questo il nome locale della Latina-Francigena si procede spediti , anche su antichi basolati, verso la Piana di Presenzano-Vairano che si raggiunge in territorio di Marzano Appio, bel paese con un castello rinascimentale in restauro e cappelle con antichi affreschi, presso il Lago delle Correie. Di origine vulcanica è legato a paurose leggende. Attraversata con la dovuta prudenza la Casilina si prosegue verso il borgo medievale di Vairano Patenora che si raggiunge attraversando la ferrovia su un ponte e la SS Venafrana con precauzione. Un diruto possente castello domina il colle ed il turrito abitato medievale , nella piana l’abitato moderno. attraverso la frazione Greci si raggiunge l’Abbazia della Ferrara.
Eretta nel 1171 fu la prima casa cistercense ed il primo edifico gotico nel Regno di Napoli, beneficata dai re normanni e da Federico II, che vi soggiornò due volte.
Il grandioso edificio, abbandonato e pericolante, attende la resurrezione. Sinora è stata almeno puntellata la cappella di Malgerio Sorel che custodisce l’affresco in cui è ritratto Pietro del Morrone, poi Celestino V di recente restaurato dalla Banca Capasso. Nell’abbazia questi fu novizio e prese i voti per poi partire verso l’Abruzzo e fondare
Si prosegue per la strada che mena al Volturno che si supera sul ponte della diga di Ailano, che è poco più a monte della località Ponte Romano di Pietravairano rammentata da antichi documenti e sita ai piedi del Monte San Pietro e San Eleuterio dove correva la Francigena. Come testimoniano antichi documenti
Oltre il Volturno siamo in terra di Raviscanina dominata dal diruto Castello di S. Angelo di Raviscanina, che diede i natali a Celestino V, notevole per il dongione normanno e per lo splendido panorama.

 

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5 commenti

  1. Bonifacio VIII

    Ma la vogliamo finire con questa “bufala” che Celestino V sia nato a Sant’Angelo d’Alife o Ravecanina?

  2. Per Bonifacio VIII:
    LA STORIA – Le biografie di Celestino V non consentono di risalire con precisione al suo luogo di nascita. I documenti ufficiali di canonizzazione e Liber Pontificalis lo dicono nato nel reame di Napoli in Terra di Lavoro, in un castello di Sant’Angelo. Unico castello di Sant’Angelo in Terra di Lavoro è quello di Sant’Angelo di Raviscanina, assai vicino all’Abbazia della Ferrara in Vairano Patenora nella quale il santo studiò e prese i voti. Lo studioso Caiazza ha dimostrato che il santo fu educato nel monastero cistercense di Santa Maria della Ferrara sia perché questa abbazia è assai vicina al luogo di nascita sia perché nelle sue visioni il santo descrive il suo abate e i sui confratelli in abito bianco, lo stesso dei Cistercensi, sia perché alcune regole del suo ordine sono di derivazione cistercense. Inoltre, Caiazza, ha rilevato che Pietro del Morrone ha dedicato allo spirito santo il suo ordine e le sue chiese e questa devozione è di chiara impronta della Ferrara. Infine Caiazza ha scoperto e pubblicato nell’abbazia della Ferrara il ritratto di Pietro del Morrone nella cappelle dello Spirito Santo ove è la tomba di Malgerio Sorel, feudatario e monaco cistercense.

  3. Bonifacio VIII

    Cara redazione,
    non è mia intenzione polemizzare, ne entrare nel merito, sulle supposizioni sopra descritte e mi piacerebbe conoscere l’opinione di altri “autorevoli” studiosi al riguardo, dato che notoriamente si è sempre saputo che Pietro da Morrone fosse molisano. Comunque, al di la di tutto, l’importante che si cominci a parlare della Via Francigena del Sud, ultima speranza per far conoscere il nostro ameno entroterra. Passo e chiudo.

  4. ARISTARCO SCANNABUE

    Cara Redazione,
    le problematiche sul luogo natale di Celestino V sono state trattate da studiosi molisani (Pece per S. Angelo Limosano e Palumbo per Isernia) e campani (Caiazza) nelle Seconde Giornate Celestiniane in Terra di Lavoro tenutosi nel 2009.
    I testi di tali relazioni, che esprimono TUTTI i punti di vista sono contenuti nel volume TERRA LABORIS FELIX TERRA edito nel 2011, ivi anche è la disanima del Prof. Aldo Cervo sulla tesi del Caiazza. Ma poiché il prof Cervo, Presidente dell’ Associazione Storica del Caiatino è campano seppure certo non di Raviscanina, ma di Caiazzo converrà richiamare il pensiero del prof. Elpidio Valeri, Studioso abruzzese e quindi non sospetto di parzialità, che in “Celestino V e la Perdonanza” in AAVV Perdonanza Celestiniana one group edizioni 2008 p29-30 afferma che da “studi recenti (D. Caiazza, 2005) sappiamo che Pietro Angeleri nacque in Terra di Lavoro, undicesimo di dodici figli, in Terra di Lavoro, forsein S. Angelo di Ravecanina, tra il 1209 e 1210, da una famiglia piuttosto agiata….studiò e fece il noviziato presso l’abbazia cistercense di s. Maria di Ferraria, dove apprese la regola cistercense e la devozione allo Spirito santo e dove nel 1230 vestì l’abito”.
    Il fatto poi che la Chiesa abbia mandato le venerande reliquie del papa-santo a Raviscanina. sant’Angelo, con soste di culto a Vairano sede della Ferrara ed a Pietravairano sede della Ferrarella , pur nella nota prudenza della Chiesa, qualcosa potrebbe significare.
    Ma chi, parla speditivamente di “bufala”, definisce a priori “supposizioni” tesi scientifiche argomentate e accettate dalla critica storiografica e virgoletta a priori “autorevoli” gli “altri” studiosi appoggiandosi sulla….notorietà che è credenza ascientifica e non dimostrata (…”si è sempre saputo”) non avendo metodo critico e muovendo da tesi preconcette certo resterà nelle proprie indimostrate e “sapute” convinzioni. Pace. la ricerca scientifica ed il progresso degli studi sono tutta altra cosa.