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PIETRAMELARA – Monopolio del Gas, i Nuzzo si difendono: nessuna estorsione, solo una controversia commerciale. Mauriello precisa: mai nessuna protezione o legame particolare con Cantile

PIETRAMELARA –  Monopolio del Gas, i Nuzzo si difendono e respingono  ogni accusa: “Nessuna minaccia,  il debito lo avevamo ma ci era stato chiesto di pagare di più”. Questa, in sintesi, la linea difensiva adottata dalle persone indagate ascoltate dal giudice per le indagini preliminari.

La vittima, Leopoldo Mauriello, attraverso il proprio legale, ha inteso fare chiarezza su un punto della vicenda specificando che non ha mai avuto alcuna protezione da Giuseppe Cantile nè ha mai avuto alcun legame particolare con lo stesso.

Nessuna estorsione, solo una questione commerciale. In questo modo, Tommaso Nuzzo, imprenditore di Casagiove, arrestato sabato scorso con l’accusa di estorsione aggravata ha spiegato i rapporti intercorsi tra lui e quella che, secondo la Procura di Napoli, è la sua vittima. Davanti al gip Pietro Carola ieri mattina anche Pasquale Nuzzo, figlio di Tommaso, Attilio Pellegrino, di Villa di Briano, e Francesco Sparago, di San Prisco. Tommaso Nuzzo, assistito dai suoi legali Enzo Domenico Spina e Angelo Raucci, ha chiarito la sua posizione, ammettendo di aver contratto un debito con l’imprenditore di Pietramelara, ma sostenendo di aver avuto intenzione di pagare il dovuto e di non aver messo in atto alcuna pratica estorsiva. Il casagiovese ha dichiarato, infatti, di aver saldato parte del debito contratto e di essersi trovato in difficoltà in quanto il suo creditore avrebbe preteso da lui più del dovuto. Nuzzo si sarebbe lamentato della cosa con Pellegrino, anche lui operatore del settore dei carburanti, ma di non avergli chiesto alcunchè. Stessa versione è stata sostenuta dal figlio, Pasquale, anche se il 25enne ha dichiarato di non essere a conoscenza dei dettagli della vicenda, ma solo di essersi recato a Pietramelara a prendere la cisterna del padre. Anche Sparago, assistito dall’avvocato Nicola Leone, ha parlato a lungo con il giudice per le indagini preliminari Carola. Ha dichiarato di aver fatto una cortesia ad un vecchio amico, Nuzzo. Avrebbe accompagnato Pasquale Nuzzo e la moglie del padre dall’imprenditore dell’Alto Casertano. Sparago sarebbe stato convinto che i due dovevano chiudere una transazione commerciale già definita, senza essere a conoscenza di quanto sarebbe avvenuto prima e di quali sarebbero stati gli sviluppi della vicenda. Sparago avrebbe capito di essere finito in una situazione ‘complessa’, secondo quanto da lui dichiarato al pm, quando, recatosi a Pietramelara per la seconda volta, è stato fermato dai carabinieri. In base alla sua versione, era tornato dall’imprenditore a chiedere quanti ‘vuoti’, ovvero contenitori per il gas, aveva disponibili affinchè Nuzzo li riempisse a saldo di parte del debito. Sparago ha dichiarato, infine, di non aver mai proferito minacce all’indirizzo dell’imprenditore.

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