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VAIRANO PATENORA – Omicidio Casparrino, il caso arriva in Cassazione: a ottobre l’ultimo grado di giudizio

VAIRANO PATENORA –  Omicidio Casparrino, il caso arriva in Cassazione. Nei mesi scorsi la Corte diAppello di Napoli ha confermato quasi totalmente la sentenza di primo grado con gli ergasotoli per gli assassini di Bartolomeo Casparrino.  E’ stata assolta Stefan Nicoleta – difesa dall’avvocato Ernesto De Angelis – che aveva subito condanna ad oltre dodici anni in primo grado perchè ritenuta organizzatrice del colpo. Per il resto le pene di primo grado restano tutte confermate ad eccezione di Alexandru Onofreiciuc la cuipena viene ridotta da dodici a nove anni. Questa la decisione della terza sezione di Appello di Napoli presieduta dal giudice Masturzio.  Soddisfatte le parti civili per la sentenza  che riconosce anche 200mila euro di danno (come acconto). Dopo tre anni da quelal terribile notte, quindi, i giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere scrivono un primo importante capitolo nella vicenda per la morte di Bartolomeo Casparrino.  Ergastolo per Uretru Eduard Razvan e Trinca Romolus l’ergastolo  a cui il giudici infligge anche l’isolamento diurno per due mesi. Condanna a dodici anni di carcere   per Alexandru Onofreiciuc e  Nicoleta Stefan, nove anni di carcere  per Ciurea Alexandru. Assoluzione per Ionel Sandu. La sentenza della corte di Assise composta dal giudice Corinna Forte e dal presidente Elvira Capecelato ha anche accordato un risarcimento (a titolo di acconto) di 200mila euro in favore della parte civile rappresentata da Lucia Daniele, anziana madre della vittima. La parte civile, attraverso l’avvocato Vincenzo Cortellessa e la publica accusa, rappresentata dalla dottoressa Persico, al termine dell’udienza, hanno manifestato piena soddisfazione per la decisione assunta dal tribunale.
Secondo la ricostruzione fatta dai periti durante il processo ,  Bartolomeo Casparrino  fu ucciso per soffocamento, probabilmente con un cuscino pressato sul viso. Per legarlo e immobilizzarlo intervennero almeno due persone.  L’uomo lottò e tentò disperatamente di difendersi. Fu picchiato e maltrattato. L’agonia durò fra i quattro e sei minuti.  Ad uccidere Bartolomeo Gasparrino, quindi, è  stata una banda di rumeni, specializzata in furti in appartamento. Il gruppo avrebbe operato avvalendosi  della complicità di una badante  – sempre proveniente dall’est europeo –  che avrebbe fornito importanti informazioni sulla casa dell’uomo.  L’uomo viveva con l’anziana madre in una modesta abitazione a poche centinaia di metri dalla scuola elementare dove da 27 anni faceva il bidello. I malviventi si ntrodussero nell’abitazione calandosi da una botola che consente l’accesso al tetto e si sono diretti nella stanza occupata dell’uomo. Il tribunale di Napoli dovrà pronunciarsi sulla  sentenza di primo grado: due imputati condannati all’ergastolo, per altri due complici pena di nove anni. Soddisfatte le parti civili per la sentenza  che riconosce anche 200mila euro di danno (come acconto). Dopo tre anni da quella terribile notte, quindi, i giudici del tribunale di Santa Maria  scrivono un primo importante capitolo nella vicenda per la morte di Casparrino. Ora tocca alla Cassazione.

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