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foto di repertorio

PRESENZANO – Caso Caiamano, l’avvocato: faremo ricorso in appello

PRESENZANO  – Caso Caiamano, il difensore dell’uomo – l’avvocato Massimo Amato – assicura: ricorreremo in appello. Riteniamo la sentenza ingiusta e troppo pesante rispetto ai fatti contestati. Queste, in sostanza, le motivazioni che indurranno l’avvocato Amato e il suo asssisto a presentare ricorso in appello. Caimano Eugenio è stato condannato ad 8 mesi per la sola resistenza a pubblico ufficiale e non per altro. Il giudice si è riservato novanta giorni per il deposito delle motivazioni.  Sono peraltro state revocate le misure cautelari personali in danno del Caimano che è tornato libero da ogni restrizione.
I FATTI: Pensava che fornendo le generalità del Fratello gemello l’avrebbe fatta franca. Non è stato così per un 37enne di Presenzano, in provincia di Caserta. CAIMANO Eugenio, questo il suo vero nome, venne arrestato dai carabinieri per resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo che viaggiava a bordo di una Fiat Panda venne fermato per un controllo alla circolazione stradale ed alla richiesta di routine fatta dalle forze dell’ordine di fornire le generalità e di esibire un documento di riconoscimento e quelli di circolazione del veicolo, fornì la carta d’identità e la patente intestati a CAIMANO Raffaele cl. 76, fratello gemello (omozigota). I carabinieri, nell’immediatezza, non riscontrarono la sostituzione di persona, anche perché era notevole somiglianza, praticamente identici, tra la persona fermata (CAIMANO Eugenio) e l’effige posta sui documenti di riconoscimento consegnati, corrispondenti, per l’appunto, a (CAIMANO Raffaele).  Tutto sarebbe filato liscio se costui non avesse mostrato segni di insofferenza tali da indurre gli operanti ad approfondire il controllo con una perquisizione personale. Fu in  quel momento che l’uomo si diede alla fuga, a piedi, per vie circostanti venendo rincorso e bloccato dopo che più volte era riuscito a divincolarsi con strattoni e spintoni. Condotto in caserma il CAIMANO, pensando di non essere scoperto, non solo ha continuato a dichiarare di chiamarsi Raffaele ma  sottoscrisse gli atti con firma apocrifa che lo rilegavano agli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo. Naturalmente la verità venne a galla nel tardo pomeriggio e cioè nel momento in cui  giunse l’esito dell’impronte digitali prelevate dai militari dell’Arma che ha consentito di svelare la vera identità dell’arrestato, corrispondente in CAIMANO Eugenio, tra l’altro già sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G., oltre ad avere revocata la patente di guida.

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