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PIETRAMELARA – Omicidio Saviano, la cronaca e le ipotesi di un delitto efferato

PIETRAMELARA – Assassinato un 75enne in pieno centro. Legato, imbavagliato e picchiato nella sua casa. Il paese è attonito, incredulo, preoccupato. L’ipotesi più probabile appare quella di una rapina finita, poi, nell’orrore. La vittima è Antonio Saviano, conosciuto come Nino, 75 anni, ex dipendente comunale e subagente di una compagnia assicurativa. L’ultima volta è stato visto, nella zona centrale di Pietramelara, sabato sera intorno alle ore 19e30. A ritrovarlo, ieri, domenica, alle ore 13e30 è stato il nipote, Franco. Dovevano pranzare insieme e il ritardo di Antonio ha insospettito il nipote. Franco, dopo aver chiuso l’attività commerciale che gestisce nel centro del paese, si è recato a casa dello zio. Appena ha scorto il portone della villa semiaperto e scheggiato dall’azione dei malviventi, ha intuito il potenziale dramma. Pochi istanti dopo la terribile conferma: Nino era su una sedia, in camera da letto, legato con il suo stesso pigiama. Il volto tumefatto. Privo di vita. E’ immediatamente scattato l’allarme che ha portato sul posto i carabinieri della locale stazione, guidati dal maresciallo Pasquale Mariano. Altre militari sono giunti dalla compagnia di Capua, sotto la direzione del capitano De Risi. In campo, gestire la viabilità e per preservare il luogo del delitto, anche i caschi bianchi della città, coordinati dal capitano Giuseppe Izzo. Sul posto è giunta anche un’unità del 118 che ha constato il decesso del 75enne. L’incrocio fra la prima traversa di via San Giovanni e via Sanniti è stato transennato. Tantissimi i curiosi e numerosi i parenti della vittima che si sono recati sul posto per seguire da vicino l’evolversi della situazione. Appare credile l’ipotesi che Antonio  sia rimasto vittima di una rapina durante la quale i malviventi lo avrebbero legato, imbavagliato e picchiato, forse, per fargli confessare il nascondiglio dove l’uomo custodiva il contante. Per entrare i rapinatori avrebbero forzato il portone d’ingresso dell’abitazione, nel cuore della notte fra sabato e domenica scorsa. Sul posto sono arrivati i militari dell’arma della scientifica che, per diverse ore, hanno setacciato tutta l’area in cerca di indizi capaci di indirizzare le indagini sulla pista giusta. Successivamente il corpo dell’anziano è stato trasferito presso il centro di  medicina legale di Caserta dove si svolgerà l’esame autoptico che dovrà stabilire quali le cause alla base della morte. Antonio potrebbe essere stato ucciso da un malore, causato, forse, dalle percosse subite o dalla tensione accumulata durante la rapina.  L’uomo non era sposato e viveva solo,  anche se circondato dall’affetto di amici e parenti. Stava bene, era un uomo simpatico, intelligente e vivace. Fu uno dei  primi impiegati del comune di Pietramelara e per circa quaranta anni ha lavorato all’ufficio anagrafe. Dopo la pensione ha continuato a gestire una piccola subagenzia assicurativa che contava numerosi clienti. Per le faccende domestiche si avvaleva, da molti anni, della collaborazione di una domestica del posto.  Gianni Del Monte

 Le ipotesi sul delitto

Chi ha agito conosceva bene l’uomo e le sue abitudini, la sua casa. Chi ha compiuto quella rapina e quel delitto potrebbe essere del posto; oppure, potrebbe essere una banda di malviventi giunta da fuori che, però, non avrebbe potuto fare a meno dell’aiuto fornito da qualche basista locale. Il colpo, quindi, sarebbe stato studiato nei minimi dettagli e attuato il sabato notte per alcune ragioni precise. Chi ha agito sapeva che la notte a cavallo fra il sabato e la domenica era il giorno ideale per colpire quella in quella villa e per trovarci, magari, un bottino più ricco. Questo per diverse ragioni

I soldi – Il sabato, ad esempio, l’uomo avrebbe potuto custodire le somme incassate dalle polizze assicurative e che avrebbe potuto depositare in banca o all’ufficio postale. Quindi agire il sabato notte poteva garantire, ai criminali,  un bottino più ricco.

Il fornaio chiuso – Di fronte alla villa dell’uomo assassinato si trova ubicata l’attività di un fornaio che però è chiusa la domenica mattina. Quindi la notte precedente l’artigiano riposa e questo potrebbe essere stato un particolare valutato importante dai malviventi. Infatti, se il fornaio avesse lavorato di notte, allora avrebbe potuto infastidire l’azione del rapinatori.

Lo studio legale – Di fronte alla villa di Nino, si trova anche lo studio legale di un noto avvocato del paese. Lo studio resta chiuso il sabato. Mentre l’appartamento sopra lo studio legale è vuoto.

 Le telecamere – Poco lontano dalla casa di Nino abita il figlio di un importante  imprenditore la cui casa è dotata di telecamere. Secondo alcune indiscrezioni però le telecamere  non avrebbero inquadrato nulla di interessante perché coprirebbero solo il perimetro della proprietà.

Le indagini –A spiegare il delitto saranno le indagini dei carabinieri che hanno sentito i vicini dell’uomo per tentare di raccogliere indizi utili. Importante anche il lavoro della scientifica che per ore ha lavorato all’interno della casa  alla ricerca, fra le altre cose,  di eventuali impronte digitali lasciate dagli assassini.

Il precedente: Pietramelara come Vairano Patenora

L’omicidio di Antonio Saviano – avvenuto l’altra notte a Pietramelara – ricorda, terribilmente, l’assassinio di Bartolomeo Casparrino, nella notte a cavallo fra l’undici e il dodici agosto del 2009, a Vairano Patenora.  Anche in quel caso una rapina si concluse con la morte di un uomo, legato e picchiato. Per quell’omicidio  sono stati arrestati una decina di romeni, ritenuti colpevoli di quel delitto.  Il processo di primo grado, contro i presunti assassini di Casparrino, potrebbe emettere il verdetto già nei prossimi mesi.

Il delitto Casparrino (2009) 

Venne massacrato e ucciso da una bada di balordi durante una rapina, l’anziana madre ferita.
Bartolomeo Casparrino – 50 anni – venne spogliato e legato con alcune fascette di plastica. Le mani e i piedi dietro la schiena gli impedivano qualsiasi movimento. Ripetutamente gli aggressori lo picchiarono con calci e pugni per farsi consegnare soldi e gioielli. Bartolomeo cercò disperatamente di resistere non rivelando ai rapinatori il nascondiglio del denaro. Le urla e il rumore prodotto dai ladri
svegliarono la madre (Lucia, di settanta anni) che dormiva in un’altra stanza. Sarebbe stata lei, nel tentativo di salvare il suo unico figlio dal massacro, a rivelare ai rapinatori il luogo dove erano
custoditi circa 50mila euro in contanti. Ai malviventi però la somma non bastava: erano certi che in casa era nascosto altro denaro, altri valori. Le violenze contro l’uomo continuarono fin quando il 50enne non si   accasciò privo di sensi sul letto, con il viso riverso sul cuscino. A questo punto i rapinatori spinsero la madre a terra e scapparono. La donna lanciò l’allarme che portò sul posto
l’ambulanza del 118 e una pattuglia di carabinieri della locale stazione. Purtroppo per Bartolomeo non c’era più nulla fare; non aveva resistito alle percosse e il suo cuore aveva smesso di battere.
Per  entrare nella casa di Casparrino i rapinatori scavalcarono diversi tetti per arrivare  poi su quello della casa giusta. Tolsero alcune tegole quasi in perfetta corrispondenza di una botola che dava accesso al  primo piano dell’abitazione. Attraverso quell’apertura sono piombarono  nell’appartamento della famiglia Casparrino sorprendendola nel sonno.  Gianni Del Monte

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un commento

  1. Ma cosa e’ successo al nostro Pietramelara? Cosa e’ diventato? Noi esuli, lontani geograficamente ma col cuore presenti e vicini alle `cose` del nostro mai dimenticato paese lasciato tanti anni fa’, attoniti ed increduli apprendiamo di un esecrabile delitto consumato in un luogo ove la nostra memoria ininterrottamente corre ad abbeverarsi dei ricordi piu’ belli, di un tempo che ormai sembra mitologico. Eppure l’abbiamo vissuto quel tempo!
    Quel tempo che con immensa tristezza e nostalgia vediamo profanato dalla demonia della modernita’ e da fatti e cronache inimmaginabili in altri tempi;
    Quel tempo quando la vita quotidiana pietramelarese era scandita dal ritmo delle stagioni e da un civilta’ agreste laboriosa e pregna di saggezza ancestrale;
    Quel tempo della nostra infanzia, quando a Natale si baciva la mano incallita degli adulti. Il tempo del ‘voi’ per gli anziani;
    Quel tempo in cui il mattino si avvertiva il passare degli armenti o il cigolio del “carro” del contadino;
    Quel tempo quando era il camino a riunire la famiglia nella sua intimita’;
    Qel tempo in cui nella calma mattutina spesso si vedeva il nostro giovane
    “NINUCCIO” che da “don Gennarino” recava in municipio, una guantiera di caffe’ fumante per se’ ed i suoi colleghi; o quando nella calura estiva lo si vedeva, assieme ai suoi coetanei andare verso via Baia (Della Liberta’) a farsi il bagno…..quando i ruscelli erano ancora limpidi e tersi e non rigolio insidioso di melma mortifera quali son diventati !! Sono immagini, queste, di una vita quieta, laboriosa ed appagata….Nel caos frenetico della modernita’, sembra che anche la natura partecipi a queta metamorfosi.
    Purtroppo indietro non si torna e rimpiangiamo un passato diventato “ILLO TEMPORE”, il tempo che fu’, un tempo diventato quasi mitologico.
    Ma noi anche se lontani, ci associamo a tutti i pietramelaresi ed ai familiari, per ricordarci il nostro “NINUCCIO” con i ricordi del passato. I piu’ belli.
    Forse noi da lontano, nella sfortuna della nostalgia,siamo fortunati nel non constatare quotidianamente le brutture, le profanazioni e gli obbrobi di ogni genere che hanno invaso il mondo della nostra infanzia.
    No, nessuno meriterebbe un destino simile e di certo non lo meritava neanche NINUCCIO. Anche noi da lontano ci rifiutiamo di credere che tale efferatezza sia opera di un pietramelarese. Ormai non si puo’ ritornare indietro, pero’ speriamo anzitutto che quelle bestie (non sono esseri umani) siano consegnate alla giustizia umana; poiche’ di certo non sfuggiranno a quella DIVINA! Ma sopratutto speriamo che cio’ che e’ accaduto non sia stato vano. Il ricordo di questo nostro sfortunato compaesano, risvegli nei pietramelaresi quel gran senso dei valori, che sicuramente, latente ma non spento ancor vive nelle loro coscienze. Buon sangue non mente!

    Addio, NINU’. Addio in un mondo migliore. Con te se ne va via un’altro pezzo della nostra infanzia e certamente una figura comune e cara a tutti i pietramelaresi.
    Della tua vita hai lasciato un scia di di bei ricordi di esempio di bonta e mitezza, tipica della nostra gente. Sicuramente sarai ripagato e vivrai nei nostri ricordi piu’ puri e belli!