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Caserta – Politica, flessioni e riflessioni oltre il comune

CASAERTA ( Nando Silvestri) – L’aspetto più avvilente delle recenti vicende relative al coinvolgimento dell’ex consigliere regionale Polverino in presunti illeciti penalmente perseguibili, non è tanto la natura giuridica dei contestati reati perpetrati a sostegno di questa o quella associazione illegale rispetto ai quali si può di fatto rimanere legittimamente indifferenti o ingenuamente indignati, a seconda dei casi. Piuttosto, è l’aleggiante illusione di giustizia e di legalità propagandata sull’intero territorio nazionale a finire sul banco degli imputati, squallida e volgare come lo stato che la riflette in modo speculare. Dopo lo spiacevole malore che ha colpito Polverino al momento dell’arresto, improvviso come il disagio di un allievo inesperto prima del compito in classe, auspichiamo che la magistratura assoldata da questo stato agonizzante, a tratti spavaldo e farsesco, possa fare davvero chiarezza e lumeggiare senza riservarsi colpi di scena. Dispiacciono infatti, le assurde persecuzioni e i truci accanimenti giudiziari di rito ai danni di amministratori versatili, ricchi di risorse e attenti al proprio territorio come i nostri, anche quando culminano malauguratamente nella più angosciosa e tremenda delle pene usualmente inferte ai guru della poliedrica politica locale: i domiciliari a scadenza trimestrale. Anche se scontati in qualche rigenerante resort con piscina, salubre, confortevole, contornato da profumati frutteti e uccellini cinguettanti, come quello da cui esce definitivamente qualche ex sottosegretario locale del PDL, i domiciliari sono un insopportabile dito nell’occhio di chi presidia in ogni modo l’economia del “trafficato” territorio che governa, unitamente ai suoi “cattivi odori”. Dunque, auspichiamo di cuore che il sindaco Del Gaudio possa presto rasserenarsi per le sorti del suo mentore amico. D’altra parte, lealtà e correttezza assumono contenuti sempre più soggettivi e aleatori, non solo perché il ministro Cancellieri ci ricorda quale sia il vantaggio di avere al giorno d’oggi dei “Santi in Paradiso”. Ma anche perchè gli inquirenti, spesso arcieri prezzolati di questo stato assenteista e fatiscente, mostrano denti e muscoli a poveri derelitti e ladri di galline più volentieri che ad altri.Va sottolineato che la Commissione Europea non si sottilizza troppo nella condanna dell’ingerenza esterna in appalti per interessi e tornaconti vari. Anzi, con la sua negligenza marchiana la legittima in qualche modo, elevandola a norma consuetudinaria. Non a caso, la Commissione Europea invece di vigilare sulla ricostruzione dell’Aquila come stabilito, si è limitata a sorvegliare lo smistamento redditizio dei 4 milioni di euro eccedenti la spesa programmata fra lobbies, banche e gruppi di potere, vicini alla stessa UE. ”Veder fare saper fare”, dicevano i nostri avi; tutto sommato il diritto comunitario deve entrare prima o poi nel nostro ordinamento in tutte le sue forme, comprese quelle più deprecabili e dannose, attraverso l’articolo 10 della Costituzione italiana. Quindi, non bisognerebbe sorprendersi più di tanto se taluni orientamenti comunitari venissero in qualche modo seguiti e riprodotti anche nel Bel Paese. La verità, coincidenze a parte, è che “l’alto senso dello Stato” di cui parlava qualche tempo fa un deputato suscitando inutili polemiche sul passato di un’Italia all’impiedi, è finito tra le mani bisunte di prestigiatori in toga e giocolieri in giacca e cravatta che dettano dai propri scranni vellutati direttive e precetti flatulenti sull’evasione fiscale che essi stessi deridono per primi in religioso silenzio. La parcellizzazione degli interessi finanziari passa attraverso i solidi ponti istituzionali sino a giungere ai potentati di vario rango e a depauperare ineffabilmente i cittadini, prima spogliati dal fisco e poi fustigati da sprechi oceanici. Allora ci sarebbe veramente poco da meravigliarsi se gli italiani ridotti alla greppia dovessero scegliere di resistere all’avidità tracimante di faccendieri e onorevoli, eludendo fin dove è possibile il fisco per portare a casa un misero pezzo di pane. Senza strizzare necessariamente l’occhio agli evasori, sarebbe solo una questione di sopravvivenza anziché di legalità. Qualcuno a torto o a ragione è addirittura costretto a rimpiangere le dittature totalitarie di un tempo, meno insidiose e dispendiose della beffarde maschere di democrazia che celano le diseconomie erosive di mastodontici piani urbanistici e viari. Quelli che hanno sempre attratto il sindaco di Caserta Del Gaudio (PDL) che, seppur inibito dal lessico incerto, si è sempre chiaramente espresso a favore di pianificazioni stradali e infrastrutturali imponenti e ridondanti in ordine all’ormai tristemente noto alle cronache italiane nosocomio casertano. Meta di continue riorganizzazioni, l’ospedale di Caserta resta da anni al centro di assortite premure e attenzioni, anche se ne offre davvero rarissime dal punto di vista medico, assistenziale e professionale. Le presunte prospettive di sviluppo territoriale offerte dal binomio imprenditorialità sfrenata-istituzioni attirano da tempo, tanto Del Gaudio quanto Polverino con straordinario entusiasmo, come ricordava pure la signora Maietta tempo addietro. Ecco perchè inquinamento, cave, decadenza, speculazioni, vessazioni contributive e disservizi vari sono divenuti praticamente dettagli inutili e sbavati, praticamente improduttivi di rendite e prebende. Intrigato dalla finanza d’assalto sin dai tempi degli esami di macroeconomia, l’ex collega universitario Del Gaudio vanta mirabili conoscenze di strategie aziendali che superano a dismisura i canonici lineamenti accademici e le blande convenzioni sulla tenuta dei libri contabili dettate dal codice civile. Sarà forse per questo che da anni subisce assieme a Polverino tutto il fascino e la seduzione dell’urbanistica smodata avente come unico obiettivo l’edificazione a tutti i costi, mattone su mattone, senza riserve. Davvero un peccato che simili slanci e propensioni, sottesi peraltro a brillanti ascese politiche, debbano essere rallentati in qualche occasione da incidenti di percorso vari e misure di facciata. E’ sicuramente condivisibile che in un momento così difficile come quello attuale caratterizzato anche dall’implosione del PDL e dei suoi tentacolari assetti locali, il sindaco Del Gaudio sia vicino all’ex consigliere Polverino. Del resto non se ne è mai allontanato troppo, anche quando vantava prematuramente la certezza matematica di indossare la fascia tricolore di primo cittadino, traendo proprio dall’amico Polverino tutta la confortante sicurezza aritmetica di cui abbisognava per spendersi pubblicamente. Spiace invece leggere che Del Gaudio per solidarizzare legittimamente con l’amico Polverino abbia dovuto ammettere che “il nostro è un territorio molto difficile da governare”. Una conclusione infelice quella del sindaco, perché la sua amministrazione non è certo la componente più benefica di una rigorosa terapia raccomandataci dal più scrupoloso dei medici curanti, come pretenderebbe invece la nota autoreferenzialità del primo cittadino di Caserta. Per quanto ci riguarda, del suo operato come pure quello di altri suoi partners che non vedevano l’ora di accomodarsi sulle comode poltrone dei vari palazzi, potremmo anche fare a meno.

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