Piedimonte Matese / Dragoni – Con il passare delle udienze e con lo scorrere delle testimonianze sembra emergere sempre più la totale mancanza di prove fondamentali a carico degli imputati, soprattutto a carico di Alfredo Carini. Solo una serie di ipotesi e di circostanze che, alla fine, non portano a nulla di concreto. Eppure la Procura della Repubblica è sicura: Sandro Ottaviani fu ucciso e il suo corpo occultato. Mancano però tutte le prove; manca il cadavere, mancano tracce dell’uomo nel capannone e nei luoghi dove si è cercato. Mancano tracce di Ottaviani nell’auto nella quale, secondo l’accusa, venne trasportato. Manca la benché minima prova a carico degli imputati. Nell’ultima udienza del processo a carico di Alfredo Carini (di Letino) e Antonio Cataldo Russo (di Dragoni) è stato ascoltato un testimone, citato dalla Procura il quale ha parlato dell’acquisto della vettura – una Nissan Patrol – sulla quale, secondo l’accusa venne trasportato il corpo dell’imprenditore dopo la sua uccisione. Il teste chiaramente in merito alla vicenda non ha potuto riferire nulla di concreto, infatti ha parlato della caparra versata per l’acquisto del mezzo, del passaggio di proprietà fatto ancor prima del pagamento completo e del fatto che quando andò a prendere l’auto essa era completamente smontata per una revisione da lui non ordinata. Intatta era solo la carrozzeria, insomma era intatta proprio quella parte nella quale un assassino avrebbe dovuto cancellare le prove. Si torna in aula nel mese di dicembre per l’escussione dell’ultimo teste della Procura. La scomparsa dell’imprenditore risale al 23 aprile 2008, quando i familiari di Ottaviani, denunciarono la sua scomparsa dopo un incontro avvenuto con Carini nei pressi del capannone industriale a Dragoni, località Ponte Margherita, per il quale erano in corso trattative per la vendita tra Carini e lo stesso Ottaviani.
Alessandro Ottaviani e Alfredo Carini
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