Sparanise – Ci sono anche due cittadini di Sparanise, popoloso centro dell’Agro Caleno, fra i 215 indagati per aver truffato lo Stato sul bonus edilizio, il famoso 110. Un sistema ramificato, basato su carte false, moduli gonfiati e crediti d’imposta inesistenti. L’inchiesta, durata oltre due anni e condotta in collaborazione con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, ha svelato un colossale meccanismo di creazione e cessione di crediti fittizi, relativi a lavori di ristrutturazione mai eseguiti e a locazioni di immobili inesistenti. Le indagini si concentrano soprattutto nelle province di Caserta e Napoli, dove sarebbero state create società di comodo e partite Iva fasulle per simulare cantieri, opere e spese mai sostenute.
Sono finiti nell’indagine anche Elena Pancaro e un uomo deceduto qualche mese fa. Tra i casi più clamorosi, spicca quello di Raffaele Arrichiello, 52 anni, di Casal di Principe, accusato di aver generato crediti fittizi per oltre 28 milioni di euro riferiti – secondo la Procura – a lavori mai realizzati. Cifre milionarie anche per altri indagati: Vincenzo Aprea (30 anni, di Napoli) avrebbe dichiarato 12,6 milioni di euro di crediti pur essendo rappresentante di una società di commercio auto “del tutto priva di redditività”. Seguono Benedetto Averna, 46 anni, di Milano (7,3 milioni), Salvatore Diana, 46 anni, di Casal di Principe (3,5 milioni), e Salvatore Badami, 52 anni, di Bolognetta, accusato di una frode da 10,6 milioni. Tra i nomi minori compare Raffaele Di Resta, di Grazzanise, che avrebbe “guadagnato” circa 810mila euro in crediti fittizi.
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