Venafro / Sesto Campano – Due maestre sotto processo per maltrattamenti a danno di alcuni bimbi, circa 30 genitori sono parti offese. Si è svolta oggi, 23 settembre 2025, una nuova udienza del processo a carico delle maestre accusate di violenze verso alcuni bimbi dell’asilo. L’udienza si è snodata intorno alla testimonianza resa da un perito nominato dalle difese delle imputate. Ha esposto considerazioni in merito agli elaborati tecnici delle parti civili e relativamente ai video prodotti in fase di indagine ha cercato di sostenere l’assenza di reiterazione cercando di inquadrare le azioni messe in campo dalle maestre come un semplice metodo educativo arcaico. La testimonianza, a nostro avviso, non sposta molto nell’economia del processo e in particolare per la difesa delle due maestre. Al termine dell’udienza il giudice ha rinviato il prosieguo della discussione al prossimo 23 dicembre 2025 quando saranno ascoltati altri testimoni.
La vicenda:
Due maestre sono finite sotto processo perché accusate di maltrattamenti a carico dei bimbi dell’asilo in cui insegnavano. Bambini colpiti violentemente con libri, schiaffeggiati, spintonati, insultati e umiliati. Bambini tenuti fermi dalle maestre mentre altri bambini tirano loro i capelli. La legge del taglione: occhio per occhio dente per dente. Questa la soluzione adottata dalle maestre coinvolte nell’inchiesta che ha portato oggi alla loro sospensione. La famiglia della piccola vittima è originaria di Sesto Campano, ma da tempo si era trasferita a Venafro dove sono avvenuti i fatti. Proprio la loro denuncia ha permesso di scoprire cosa accadeva fra le mura di quell’asilo. Sconvolti i genitori della giovane vittima che pensavano di affidare il bambino in mani sicure e invece hanno dovuto scoprire una triste realtà. Serena Di Pilla residente a Venafro, originaria di Sant’Agapito (provincia di Isernia) e Luisa Rossi residente a Venafro, originale di Castel San Vincenzo, questo i nomi delle due maestre che vennero sospese nel 2019, a conclusione di un un’azione della Polizia di Stato di Isernia che eseguì un’ordinanza di applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dell’insegnamento a carico di due maestre di anni 49 e 58 che svolgevano la loro attività all’interno di una scuola dell’infanzia statale della provincia di Isernia a seguito di un’attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile con intercettazioni audio e video che hanno riscontrato i maltrattamenti denunciati da alcune madri. Il giudice ha accolto la richiesta delle parti civili ammettendo il Ministero dell’Istruzione come responsabile in caso di risarcimento dei danni.
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