Piedimonte Matese – Impianto Idrogeno, nasce il comitato del “no”: la città non si svende

Piedimonte Matese – Il gruppo Schierarsi – Piedimonte Matese scende in campo contro la realizzazione dell’impianto a Idrogeno proposto dalla Regione Campania attraversa EAV, impianto necessario per i nuovi treni che saranno utilizzati sulla linea ferroviaria Alifana. Il gruppo ha pubblicato attraverso facebook un manifesto con cui dichiara “guerra” all’impianto. Il concetto è chiaro: Piedimonte Matese non è una cavia, non è una cavia. Non è una merce. Non è in (s)vendita.

Il documento del gruppo:
Con voce forte, indignata, collettiva, noi della piazza gridiamo il nostro deciso, assoluto, senza compromessi, all’impianto per l’idrogeno che si vuole costruire nel cuore pulsante della nostra città. Una scelta folle, imposta dall’alto, lontana dalla volontà popolare, studiata altrove da chi non vive qui, da chi non conosce né ama questa terra. Una decisione che ci tratta come , come se fossimo un angolo remoto da sfruttare e poi ancora una volta dimenticare.

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Parliamo di un impianto industriale “” da collocare in mezzo alle case, ai “poli scolastici”, ai luoghi di culto, alle stazioni ferroviarie. In un contesto urbano, popolato, vivo. Parliamo di un pericolo concreto, non di un’ipotesi remota: basta un errore umano, un guasto tecnico, un cyberattacco, un sabotaggio, una nuova scossa sismica, per trasformare Piedimonte in un inferno di fuoco, fiamme e paura. E noi dovremmo accettarlo? Con che coraggio ci chiedono di mettere a rischio le vite dei nostri figli, dei nostri anziani, delle nostre famiglie?

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Chi ci dovrebbe difendere dov’è? Chi siede in Consiglio Comunale con il compito di rappresentarci, cosa ha fatto? Chi dovrebbe alzare la voce, opporsi, vigilare, perché ha scelto di tacere o peggio ancora, ha votato a favore? Chi dovrebbe essere il nostro scudo non ci ha difesi. Chi dovrebbe dire “” per il bene collettivo si è piegato. E l’opposizione? Alcuni si sono svegliati tardi, altri non si sono svegliati affatto e anzi hanno appoggiato questa scelta scellerata. Una città non si difende con il silenzio, girandosi dall’altra parte, o accettando queste folli scelte, si difende con il coraggio!

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Lo abbiamo nel dire che non si può usare l’acqua purissima del Parco Nazionale, delle nostre sorgenti incontaminate – già sempre più scarsa nelle nostre case – per alimentare un impianto industriale. Mentre l’impianto assorbirà fiumi della nostra acqua potabile, mentre Napoli non accetterà mai una riduzione dei flussi che già le doniamo da sempre, Piedimonte rischierà di restare definitivamente all’asciutto. È questo il prezzo che dobbiamo pagare per la mancanza di coraggio di chi dovrebbe difenderci? Acqua, sicurezza, salute, vivibilità? Tutto sacrificato per un progetto che non ci appartiene, di chi non ci rispetta, di chi si rifiuta di ascoltarci.

, l’Ente promotore, è lo stesso che da decenni ci tratta da cittadini di serie Z: treni-lumaca, corse soppresse, autobus sostitutivi che lasciano ragazzi e lavoratori nei quartieri più pericolosi di Napoli a notte fonda. E adesso questo stesso ente ci vuole imporre un impianto potenzialmente devastante nel bel mezzo della città? Dopo averci abbandonati, ora ci vuole pure mettere in pericolo?

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Non vogliamo un futuro costruito sulla paura, sull’incertezza, sul rischio continuo. Vogliamo una città che cresca con il rispetto per la sua gente, non una cavia per ” ” nati nei palazzi napoletani e calati come una manna velenosa sui nostri territori.

Vogliamo Consiglieri che parlino come “madri e padri di famiglia” non come burocrati senza volto. Vogliamo scelte fatte col cuore, col buon senso, col coraggio. Non con la calcolatrice o con la testa girata dall’altra parte.

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