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MAXI TRUFFA SUI FONDI UE E AUTORICICLAGGIO FRA CAMPANIA E LAZIO: 6 ARRESTI

Le indagini hanno permesso di accertare che la madre di una imprenditrice agricola raggiratasi suicidò.  Dalle indagini svolte e emerso, infine, che gli indagati avrebbero elargito denaro a non meglio identificati pubblici funzionari in servizio presso uffici giudiziari allo scopo di inquinare il quadro indiziario raccolto dagli inquirenti ed assicurarsi l’impunità.Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, tre custodie cautelari in carcere e tre arresti domiciliari, nonché misure cautelari reali, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura partenopea, nei confronti di 6 soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, abusiva attività finanziaria, truffa e autoriciclaggio. Le misure cautelari in carcere hanno raggiunto i tre soggetti ritenti capi e promotori dell’associazione a delinquere: Gerardo Conza, 60 anni e Giuseppe Strabello, 29 anni, entrambi di Minturno, ed Eugenio Giunta, 70 anni. Ai domiciliari, invece, sono finiti Pasquale Principe, 69 anni e Francesco Sicignano, 67 anni, entrambi accusati di aver collaborato con l’associazione aprendo conti correnti all’estero e costituendo società “di facciata”. Arresti domiciliari anche per Angela Guercia, 47 anni, che si occupava di procacciare i clienti.  II provvedimento cautelare costituisce l’epilogo di una articolata attività di indagine eseguita anche con intercettazioni telefoniche ed informatiche su un sodalizio criminale con basi in Italia (Campania e Basso Lazio) e ramificazioni all’estero, dedito stabilmente alla perpetrazione di truffe nei confronti di numerosi imprenditori operanti in tutto iI territorio nazionale.  Le investigazioni, iniziate circa due anni fa, hanno preso le mosse dalla denuncia presentata dall’amministratore unico di una società di radiodiagnostica di Frattamaggiore, in cui ricostruiva i suoi rapporti con alcuni degli indagati e forniva i documenti dei versamenti di circa 450 mila euro per ottenere, cosi come falsamente prospettatogli, un finanziamento agevolato di 36,9 milioni di euro per l’ampliamento della sede operativa del centro diagnostico e l’acquisto di nuove apparecchiature sanitarie. Gli indagati raggiravano i clienti promettendo bassi tassi di interesse e celeri tempi di definizione dell’istruttoria, utilizzando brochure e documentazione contrattuale recante intestazione e loghi della Commissione Europea, pubblicizzando, mediante un sito internet, l’attività finanziaria abusivamente svolta ed anche organizzando videochiamate con i clienti in cui dissimulavano la propria reale identità con l’utilizzo di parrucche e di congegni di camuffamento della voce.  I pagamenti indebitamente ottenuti sui conti esteri, pari a circa l’1% delle operazioni proposte, rientravano in Italia nella disponibilità del sodalizio mediante bonifici e prelievi in contante a cura di un corriere appositamente incaricato, che tratteneva per se una provvigione. Sulla base degli elementi raccolti attraverso le operazioni di intercettazione e delle analisi della documentazione acquisita, il GIP del Tribunale di Napoli Nord, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto anche il sequestro preventivo dei beni mobili e immobili nella disponibilità degli indagati per un ammontare complessivo di oltre 1 milione di euro. In precedenza, nel corso delle indagini, oltre ai conti esteri degli indagati, erano stati sequestrati, tra l’altro, numerosi orologi di pregio per un valore complessivo di oltre 60 mila euro.

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