Riardo / Teano / Pietramelara – I giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere hanno deciso di ascoltare, come testimone, l’amica del cuore di Francesca Compagnone. Dovrà essere in aula il prossimo 18 settembre alle ore 12 per rispondere alle domande dei pubblici ministeri e degli avvocati delle parti in causa. Dovrà parlare, soprattutto, dei messaggi scambianti con Francesca, pochi giorni prima che la stessa venisse uccise, in cui si parlava della relazione fra Francesca e Vicol. Una relazione, secondo alcuni messaggi, che era in crisi e che creava tensioni. La testimone è stata già ascoltata in sede di indagine dai carabinieri della compagnia di Capua.
Oggi, intanto, si è svolta una nuova udienza del processo a carico di Vicol Ciprian accusato di aver ucciso Francesca Compagnone. Sul banco di testimoni sono saliti – per la seconda volta – due periti balistici, incaricati dalla Procura della Repubblica, Dario Sangermano di Riardo e Baiano di Napoli. Hanno spiegato tecnicamente come si carica quel fucile e cosa succede durante lo sparo in base a come l’arma viene imbracciata. E’ stata una udienza monotematica, molto tecnica.
Secondo le indagini condotte dai militari dell’arma della Compagnia di Capua, allora agli ordini del colonnello Minutoli, negli ultimi tempi, nelle settimane precedenti alla tragica morte della giovane di Riardo, i rapporti fra Vicol Ciprian (Ferdinando Trasacco) e Francesca Compagnone (la famiglia Compagnone è difesa dagli avvocati Vincenzo Cortellessa e Leopoldo Zanni) erano molto tesi. Le prove sarebbero emerse dalla lettura dei telefoni sequestrati dai carabinieri, subito dopo il delitto. Vicol aveva difficoltà a gestire la relazione sentimentale clandestina con Francesca. Relazione che lo poneva in ansia con la sua fidanzata ufficiale. I due ragazzi avevano discusso conversando via chat, conversazioni dalle quali risulterebbe palese l’esistenza di una ‘tensione’ in atto tra Vicol e Francesca. La Procura della Repubblica accusa il giovane riardese di omicidio volontario aggravato da futili motivi e legami sentimentali.
Lui, l’indagato, continua a parlare di un tragico gioco finito male.
La tragedia si consumò la notte dello scorso 26 ottobre 2022, intorno alle 22e30 quando i due, Francesca Compagnone e Vicol Ciprian, si trovavano in camera da letto di lei, nella villetta di proprietà della famiglia Compagnone, nella periferia di Riardo. Il 23enne imbracciò un fucile (del padre della vittima) e iniziò a maneggiarlo ritenendolo scarico. Toccò il grilletto e la leva di caricamento almeno tre volte. Improvvisamente l’arma sparò colpendo in pieno viso la sfortunata vittima che si trovava a meno di 50 centimetri dal fucile, un calibro 12 utilizzato dal padre di lei per la caccia. La tragedia colpì tre comunità: Riardo dove Francesca viveva e dove insiste l’attività commerciale di famiglia; Pietramelara paese della madre di Francesca e Teano paese del padre di Francesca.