Castel Volturno – Durante la notte da poco trascorsa, una banda di malviventi ha realizzato un furto ai danni della centrale idrovora di “Casa Diana” a Castel Volturno. La banda si sarebbe introdotta nell’impianto del Consorzio di Bonifica del Volturno in via Marotta, rubando i cavi di alcune pompe idrovore in rame, che consentono al consorzio di tenere asciutti i terreni tra Castel Volturno e Villa Literno. Il danno ammonterebbe a diverse decine di migliaia di euro.
Perché si ruba il rame:
Il rame raffinato, ovviamente, ha un costo elevato che deriva anche dalla grande quantità di energia usata in tutte le varie fasi che vanno dall’estrazione fino alla raffinazione elettrolitica. I rottami di rame (il cosiddetto rame da riciclo), invece, presentano un costo di gran lunga inferiore in quanto non richiedono neppure il processo di raffinazione perché già sono costituiti da rame puro. L’Italia è uno dei principali paesi che utilizza il rame, grazie alla sua bassa durezza e alla facilità di lavorazione, per cavi e fili elettrici, per tubature, in edilizia, in campo artistico, come scambiatore di calore, per oggetti d’arredamento, per utensili vari per la cucina, e così via. Viene usato anche in aggiunta all’acciaio per migliorare la resistenza alla corrosione atmosferica di questa lega. Questa ampia versatilità fa sì che il rame di recupero, cioè quello proveniente dallo smantellamento di impianti elettrici, tubature, avvolgimenti di motori elettrici, rubinetti, ecc., è soprattutto quello rubato, sia molto richiesto per i bassi costi che richiede il suo riciclo perché, non dovendo essere raffinato, passa direttamente in fonderia. È presto detto che per evitare i furti di rame ci vorrebbe da parte dello Stato nazionale o da parte dei vari paesi UE un controllo sulle Industrie che lo producono o su quelle che lo importano, istituendo un riscontro della filiera così come avviene per gli alimenti.