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RIARDO – Lavori della Comunità Montana sui terreni della Ferrarelle, ecco come Pontecorvo invitava l’ente ad intervenire

RIARDO –  Quell’Oasi che ora sembra essere una presenza ingombrante per la Ferrarrelle, fino a pochi anni fa era ritenuta un vanto, uno strumetno capace di assicurare all’azienda un ritorno di immagine pubblicitaria ad altissimo livello.  Lo stesso Carlo Pontecorvo, in più riprese, scriveva al presidente della Comunità Montana del Monte Maggiore per chiedere ulteriori interventi rispetto a quelli già attuati. I documenti rappresentano, quini, la prova concreta dell’utilizzo di fondi pubbici per migliorare – quindi “arricchire” la proprietà della Ferrarelle spa. Intanto,  anche ieri, gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, guidati dal comandate Marta Santoro, sono stati a Riardo ed hanno condotto ulteriori indagini sul caso. Hanno ascoltati nuovi testimoni, effettuato ulteriori sopralluoghi. Vogliono vederci chiaro nell’intera vicenda. Le ipotesi di reato e le violazioni dovranno essere accertate senza ombre di dubbio. Per queste ragioni già da alcuni giorni gli inquirenti salernitani si sono trasferiti stabilmente in T erra di Lavoro dove stanno ascoltando tutti le persone a conoscenza dei fatti. Tutto nero su bianco. Finora, sembrano essere arrivate tante conferme a quanto scritto nei mesi scorsi sullos cempio in atto nell’Oasi Ferrarelle di Riardo.  Uno scempio che è continuato sistematicamente fino a pochi giorni fa, quando i trattori hanno azzerato le macchie di querce e lecci piantate con cura dagli uomini della comunità montana del Montemaggiore, in circa tre anni di lavoro. Soldi pubblici buttati al vento. Spesso nelle grandi aziende la mano destra non sa cosa fa la sinistra.  Quello che potrebbe configurarsi è un autentico arricchimento illecito ottenuto dall’azienda del gruppo guidato da Carlo Pontecorvo che ha ricevuto, per anni, gli interventi attuati dalla comunità montana del Montemaggiore, senza tuttavia dare nulla in cambio. Appare infatti impensabile che un ente pubblico attui degli interventi così costosi e prolungati su un suolo privato senza che lo stesso venga sottoposto ad alcun vincolo in favore della collettvità. Sembra essere esattemente ciò che è successo nell’oasi Ferrarelle dove l’imprenditore avrebbe ottenuto una serie di favori da parte dell’ente pubblico  per riprendere poi, quando ha ritenuto opportuno, il controllo della zona.

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