Calvi Risorta – Nel popoloso centro dell’Agro Caleno lo conoscono in tanti, lo hanno visto tante volte in giro per il paese. Era un ragazzo educatissimo, dolce, rispettoso delle regole. La sua vita è finita a 34 anni in uno spazio verde di Caivano, grosso centro al confine fra le province di Napoli e Caserta. La sua morte appare un suicidio ma non vi è certezza se si considera che il suo corpo era a terra, giaceva nell’erba. Aveva un fil di ferro stretto intorno al collo. Il medico legale certifica la morte per soffocamento. La scoperta è stata fatta lo scorso 13 maggio, probabilmente la morte risale ad alcuni giorni prima tanto che il corpo mostrava già evidenti segni di decomposizione. Ma quali le ragioni alla base della tragedia? Per ora l’ipotesi più probabile appare essere quella legata ad un momento di sconforto. Pape Grovogui, dopo un terribile viaggio di fortuna, giunto in Italia, venne collocato nel centro di accoglienza di Calvi Risorta, poi, lo scorso dicembre il trasferimento in un centro accoglienza dell’Agro Aversano. Qui sarebbero iniziati i problemi quando sarebbe stato scoperto che il 34enne era affetto da epatite A. Nonostante non fosse una patologia infettiva venne posto in isolamento; lui non sopportò e lasciò il centro. Probabilmente il buio scese su di lui fino a spingerlo alla morte.
Dopo l’esame legale eseguito presso l’istituto di medicina legale di Giugliano, il corpo di Pape, oggi, è stato sepolto nel cimitero di Caivano, erano presenti l’ambasciatore della Guinea.
