Dragoni / Piedimonte Matese – Sul banco dei testimoni è salito, nell’udienza di oggi, Ernesto Carini, figlio dell’imputato Alfredo Carini. Il testimone, così come previsto dalla legge, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha solo rilasciato dichiarazioni spontanee relativamente alla posizione dell’altro imputati, Antonio Cataldo Russo di Dragoni. E’ sempre stato un amico di famiglia e spesso veniva in officina, era presente anche quel giorno (23 aprile 2008). Quel giorno, ha precisato il testimone, vidi anche la vittima. Sul banco dei testimoni è salito anche il genero di Alfredo Carini che ha assicurato di non aver visto, per ragioni logistiche (la posizione in cui stava lavorando) quel giorno la vittima.
Al termine il giudice ha rinviato tutto alla fine di questo mese di maggio per ascoltare altri testimoni citati dalla Procura. Sul banco degli imputati Alfredo Carini e Cataldo Antonio Russo (difesi dagli avvocati Emanuele, Sasso Paolo Falco e Giuseppe Stellato) ritenuti dall’accusa colpevoli della morte e dell’occultamento del cadavere dell’imprenditore matesino. Attualmente Carini e Russo si trovano, rispettivamente, in carcere mentre il secondo agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
La vicenda:
Sono accusati di aver ucciso e fatto sparire il corpo di Sandro Ottaviani, noto imprenditore matesino, titolare di un capannone ricadente nel territorio del comune di Dragoni. Il fatto risale al 23 aprile 2008, quando i familiari di Ottaviani Sandro, imprenditore immobiliare, denunciarono la sua scomparsa dopo un incontro avvenuto con gli indagati nei pressi del capannone industriale sito in Dragoni, località Ponte Margherita, per il quale erano in corso trattative per la vendita tra uno degli indagati e lo scomparso. Dall’attività investigativa emerse che l’affittuario aveva organizzato un incontro con l’Ottaviani, simulando la disponibilità a consegnargli 175.000 euro, che costituiva il credito vantato dalla vittima per i canoni di locazione non onorati, e per concludere la cessione del bene. Dopo l’incontro, l’Ottaviani venne convinto ad allontanarsi per destinazione ignota, senza consentirgli di avvisare alcuno, e lì, secondo le indagini, fu ucciso. Il cadavere, nonostante le ricerche effettuate soprattutto nelle zone limitrofe, non è stato mai ritrovato. Le indagini, articolate, complesse e prolungate nel tempo, hanno tuttavia consentito di ricostruire la brutale vicenda in danno dell’imprenditore e di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei due indagati. Non possono escludersi ulteriori sviluppi investigativi con riferimento ad ulteriori soggetti che potrebbero aver favorito gli indagati nell’eliminazione e dispersione delle tracce del reato.