Mondragone – Gli esami genetici hanno accertato, definitivamente, l’identità del cadavere rinvenuto lo scorso febbraio nel fiume Po, in provincia di Torino. Si tratta del 15enne di Mondragone Rayan Mdallel, italo-tunisino, scomparso dalla città del Litorale Domitio lo scorso 30 gennaio. Il ragazzo, al momento del ritrovamento non aveva con se alcun documento. Dalle prime ispezioni esterne il corpo non mostrava segni di violenza. Saranno gli esami medico legali e le analisi a chiarire ogni aspetto della tragica morte dell’adolescente casertano. Il cadavere presentava evidenti segni di decomposizione, come se fosse stato in acqua da diversi giorni, forse una settimana. Quindi Rayan sarebbe morto circa una quindicina di giorni dopo essersi allontanato dalla sua abitazione di Mondragone, dove viveva con mamma Clorinda e la sorellina più piccola, Sara. Il padre, di origini tunisine, da tempo ha fatto ritorno in patria. Non aveva documenti con sé e in un primo momento il corpo è stato scambiato per quello di un uomo dell’apparente età di 30 anni. Tutto questo ha reso ancora più lungo e straziante il processo di identificazione e il riconoscimento ufficiale della salma. Un riconoscimento avvenuto solo qualche giorno fa, dopo quasi tre mesi e un confronto con un campione di Dna prelevato dalla madre. Sul fronte delle indagini, l’ipotesi più accreditata resta quella del suicidio, anche perché il corpo, alla ricognizione esterna, non presentava segni di violenza, tuttavia al momento non è da escludersi nessuna pista. Inoltre, tra le tante incognite, la più rilevante è quella di perché e come Rayan sia arrivato fino a Torino, a quasi 900 chilometri da casa da dove si era allontanato con una bicicletta.
