Nelle prime ore del mattino di oggi la Polizia Metropolitana di Napoli con il “Gruppo Tecnico Operativo Indagini” ha dato esecuzione a un’ordinanza cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli Nord, che ha disposto l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 8 persone gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere, falso in atto pubblico e corruzione. In particolare, è stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un soggetto titolare di società che aveva funzioni di intermediazione nel recepimento di richieste volte all’ottenimento della residenza e della concessione della cittadinanza italiana. Sono state, altresì, applicate quattro misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di pubblici, dipendenti del Comune di Orta di Atella e Frattaminore, appartenenti agli Uffici Anagrafe e Stato Civile, nonché agenti della Polizia Municipale del Comune di Orta di Atella.
Inoltre, è stata applicata la misura cautelare agli arresti domiciliari anche nei confronti di tre persone ritenute partecipi della associazione per aver fornito un personale contributo, attraverso la messa a disposizione di alcuni degli immobili utilizzati per le fittizie iscrizioni di residenza, nonché per aver prodotto e fornito falsi timbri ed effigi dello Stato utilizzati per le falsificazioni documentali di passaporti e dichiarazioni di presenza, oltre alla produzione di false certificazioni estere attestanti presunte ascendenze da avi italiani, risultate anch’esse false. Le indagini hanno avuto origine dagli esiti di una precedente attività svolta presso il Comune di Villaricca, consistita in servizi di osservazione e pedinamento e attività di intercettazione telefonica ed ambientale, nell’ambito di un procedimento definito con sentenza di condanna emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli Nord in data 31 gennaio 2025. Le successive indagini hanno disvelato l’esistenza, anche nei Comuni di Orta di Atella e Frattaminore, di legami tra alcuni dipendenti in servizio presso l’Ufficio Anagrafe e di Stato Civile e i titolari di due società con funzioni di intermediazione i quali raccoglievano, almeno sulla carta, le richieste di residenza e di riconoscimento della cittadinanza italiana da parte di soggetti brasiliani, poi provvedevano – in attuazione di un programma criminoso ben collaudato – ad alterare il regolare svolgimento delle procedure previste dalla legge per il riconoscimento della residenza e di conseguenza della cittadinanza italiana iure sanguinis.
L’attività illecita ricostruita dalle indagini era finalizzata, infatti, a far risultare residenti cittadini brasiliani che, in realtà, non erano presenti nel comune di Orta di Atella e Frattaminore, consentendo in tal modo di avanzare istanza per ottenere la cittadinanza italiana anche in assenza dei requisiti di legge. L’organizzazione, sfruttando sempre i medesimi immobili in cui i cittadini brasiliani avevano richiesto la cittadinanza italiana dichiarando falsamente di essere ivi residenti, si serviva dell’essenziale e costante contributo di dipendenti comunali che, in cambio di somme di denaro e di altri vantaggiosi regali, falsificavano gli atti, attestando false presenze presso il Comune, e successivamente, formavano falsi certificati di residenza e, in alcuni casi, predisponevano la documentazione completa relativa agli atti degli ascendenti dei richiedenti la cittadinanza. L’associazione, grazie al costante rapporto corruttivo con i dipendenti dei Comuni, assicurava in tempi brevi il raggiungimento degli obiettivi dei richiedenti, creando le condizioni giuridiche necessarie per far ottenere loro la cittadinanza italiana o il rilascio di una carta di identità per valicare liberamente la frontiera di molti altri Stati, soprattutto europei.
Le indagini hanno accertato che i mediatori incassavano, per ciascuna pratica, somme di denaro comprese tra gli 8.000 ed i 45.000 euro (importo medio 22.000 euro) e che il giro di affari, tenuto conto del rilevante numero di pratiche evase, aveva raggiunto milioni di euro. Le attività investigative, oltre a rilevare il sistema illecito creato dal sodalizio, svelavano anche i rapporti corruttivi alla base delle attività illegali poste in essere dai dipendenti comunali, ricostruendo i contatti intrattenuti tra loro e i componenti l’associazione per delinquere anche con riferimento alle singole pratiche evase ed ai vantaggi ricevuti. Infatti, attraverso l’analisi di una enorme mole di documenti elettronici ed informatici, è stata acquisita una dettagliata contabilità di cassa con precisi riferimenti anche agli importi corrisposti ai funzionari pubblici con l’indicazione delle pratiche “lavorate”.

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