Caserta – «I dati sull’inquinamento in Campania si confermano allarmanti e richiedono interventi drastici e urgenti». Così Raffaele Aveta, presidente dell’associazione provinciale “Terra di idee”, commenta i risultati del recente studio scientifico condotto da un team dell’Università di Napoli “Federico II” in collaborazione con la Sbarro Health Research Organization (SHRO) dell’Università di Philadelphia. La ricerca ha utilizzato un particolare muschio come bioindicatore per monitorare l’inquinamento atmosferico, posizionandolo in due aree campione: il bosco della Reggia di Carditello (una tenuta non urbanizzata con presenza umana minima) e una zona industriale a Giugliano. «Il muschio – spiega Aveta – ha accumulato alte concentrazioni di arsenico, mercurio, piombo e altri elementi potenzialmente tossici. Dopo sole tre settimane di esposizione nei siti di Carditello e Giugliano, il muschio conteneva già concentrazioni rilevanti di contaminanti. Il fatto che il muschio mostri segni di sofferenza dopo un’esposizione così breve è un campanello d’allarme: indica che respirare l’aria di queste zone, anche per periodi limitati, può causare danni biologici negli organismi viventi. È emerso inoltre che il grado di contaminazione è simile in entrambe le aree, nonostante una sia un’area verde poco antropizzata e l’altra una zona industriale. Ciò significa che i fumi tossici dei roghi di rifiuti e altri inquinanti non restano confinati nei pressi delle discariche abusive, ma si disperdono ampiamente nell’ambiente». Le implicazioni di questi risultati vanno oltre la sfera ambientale e toccano direttamente la salute pubblica. «Se un muschio stazionario – aggiunge Aveta – può immagazzinare veleni e mostrare segni di sofferenza biologica nel giro di poche settimane, si può immaginare cosa comporta l’esposizione cronica subita dai residenti e in particolare dai bambini nell’arco di anni o decenni. Gli autori dello studio evidenziano che i danni osservati nel muschio “riflettono il potenziale rischio sanitario” per la popolazione locale esposta quotidianamente a questi fumi tossici, sottolineando la necessità urgente di interventi di risanamento per mitigare questa “enorme questione sociale e sanitaria”». «Ecco perché – conclude Aveta – è necessario adottare subito strategie di protezione dell’ambiente, di lotta alle discariche abusive, di bonifiche del territorio, al fine di ridurre il rischio “imminente” per la salute delle nostre comunità che non può continuare a essere sottovalutata».

Raffaele Aveta