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ALIFE – Licenziato dalla Lete, invalido attende la sentenza della Cassazione

ALIFE –  Si aspetta la sentenza della Cassazione per un lavoratore licenziato dalla Lete. Una storia triste. Vi raccontiamo la storia di Giovanni Iannacone, di Alife, 59 anni, invalido civile al 74%, lavoratore della società acqua Lete di Pratella. E non è una bella storia. Iannacone fu assunto nel 1993 con contratto a tempo indeterminato, inquadrato nella categoria dei lavoratori del settore alimentare. L’azienda però, lo “usava” con mansioni di custode notturno. Il suo orario di lavoro era dalle 23,30 alle 7,30, dal lunedì al giovedì, riposava il venerdì per poi rientrare il sabato pomeriggio alle 17,30 rimanendo 48 ore consecutive in azienda, fino alle 8,00 del lunedì successivo. Un vero e proprio “recluso” in azienda. Tutto durò per 10 anni, fino al 2003, quando l’azienda Lete, decise di inviare una missiva al suo lavoratore, offrendogli un posto part-time. Iannacone rifiutò. L’azienda inviò al suo lavoratore una lettera di licenziamento per giustificato motivo, discolpandosi che per motivi di ristrutturazione aziendale, in virtù anche del ciclo continuo, spariva la figura del custode notturno. Iannacone impugnò il licenziamento e dopo due anni, nel 2005, il giudice del lavoro Motti,  accogliendo il ricorso, annullò il licenziamento e ordinò alla Lete di reintegrare il lavoratore e la condannò a versare tutte le indennità arretrate. L’azienda, non permise mai a Iannacone di rientrare e lavorare,  versandogli lo stipendio ugualmente. Un altro colpo di scena era nell’aria. Nel 2008, dopo la prima sentenza schiacciante, in appello, tutto venne capovolto. Il licenziamento venne ritenuto di giusta causa, in piena rispondenza dell’articolo 18. “La Lete mi ha sfruttato dal 1993 al 2003 e moralmente distrutto fino ad oggi. Non è giusto che in una società civile un’ imprenditore possa manipolare la vita dei suoi dipendenti umiliandoli per anni”. Adesso la palla balza alla Cassazione. E’ attesa nei prossimi giorni la sentenza definitiva che farà luce su una vicenda che ha dell’incredibile.
Nino Notargiovanni

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