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Mondragone – Un comune fra i più poveri d’Italia

Mondragone –  Abbiamo cercato di far conoscere i motivi alla base del fallimento del comune di Mondragone e abbiamo indicato le inconfutabili responsabilità di chi avrebbe potuto intervenire (almeno a partire dal 2017) per cercare di evitare il dissesto e non si è dimostrato all’altezza del compito. Tuttavia, non può essere sottaciuta la condizione di estrema povertà della nostra città, che significa – tra l’altro – anche meno risorse per le casse comunali e più difficoltà nel far quadrare i conti, soprattutto quando non si sa amministrare. L’AMBC da tempo, anche riprendendo la lezione del compianto Ugo Di Girolamo, ha cercato, dati alla mano, di porre l’attenzione sulla grave condizione socio-economica in cui versa la città di Mondragone. L’ultimo nostro intervento, di un anno fa, certificava la condizione di grave povertà in cui era sprofondato l’intero nostro territorio. E, purtroppo, a distanza di un anno, la situazione resta drammatica.
Utilizzando i dati di Excellera Intelligence, società di data intelligence con sede a Bergamo, nata dall’esperienza decennale di INTWIG e parte di Excellera Advisory Group, che permette di osservare l’evoluzione della ricchezza degli italiani nel corso del tempo, sappiamo che il reddito pro capite degli italiani (dichiarazioni dei redditi 2024) è in media pari a 22.743 euro. A Mondragone si ferma invece a euro 14.819. La nostra Città fa parte del gruppo più povero d’Italia, composto da 753 comuni che hanno un reddito pro capite inferiore a 15.000 euro. In provincia di Caserta male come Mondragone – e quindi con un reddito pro capite sotto i 15.000 euro – troviamo soltanto Castel Volturno, Villa Literno, Casal di Principe, Gallo Matese e San Gregorio Matese. Cellole, Sessa Aurunca e Falciano superano invece ampiamente i 15.000 euro. Ma tutto ciò aggrava ancora di più le responsabilità di coloro che ci governano e che l’hanno fatto nel recente passato, poiché non hanno saputo mettere in campo alcun progetto di sviluppo locale in grado di offrire soluzioni su misura per le nostre specificità territoriali, non solo per migliorare la qualità della vita dei residenti, ma per promuovere anche uno sviluppo equilibrato e sostenibile, innescando un circolo virtuoso di crescita e benessere che può durare nel tempo. Siamo ancora – e dopo lunghi decenni –alla stucchevole propaganda di un depuratore e del palazzo Ducale o alla rivendicazione di qualche strada asfaltata e di qualche pista ciclabile. Ma, d’altra parte, cosa ci si può aspettare da chi non riesce neppure a garantire l’ordinaria amministrazione, a partire dalla pulizia della città?
Chi ha governato Mondragone l’ha portata al fallimento anche perché si è rivelato assolutamente incapace di proporre idee e progetti in grado di valorizzare le risorse locali, naturali, culturali e umane del nostro territorio, di ideare e attivare nuovi servizi ed economie, di stimolare una partecipazione attiva dei cittadini allo sviluppo della città. La qualità dell’azione degli amministratori passa attraverso le condizioni economiche e di benessere e coesione sociale che si riesce a garantire. Coloro che ci amministrano hanno contribuito ad impoverire Mondragone, l’hanno portata al fallimento e non sono riusciti neppure a garantirci i servizi indispensabili. Altrove, ove cioè alberga dignità e responsabilità, per molto meno si getta la spugna e ci si dimette.
(nota a cura Associazione Mondragone Bene Comune)

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