Cellole – Poco prima dell’inizio del processo ci sono stati attimi di tensione fra l’imputato, Gianluca Sangiorgio e il fratello della vittima. Sarebbero stati degli sguardi di sfida lanciati dall’imputato, che si trovava nella cella allestita all’interno dell’aula, ad accendere la reazione del fratello di Roberto Fusciello che si sarebbe avvicinato all’imputato indirizzando contro lo stesso alcune parole piene di rabbia. Sarebbero poi intervenute le forze dell’ordine presenti per allontanare Fusciello e riportare la calma. E’ intervenuto anche il pubblico ministero presente che ha chiesto ed ottenuto da Fusciello un comportamento più sereno.
Poi il processo è iniziato con la testimonianza dei carabinieri che hanno condotto le indagini i quali hanno illustrato lo sviluppo della lite fino ai colpi mortali inferiti da Sangiorgio a Fusciello. Eloquente un video prodotto da alcuni sistemi di sorveglianza del locale e di altre attività commerciali. Un video che mostra in maniera chiara la violenza cieca attuata dall’assassino contro la povera vittima. Si tornerà in aula  prossimo 17 giugno 2025  per ascoltare altri testimoni citati dalla pubblica accusa.
L’imputato rischia l’ergastolo. Infatti come scrisse il giudice per le indagini preliminari durante la convalida dell’arresto Gianluca Sangiorgo è accusato di omicidio volontario. Un’accusa che, in caso di condanna, prevede anche la pena all’ergastolo. L’omicidio di Roberto Fusciello, secondo il giudice per le indagini preliminari, fu determinato da un’azione spietata messa in atto da Sangiorgio, un uomo descritto in paese come violento e facilmente irascibile. L’imputato è difeso dall’avvocato Gianluca Di Matteo mentre le costituendi parti civili sono difese dagli avvocati Federico Caporaso e Marco Andrea Zarone.

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