Teano / Grazzanise – I contorni della vicenda sono ancora complicati e non permettono di tracciare un quadro preciso della situazione. Tuttavia la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha già emesso due misure cautelari a carico di un imprenditore di Teano e di una casalinga di Santa Maria Capua Vetere che sono accusati di aver perseguitato un uomo di Grazzanise, nella vita collaboratore scolastico. La casalinga inoltre è accusata di reveng porn (art. 612 ter del codice penale) perché avrebbe inviato alla moglie e alla cognata della vittima immagini e video in cui la stessa vittima era immortalato durante un rapporto sessuale extraconiugale. I due – l’imprenditore di Teano e la casalinga di Santa Maria Capua Vetere – sono stati collocati agli arresti domiciliari. Le loro identità, al momento, non sono state ancora rese note, infatti la Procura mantiene un riserbo strettissimo intorno all’intera vicenda. I fatti sarebbero iniziati lo scorso dicembre quando la relazione sentimentale fra la vittima e uno dei due indagati si sarebbe interrotta. Da qui l’inizio dello stalking con le ripetute minacce da parte della donna di inviare video sessualmente espliciti alla moglie della vittima. Minaccia che si sarebbe concretizzata all’inizio del mese di marzo scorso. E’ scattata la denuncia che ha portato il Giudice per le Indagini Preliminari ad emettere l’ordine di arresto domiciliari a carico dei due indagati (l’imprenditore teanese e la casalinga di Santa Maria Capua Vetere). Il provvedimento scaturisce da un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e condotta dalla Stazione dei Carabinieri di Grazzanise. Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire anche attraverso l’analisi dei contenuti multimediali e social estratti dai dispositivi telematici in uso alle parti del procedimento, le reiterate minacce ricevute dalla vittima da parte degli indagati. Tali contegni intimidatori rappresentavano una forma di ritorsione a cui era sottoposta da diverso tempo la persona offesa dai reati e che erano culminati nell’invio ai familiari di quest’ultima di immagini a contenuto sessualmente esplicito, ritraenti la vittima del reato.

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