SESSA AURUNCA – “Ci sono giorni in cui il calcio va oltre il campo, oltre i risultati, oltre ogni aspettativa. Ieri è stato uno di quei giorni. Mentre i nostri ragazzi si allenavano, al campo si è presentato un ragazzo di colore con una bici quasi rotta e un sacchettino in mano, dentro solo un paio di scarpette. Con coraggio e speranza negli occhi si è avvicinato a mister De Stefano, chiedendogli se potesse unirsi alla squadra. Il mister non ha esitato un attimo: ha detto sì. E in quell’istante, “Samba” (così lo hanno ribattezzato i ragazzi, senza nemmeno sapere perché) ha abbracciato il mister e rivolto le mani al cielo in segno di gratitudine. Oggi, a meno di 24 ore di distanza, Samba è già parte della famiglia gialloblù. I ragazzi, senza che nessuno glielo chiedesse, hanno organizzato tra di loro una raccolta fondi per aiutarlo, dimostrando di essere uomini veri, prima ancora che calciatori. Di solito si dice che i giocatori di calcio siano mercenari, ma questo gruppo stravolge ogni regola. Senza questi valori, non avrebbero mai potuto risollevare le sorti della Sessana. E oggi, dopo tante difficoltà, sento il bisogno di dire una cosa: sono orgoglioso di essere un dirigente di calcio e fiero di questi ragazzi. La Sessana ha già vinto. E non solo sul campo. Ah, dimenticavo… mi dicono che Samba sia anche bravo!”.
E’ accaduto sul campo Prassino di Sessa Aurunca dove un giovane immigrato si è presentato con la speranza di potersi unire alla squadra. Voleva giocare, voleva sentirsi parte di un gruppo, voleva integrarsi. E’ stato accolto a braccia aperte, è scattata la gara di solidarietà per aiutarlo a comprare l’essenziale.
