SESSA AURUNCA – Comune, tanti disagi e poche soluzioni

SESSA AURUNCA (di Francesco Perrone) – Non pochi sono i mugugni tra la cittadinanza aurunca relativamente al percorso che l’amministrazione, capeggiata dal sindaco Di Iorio, sta proponendo in questi ultimi tempi. Infatti, agli amministratori comunali vengono rivolte accuse di inefficienza di ogni genere. Dai ritardi per l’apertura della strada principale di San Castrese che per quattro mesi è rimasta chiusa al traffico spezzando il paese in due. L’apertura della strada è avvenuta nella serata del 13 marzo dopo che la ditta incaricata dei lavori ha provveduto speditamente alla messa in sicurezza del sito. Anche l’iniziativa del comune di accollarsi le spese relative ai lavori di sgombero dei materiali; l’acquisizione dei fabbricati pericolanti al patrimonio comunale per poterne ricavare uno slargo utile ad ottenerne un piccolo parcheggio al centro del paese; la posa in opera di materiale calcareo per brecciare una strada alternativa a seguito del crollo, costata alcune migliaia di euro e insistente in una proprietà privata senza apportare benefici ai fruitori sono state la causa di molte critiche. Il raddoppio delle indennità per sindaco, vice sindaco e assessori ha provocato un sussulto tra la cittadinanza che replica inviperita adducendo ragioni di interesse comune. “Magari sarebbe stato opportuno procrastinare tale iniziativa e dedicarsi maggiormente alla soluzione degli innumerevoli problemi che affliggono l’intero comune” affermano molti cittadini rivolti ai loro referenti dei comitati civici. Non di meno sono state al centro di polemiche le nuove figure che sono entrate a far parte del personale dirigenziale del comune che hanno destato molti sospetti, nonostante regolare concorso. Ma le accuse non si fermano a quanto evidenziato finora, sui social si scagliano dardi all’indirizzo dell’amministrazione rilevando “che l’incompetenza è ormai un danno e un costo reale per i cittadini – Secondo l’accusa l’amministrazione avrebbe sbagliato una gara d’appalto e, dunque, dovrà risarcire per quasi undicimila euro l’impresa con cui era stato sottoscritto il contratto. Se poi parliamo dell’aumento della tassa sui rifiuti il grido d’allarme si fa sentire forte e le invettive, pure.

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