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CASERTA – Trasporto pubblico gestito da un’azienda colpita da interdittiva antimafia, quando la legalità è un “lusso”

CASERTA – Cgil al ministro dell’Interno: «Incoerente assegnare il servizio trasporti alla Clp».  A Caserta, ricorda il sindacato, «il servizio è appannaggio di un’ azienda colpita da una informativa ostativa antimafia della Prefettura di Napoli».  Una lettera al ministro dell’interno ed al prefetto di Caserta per «evidenziare la grandissima preoccupazione che la Cgil Campania nutre per il futuro e la legalità nella gestione del trasporto pubblico locale di Caserta». A firmare il documento sono i segretari generali di Cgil Campania, Franco Tavella, Cgil Caserta, Camilla Bernabei e Filt-Cgil Campania, Mario Salsano. A Caserta, ricorda la Cgil, «il servizio è appannaggio della Clp, azienda colpita da una informativa ostativa antimafia della Prefettura di Napoli che, nel luglio scorso, non le consentì di rilevare un’altra società, l’EavBus, azienda partecipata regionale». «Più volte – prosegue la lettera – la Cgil Campania ha evidenziato questa inspiegabile contraddizione che porta la stessa società a poter continuare ad operare a Caserta, pur essendo stata raggiunta da un provvedimento antimafia».  «Questa incoerenza – precisa la Cgil – apre a numerosi interrogativi. Perché in occasione della gara per l’affidamento dei servizi ex Acms di Caserta nel 2012 il committente, ovvero l’assessorato regionale ai trasporti, non ha richiesto, come era tenuto a fare secondo la normativa vigente, il certificato antimafia alla Clp, risultata poi vincitrice? Come mai un’azienda che a Napoli riceve una interdittiva antimafia ostativa all’aggiudicazione di una gara può continuare a lavorare tranquillamente nella provincia di Caserta?». «A questi banali quesiti – conclude la lettera – non abbiamo mai ricevuto risposta. Egregio Ministro, eccellentissimo Prefetto, siamo certi non sfuggirà alla Vostra cortese attenzione che, in una regione ed in una provincia particolarmente esposte agli interessi criminali, è importante che lo Stato vigili con rigore e coerenza anche nell’applicazione delle norme antimafia varate per evitare possibili infiltrazioni».

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