Pignataro Maggiore – Peppe Rotoli: il poeta professore che sapeva vedere la luce dalle crepe del dolore

Pignataro Maggiore ( di Miriam Mercone) – “Ciò che resta lo fondano i poeti”, così scrisse nell’ultimo verso di una sua famosa poesia il poeta tedesco Friedrich Holderlin. Ricostruire ciò che ha lasciato il professore e poeta Peppe Rotoli significa restituire alla memoria storica della comunità pignatarese la figura di un intellettuale di straordinaria generosità. Il lavoro culturale di cui Peppe Rotoli si è reso instancabile promotore è anzitutto una appassionata pedagogia civile. Mi accosto in punta di piedi a tracciare il ricordo di uomo così importante in queste poche righe ricordando ancora nitidamente nel maggio del 2012 il convegno di Milo de Angelis, uno dei più importanti poeti italiani viventi, tenutosi nella sala Moscati del Palazzo Vescovile. In quegli anni Peppe Rotoli, insieme al poeta pignatarese Giovanni Nacca e all’associazione Amici della Musica, ha promosso una delle più floride stagioni culturali che ha conosciuto la nostra comunità. Per la mia giovane generazione è stata una vera e propria rivoluzione culturale: una rivoluzione gentile, come si addice alla discreta personalità del professore che  vedevo passeggiare per le vie del paese, stretto nel suo elegante cappotto scuro e, molto spesso, in compagnia di un libro. Una rivoluzione culturale straordinaria nel nostro ambiente di provincia, privo oggi come allora di una libreria, di un teatro, di stimoli culturali. Conservo ancora oggi la copia autografata acquistata alla presentazione di Fabio Pusterla nell’ottobre del 2012, avevo diciassette anni e non avrei avuto a quell’epoca altre possibilità di incontrare un poeta di quella statura. Per quale ragione indugio in questi ricordi? Perchè l’importantissima opera di divulgazione culturale di cui Peppe Rotoli era un protagonista ha plasmato una generazione. Ragazze e ragazzi che hanno preso parte a quella eccezionale stagione culturale e si sono appassionati  alla letteratura, alla filosofia, qualcuno le ha studiate, altri a distanza di un decennio le insegnano. La tensione civile ha attraversato tutta la produzione poetica di Peppe Rotoli. Nella sua ultima pubblicazione “Porta Luce il dolore”, edita da La Vita Felice, il poeta indaga con tagliente lucidità il dolore per la perdita dell’amata figlia Elisabetta e il dolore della malattia che sta consumando la sua vita. Si tratta di una raccolta dalla spiccata vena intimistica eppure la luce che affiora dalle feritoie del dolore illumina ancora una volta la speranza di una comunità futura che “costruisca sillabe nuove, impasti di umanità orgogliosi dell’aria pulita”, cito letteralmente dalla poesia che più amo della raccolta. Perché è questo che il professore immaginava: aveva capito con la lucidità che è data in dono ai pensatori del suo valore che una comunità è tale se condivide dei valori come l’amore per la bellezza. Ed è questa idea di comunità che è urgente e necessario recuperare a dieci anni dalla sua morte. Lo si potrebbe fare in tanti modi: donando la sua intera produzione poetica e saggistica alla biblioteca della scuola media del nostro comune, sistematizzando il ciclo di articoli di divulgazione poetica apparsi sul portale di informazione online Caleno 24 nel 2013 apparsi per la rubrica “Poetando” e i saggi apparsi su la rivista “le Muse”, presidio culturale di grandissima importanza per la nostra comunità. Restituire alla memoria storica della nostra comunità un poeta e un intellettuale della levatura di Peppe Rotoli significa ricostruire storicamente il fondamentale e generoso lavoro culturale svolto in favore dei cittadini pignataresi. Ciò non può prescindere da un lavoro filologico e critico sui testi, volto a ricostruire la vastissima galassia di riferimenti culturali e poetici di un poeta colto e riallacciare la trama della sua opera ai grandi poeti del Novecento da lui letti, amati e tradotti che riecheggiano nelle sue liriche come Mario Luzi, Antonia Pozzi, Valeri, Antonella Anedda, Wendy Cope, attingendo anche dai preziosi scritti dei poeti e intellettuali pignataresi che lo hanno conosciuto e gli sono stati amici, come il poeta Giovanni Nacca. Nel decennale della scomparsa del professore e poeta Peppe Rotoli ciò che resta- è nonostante tutto- una comunità “orgogliosa dell’aria pulita”, che ha ancora dirupi erti da attraversare. Solo la con la forza e la consapevolezza della propria storia e della propria identità può costruire “sillabe nuove”. E costruirà sillabe nuove.

Guarda anche

TERREMOTO: 27 SCOSSE IN MENO DI UN GIORNO. PAURA NELLA ZONA FLEGREA

Dalla scorsa mezzanotte ad ora sono state registrate ben 27 scosse di terremoto nella zona …