Pietramelara / Roccasecca – il corpo all’interno della vettura è completamente carbonizzato, quindi del tutto irriconoscibile. Saranno solo gli esami medico legali a certificare l’identità della vittima. Però tutti gli indizi portano a ritenere che quel corpo appartenga ad Emilio d’Adamo. L’auto è la sua, quella vecchia Fiat Punto di colore nero cercata in lungo e largo, inutilmente, per giorni a Pietramelara e in tutto l’Alto Casertano. Quel che resta del corpo è stato trasferito all’istituto di medicina legale per i necessari accertamenti, soprattutto per spiegare le ragioni della morte del 60enne di Roccasecca.
L’ipotesi del suicidio:
come può un uomo uccidersi e bruciare all’interno della sua vettura distruggendo anche la stessa auto?
L’unica spiegazione possibile potrebbe essere quella che vede l’uomo collegare con un laccio l’abitacolo della vettura con il tubo di scarico della macchina, morendo così per asfissia, cioè per aver inalato i gas tossici del motore. In tal modo la vettura sarebbe rimasta in moto per lunghe ore, poi un guasto, o un corto circuito, avrebbe innescato l’incendio che avrebbe distrutto il mezzo e il cadavere all’interno.
L’ipotesi omicidio:
Qualcuno, al momento ancora ignoto, avrebbe prima ucciso Emilio e poi dato fuoco alla vettura con all’interno il corpo della vittima. E’ la cosa che appare più ovvia in casi del genere. Tuttavia a sostegno di questa ipotesi mancano ragioni o circostanze tali da spingere qualcuno a compiere un crimine del genere. Del resto nella vita di Emilio non sembrano esserci, almeno al momento, fatti o vicende tali da giustificare l’omicidio.
Le indagini:
Saranno le indagini sul caso, affidate ai carabinieri della Compagnia di Pontecorvo, guidati dal capitano Taglietti, a tentare di spiegare il mistero. Indagini che si preannunciano difficili e complesse proprio per una serie di punti d’ombra nell’intera vicenda.